mercoledì 5 aprile 2023

FOSCHE NUBI SULLE CONTRADE, NON SOLO OCCIDENTALI

 

E' oramai cosa assodata la suddivisione del cervello in due emisferi uno nella parte destra  in genere preposto all'intuizione, alla fantasia, all'immaginazione,  uno nella parte sinistra deputato invece al razionale, al linguaggio articolato:  ragionando su tale  bipartizione del cervello, ci veniamo a trovare in una situazione ottimale di organizzazione cerebro/comportamentale, che un geniale psichiatra e scrittore/filosofo Julian Jaynes ha individuato denominando "mente bicamerale"  che con tutta probabilita’ ha funzionato per migliaia d’anni e che nella sua indistinzione e fumosita’, la tradizione popolare, una volta pervenuta alla coscienza e quindi ad un Io analogale  sulla base del linguaggio, ha denominato “eta’ dell’oro “  - una eta’ nella
quale potevano proiettarsi e anche  condensarsi (non dimentichiamo la funzione eminentemente metaforica e quindi di condensazione di significati della coscienza) tutti i miti, tutte le leggende, tutte  le storie, e anche tutte le esagerazioni, che la nuova funzione poteva ritrovare nel suo  percorso. Comincia quindi il racconto, un qualcosa del tutto escluso nella organizzazione della mente bicamerale, che aveva un impianto estremamente pragmatico di adattarsi all’ambiente, un racconto a volte stupendo che si colora dei tratti dell’epica, della lirica, della  poesia e di tutte le condensazioni metaforiche della coscienza. Ovviamente non si puo’ piu’ ricorrere alla metafora aurea per designare  il nuovo periodo e neppure far riferimento agli dei, che restano un qualcosa di molto indistinto, tutt’al piu’ raffigurabile in una altra forma di rappresentazione, quella della parola scritta in primis, ma anche  quella pittorica/visiva, ovvero  statue, idoli, totem, templi, quella musical/emozionale  tipo poesia, anche teatrale; 
 
c’e’ un calo di livello, anche nella presunzione della nuova organizzazione cerebrale e si designa il metallo subito meno nobile. l’argento, per caratterizzare la nuova era  e si indica nella classe “dei guerrieri “  la nuova categoria di protagonisti nella scena del mondo. Sembrerebbe così leggendo racconti, ascoltando musiche e quant’altro che si sia trattato tutto sommato di un passaggio indolore da una era all’altra, per alcuni versi addirittura propizio…ma … ecco c’e’ un ma grosso come una montagna: il passaggio dalla mente bicamerale alla coscienza non ha solo un carattere di minore valore, quale si addice alla differenza tra oro e argento, ha anche un risvolto di estremo sviluppo della crudelta’ umana, che difatti esordisce sul teatro del mondo con guerre, eccidi, massacri, stupri, violenze di ogni genere e si serve di strumenti atti a tale pratica sempre piu’ sofisticati che segnano appunto lo sviluppo delle armi e quindi la dizione di “eta’ dei guerrieri” e' piu' che appropriata   per questo periodo di esordio della coscienza e quindi della storia che su di essa e solo su di essa puo’ essere raccontata.  Il subentrare dopo due millenni e mezzo di un’altra classe che sara’ caratterizzata da un metallo ancora meno prezioso,  il bronzo e da attivita’ sempre improntate a sopraffazione , violenza , crudelta’,  perseguite solo con maggiore ipocrisia, e’ detta Eta’ dei mercanti ed e’ innescata da una, per buona parte,  inventata o comunque gonfiata in maniera abnorme, pandemia, che in breve  porto’ alla obsolescenza di tutti i valori fino allora perseguiti dal mondo medioevale e nelle sue alterne vicissitudini dalla cosidetta eta’ dell’argento o dei guerrieri.  Quello che bene o male fino a quell’evento era considerato rispondente ai valori della  civilta’ , la tradizione, il senso di un Impero, che salvaguardasse o si rifacesse a tali valori, come ad  esempio il Sacro Romano Impero di Carlo Magno e l’estremo tentativo di un suo recupero e  riproposizione da parte di Federico II di Svevia,  ed ancora la Cavalleria ,  una opera come la Divina Commedia di Dante Alighieri,  lo stile Gotico  delle  Cattedrali con il loro bagaglio di conoscenze e esperienze  da trasmettersi per coralita’,  sono soppiantate  dai  commerci, del valore di scambio , del denaro,  quindi dall’avvento di quella  che in una parola io definisco, non lo nego con un tantino di disprezzo “l’eta’ dei bottegai e dei garzoni”  e che rispecchiano in toto   l’ascesa delle potenze di mare di cui la prima piu’ compiuta espressione e’ l’Inghilterra, soprattutto a principiare dalla Regina Elisabetta detta la Grande, con le forti spinte espansioniste e la formazione di un tutt’altro tipo di  impero, del tipo marittimo/coloniale, sino a passare in  tempi piu’ recenti  il testimone (diciamo dopo la seconda guerra mondiale) agli Stati Uniti che ne hanno preso il posto. Riassumendo possiamo dire che si e' andati da un peggiore ad un molto piu'  peggiore (lo so! non si dice, ma mi sia concesso il massimo della riprovazione su tali passaggi epocali), sia rispetto all'eta' dell'oro che e' l'equivalente all'organizzazione bicamerale, sia rispetto a quella dell'argento e del passare ad una diversa organizzazione cerebro/comportamentale - In verita'  si e'  prodotta una frattura che probabilmente non ha rimedio. Jaynes, tra gli altri  possibili motivi di frattura  - sprofondamento isola di Santorino, invasione dei Dori - probabile riscontro storico di Atlantide e della sua scomparsa-,    individuava nell'elemento mare la  principale  causa del crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza. Il mare  e un popolo di navigatori tipo i Fenici,  che costretti in un elemento poco atto a comportamenti catechizzati, pian piano a fronte di sempre nuovi problemi abbiano trovato sempre meno voci allucinatorie  rispondenti alla bisogna e quindi siano stati per cosi' dire, costretti  fare ricorso all'elemento metaforico e non metonimico, applicando la condensazione al proprio stesso io e mettendolo in diretta relazione con il contesto e il comportamento da scegliersi;  ecco la principale motivazione della crisi e quindi crollo della mente bicamerale e la necessita' di trovare un sostituto per mettersi in situazione con il contesto  e quindi interagire autonomamente .   Il male, tutto il male del mondo, e’ del tutto coevo alla coscienza, cioe’ alla consapevolezza dell’uomo di essere in situazione  con il proprio ambiente, ovvero il contesto che lo impegna:   una analogia tra uomo e ambiente, giustappunto un analogo,  solo che invece di fare riferimento tra due significati, uno piu’ conosciuto, uno meno, come avviene normalmente nel procedimento linguistico per ampliare ed arricchire una lingua, fa riferimento a se stesso in analogia al contesto, quindi un “analogo io”   il che sostanzialmente puo’ essere detto in altri termini, come un qualcosa di origine metaforica quindi di derivazione strettamente  linguistica. Se ne deduce che senza linguaggio articolato e senza metafora di condensazione uomo-ambiente, non vi e’ malvagita’ intenzionale, ma solo meccanismi istintuali del tutto simili a quelli del mondo animale. Altro elemento di fondamentale importanza nella eziologia del male nel mondo e’ la possibilita’ di tale consapevolezza di interazione fra uomo e ambiente  che puo’ non solo essere raccontata a voce, ma puo’ essere tramandata in quanto fissata con la parola scritta:eh si anche  la scrittura , puo’ essere ascritta come  co-archetipa del male nel mondo. Possiamo anche dire che la nascita della storia, possibile solo attraverso il meccanismo dell’analogo.io, cioe’ la coscienza, corrisponde in tutto e per tutto all’Esser-ci Heideggeriano (Dasein) sul teatro del mondo  e di avere il potere di cambiare le regole del gioco  - diciamo  che i tentativi di tali cambiamenti  buoni o cattivi che siano , vengono registrati, dapprima in un linguaggio orale, che ha ancora larghi margini di variabilita’ in virtu’ del carattere volatile della parola, per poi essere fissato con la parola scritta in un qualcosa di
molto piu’ definitivo (il famoso verba volant, scripta manent,  suscettibile di farsi secondo l’ancora piu’ famosa Ode di Orazio un vero e proprio monumento  “piu’ duraturo del bronzo” ovvero lo “
Èxegì monumèntum àere perènnius ”. Comprensibile l’orgoglio del grande poeta che ha come la sensazione di aver raggiunta l’immortalita’ “Nòn omnìs moriàr,  mùltaque pàrs mei vìtabìt Libitìnam  ùsque ego pòstera crèscam làude recèns”, peccato pero ‘ che a parte le lodevoli ma poche manifestazioni di grandezza ascritte all’arte, in parte alla tecnica, molto a buoni sentimenti umani tipo l’amore, la lealta’, la giustizia, la liberta’  e parecchio anche a faccende di solito non contemplate dalla tradizionale narrazione storica tipo l’alimentazione, il buon cibo, il vino, la birra, il formaggio, la cioccolata, un piatto di bucatini alla amatriciana o una bouiallabaisse, il racconto della coscienza e quindi di un po’ tutta la storia umana,  sia essenzialmente un racconto  di guerre, eccidi, massacri, violenze, brutalita’ sopraffazione tra popoli e intolleranza. Male piu' male nel passaggio tra oro e argento in sede della coscienza, e cio' in un mondo analogale costruito sulla base del linguaggio, ma ancora peggio se si prende in esame la ripartizione  della storia del mondo in specifiche "eta' così come indicato  da Esiodo e un po' da tutte le culture del mondo  - all'eta' del bronzo e dei mercanti, gia' infima, in un ulteriore passaggio di decadenza,  viene infatti aggiunta l''eta' del ferro o dei servi", che per la grande tradizione indu' e' il "Kali Yuga" ovvero l'epoca della fine, del
dissolvimento, del buio piu' fitto,  che corrisponde così inquietantemente all'epoca attuale, quella di cui abbiamo avuto proprio in questi ultimi tre anni, una sorta di "prova generale" con tanto di farsa pandemica  per innescare la paura e quindi  incanalare l'intera umanita' verso l'obbedienza assoluta ai principi dell'economia, e dei suoi squallidi derivati (denaro, finanza, tecnologia a servizio di un mercato globale, etc:), nonche ' ai pochi rappresentanti di tale abominio, eredi dei bottegai che cominciarono la loro ascesa proprio sfruttando un'altra pandemia opportunamente gonfiata e per larga parte inventata , quella della peste  del 1347/48. Il mondo come una bottega, coi suoi padroni che non si vergognano neppure piu' di apparire (i vari Rotschild, Rockfeller, Soros, Schwab, Gates, etc.)e lo stuolo dei loro garzoni..........
giustappunto i servi, ovvero i politici della quasi totalita' dei Paesi del mondo, i cosidetti esperti, ovvero scienziati, medici, informatori e delatori,  tutti asserviti al principio economico della bottega globale. C'e' il forte sospetto che questo mondo atomizzato di postmodernismo, unipolare dominato dalle potenze che tradizionalmente hanno contrassegnato il cammino  del principio economico del denaro e del mercato e dell'unico valore ammesso nella circolazione dei beni, ovvero il valore di scambio(Inghilterra e poi Stati Uniti)  possa davvero pervenire alla costruzione di quel "great reset"  
 che consegnerebbe l'umanita' ad una inverazione dei piu' cupi romanzi distopici di Orwell, di Huxley e compagnia 

 

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