mercoledì 12 aprile 2023

LA VALENZA IMMAGINARIA COME SIMBOLO di IRRAZIONALE

 

Se si cominciano a proiettare i numeri negativi scoprendone la valenza immaginaria che poi attraverso la moltiplicazione per il suo coniugato ovvero lo stesso numero ma di segno invertito, restituisce  la sua parte reale si perviene a risultati davvero di interesse , risultati pero' , spurgati da quel razionale che mi ha sempre dato tanto fastidio in quanto correlata a quello che ho sempre considerato il peggiore dei filosofi : Giorgio Hegel. Con un reale non più razionale, ma anzi marchiatamente irrazionale si ha, a mio parere,  il destro per pervenire al registro del simbolico e quindi al linguaggio specifico dell’inconscio. Ricordiamo che è proprio grazie al calcolo infinitesimale che passiamo da uno stato ad un flusso e quindi a quella funzione d’onda che con la coniugazione  del numero negativo riflesso produce appunto quei numeri reali nel registro simbolico, dove ci si misura anche con l’irrazionale (chi potrebbe negare che nel funzionamento dei sogni, delle fantasie, e di tutto l’armamentario dell’inconscio non sia presente un dato di irrazionalità?) .Chiaramente la radice quadrata di un numero negativo non può essere rappresentata sul piano cartesiano, perché è un numero che rompe le regole dei numeri cartesiani di tutti i giorni. Ma per questo motivo non è un numero che ha meno diritti degli altri, è semplicemente un numero diverso che merita il proprio “asse cartesiano”, magari con un nome diverso. I matematici dei secoli successivi definirono quindi i numeri immaginari come un’estensione dei numeri reali, aventi la loro algebra e i loro assiomi. il numero “1″ è un numero “normalissimo”, reale, che rispetta gli assiomi dei numeri reali. Tuttavia è sommato (o sottratto) con un numero immaginario (la radice di -1). Che senso ha, e come può essere rappresentato questo numero? I matematici lo definirono numero complesso, cioè un ibrido tra numero reale e numero immaginario. Un numero complesso venne definito come un oggetto costituito da due parti: una parte reale e una parte immaginaria. La parte reale e la parte immaginaria sono rappresentate comunque da numeri reali, quindi in un certo senso un numero complesso non è altro che una coppia di numeri reali che soddisfa alcune proprietà speciali. Vedremo tra poco il senso di questa affermazione. Per comodità di notazione fu definito un simbolo speciale per l’unità immaginaria, “i“, in modo che ogni numero immaginario sia un suo multiplo:

Dal XVIII secolo in poi i numeri complessi vennero considerati un’estensione dei numeri reali, nel senso che un numero reale non è altro che un numero complesso con parte immaginaria nulla.

 Prendiamo un vettore a componenti reali, innocentissimo, bidimensionale: una freccia. Se moltiplichiamo il vettore per il numero “-1” ne invertiamo la direzione:

Siccome i vettori possono essere ruotati sul piano, possiamo interpretare l’inversione come una rotazione di un angolo piatto!

La rotazione di 180 gradi di un vettore restituisce il suo inverso.

Quindi il numero -1 è un numero molto speciale perché esegue la stessa mansione di una rotazione di 180 gradi. Il punto è che potremmo anche arbitrariamente pensare che la rotazione di 180 gradi sia un processo a due step, una composizione di due rotazioni di 90 gradi:

Due rotazioni consecutive di 90 gradi generano una rotazione di 180 gradi.

Uno può quindi chiedersi: esiste un numero speciale in grado di ruotare un vettore di 90 gradi moltiplicando entrambe le sue componenti per esso?
Assumiamo che esista, a quel punto dobbiamo riconoscere che moltiplicare il vettore due volte consecutive per questo numero equivale a ruotare il vettore di 180 gradi, e quindi questo numero deve avere a che fare con “-1″, perché esegue la stessa azione

Applicare due volte la moltiplicazione per un numero speciale “a” equivale a ruotare il vettore di 180 gradi.

Quindi se il vettore è ruotato di 180 gradi deve valere

Quindi il quadrato di questo numero deve dare -1: deduciamo che “a=i”, cioè proprio l’unità immaginaria. Possiamo quindi sostenere che i numeri complessi possono essere utilizzati per ruotare degli oggetti! Per questo motivo i matematici inventarono un piano cartesiano dedicato ai numeri complessi, il piano di Gauss! In questo piano abbiamo due assi: l’asse reale e l’asse immaginario. Un numero complesso è “molto simile” a un vettore, perché ha una componente reale a una componente immaginaria date dalle proiezioni su questi assi ortogonali:

Il piano di Gauss dei numeri complessi.

Il vantaggio algebrico di avere un numero che moltiplicato per se stesso dà “-1” è il potere di ruotare degli oggetti moltiplicandoli tra loro! Se prendiamo come riferimento l’angolo tra il numero complesso e l’asse reale, la moltiplicazione di due numeri complessi ha l’effetto di produrre un nuovo numero complesso avente come nuovo angolo la somma degli angoli iniziali, come mostrato in figura:

La moltiplicazione di due numeri complessi ha restituito un numero complesso la cui angolazione è data dalla somma dei due angoli iniziali: abbiamo quindi eseguito una rotazione usando la moltiplicazione.

Infatti si ha, per le regole stabilite sopra:

E questa è secondo me la principale utilità dei numeri complessi: ci permettono di trasformare oggetti usando la notazione più compatta possibile. Infatti se “ρ” è il modulo del numero complesso (definito proprio come il modulo dei vettori):

Il modulo di un numero complesso si ottiene facendo la radice della somma dei quadrati delle parti reale e immaginaria (esclusa la “i” ovviamente).

Allora possiamo scrivere le componenti reale e immaginaria usando la trigonometria proprio come si fa per i vettori in notazione polare. Se θ è l’angolo formato con l’asse reale si ha

La quantità tra parentesi (che ha modulo unitario per via della relazione trigonometrica fondamentale) può essere semplificata usando una relazione utilissima dimostrabile in analisi matematica, la quale lega il numero di Eulero con i numeri complessi:

La famosa relazione di Eulero. Può essere dimostrata sviluppando in serie di Taylor entrambi i membri dell’equazione.

Quindi un numero complesso può essere espresso con la elegantissima notazione

Un numero complesso in notazione polare.

La moltiplicazione di due numeri complessi ha quindi il seguente effetto:

Con questa notazione è anche più facile vedere che gli angoli si sommano, grazie alla proprietà degli esponenziali. In sostanza, i numeri complessi sono davvero uno spasso (di sicuro sono meno monotoni dei numeri reali),. In sostanza, non solo non esiste un modo semplice per formulare la meccanica quantistica usando solo variabili reali, ma la versione della teoria senza numeri complessi non è in grado di replicare le previsioni sperimentali della teoria complessa. Tanto per rimanere in tema di Fisica, i numeri immaginari sono rilevantissimi nella teoria della relatività ristretta  in quanto giocano  un ruolo  significativo nel calcolo  della separazione spazio/temporale e quindi si rivestono sempre per la solita moltiplicazione col loro coniugato, di irrazionalità che gioca una parte fondamentale nel registro simbolico, anzi per la precisione  nella relatività il fattore temporale è immaginario  ed è dato appunto da “ i”     “c” dove “c” è la velocità della luce. Diciamo quindi che  il fattore immaginario è coniugato a quello riflesso di segno ed è sempre inferiore a quello spaziale, ovvero  per quanto riguarda gli eventi  in cui c’è molto movimento  spaziale in intervalli di tempi brevi  i numeri che descrivono la separazione spazio/temporale  sono reali e quelli immaginari possono essere omessi per tornare nei calcoli una volta restituiti al reale, ma irrazionale, ed ecco quindi che abbiamo  l’ambito precipuo della relatività : fu il fisico Stephen Hawking.Condannato da una terribile malattia alla paralisi progressiva Hawking riusciva a comunicare solo con una macchin che trasferiva gli impulsi in parole,  che applicò la teoria della relatività e quindi il calcolo infinitesimale, con tanto di equazione d’onda e un forte riferimento alla teoria delle stringhe, anzi delle Super stringhe, all’origine dell’Universo: il punto è che, lo ammetto, ho avuto anche io , sempre una forte attrazione per i numeri negativi quel “ -1” mi ha sempre dato l’idea di contrastare la spocchia dei razionalisti e super positivisti, per non dire peggio progressisti e modernisti  come un mio vecchio ex amico, che oggi mi guarderei bene  persino da rivolgergli la parola, stante che da buon sinistroide è ovviamente oggi un convinto e fanatico scientista, vaccinista inde-fesso, seguace dei vari Soros, Gates, Fauci, Draghi etc. e del loro tentativo di deciso affossamento della Libertà  che diceva  sempre “non siamo mica all’anno zero!” “già !...” rispondevo io a quella sua asserzione presuntuosa, presupponente e sostanzialmente ignorante  “non siamo all’anno zero, infatti siamo all’anno meno uno”   fascino dei negativi, delle mancanze che debbono essere ricolmate, di quel che manca al reale per divenire non razionale, ma comprendere nella sua varietà soprattutto l’irrazionale che per me e per tutti coloro che amano il dubbio, l’incertezza, la non sicurezza si identifica con il “simbolico” quel ri-mettere insieme le cose del mondo che la coscienza ha diviso e separato : il caro vecchio “-1”, che diventa ancora più fascinoso e stimolante se poi usi la proiezione, giustappunto  la radice quadrata, entrando quindi nel mondo dei numeri immaginari, che sostanzialmente rappresentano una ulteriore possibilità per i numeri reali di comprendere, se non il tutto, perlomeno molto di più della cosidetta realtà, indagando le sue accezioni immaginarie e quindi pervenendo alla complessità del conscio e dell’inconscio, resi calcolabili grazie all’inversione coi coniugati  e l’accesso al simbolico. Riprendiamo però da Stephen Hawking che come sopraccennato fu il primo a coniugare la teoria della relatività di Einstein (direi più quella ristretta) all'origine dell'Universo: quale fu il suo ragionamento? bhe  considerando il fatto che all'inizio di un processo di origine  la materia è molto condensata, si suppone che non ci sia questo gran movimento  e quindi la separazione spazio/temporale  può essere assimilata ad una entità immaginaria, per cui è del tutto legittimo usare numeri immaginari ovvero proiezioni di numeri negativi. In particolare Hawking si accorse che tale separazione spazio/temporale  diventava immaginaria quando le  le distanze spaziali erano meno significative di quelle temporali e questo può applicarsi non solo ad un inizio tipo l'universo, ma a tutti gli inizi di un qualcosa , moltiplicandosi quindi all'infinito tale processo, persino al quotidiano della nostra vita : consideriamo ad esempio una distanza tra Londra  e New Jork  presa la prima alle 17,07 la seconda alle 17,00: è chiaro che la distanza di circa 8000 chilometri  è più significativa di quella temporale che è di soli 7 minuti - se ora  calcoliamo la separazione spazio/temporale tra una stessa città di un solo minuto , la dimensione spaziale diventa prossima al nulla, mentre quella temporale è giustappunto di un minuto. Questo significa che abbiamo viaggiato nel tempo, ma non nello spazio, per cui il termine spaziale non è reale, ma immaginario. Il colpo di genio di Hawking fu di ipotizzare  che anche gli intervalli di tempo di questi primissimi istanti di ogni inizio, potessero essere immaginari (proiezioni di negativi), egli ipotizzò infatti che  i fattori temporali coinvolti  all'inizio dell'Universo  fossero molto molto piccoli, ecco....infinitesimali! Dato che a causa di tale infinitesimale non si può misurarli ecco che scatta il procedimento della proiezione di negativi, ovvero accedere al fattore immaginario: sostituendo il tempo dell'inizio con un numero immaginario, la separazione spazio/temporale  risulta reale se moltiplicata per il coniugato dell'immaginario, accedendo all'insieme dei numeri complessi spurgato di quell'accezione di razionale, ovvero un  conscio che non consentiva di pervenire al simbolico e quindi all'inconscio. Una volta tornato reale con il suo correlato di irrazionale, ecco che simbolicamente anche  l'inizio dell'Universo, come tutti gli inizi,  poteva essere assimilato ad una realta'.

mercoledì 5 aprile 2023

FOSCHE NUBI SULLE CONTRADE, NON SOLO OCCIDENTALI

 

E' oramai cosa assodata la suddivisione del cervello in due emisferi uno nella parte destra  in genere preposto all'intuizione, alla fantasia, all'immaginazione,  uno nella parte sinistra deputato invece al razionale, al linguaggio articolato:  ragionando su tale  bipartizione del cervello, ci veniamo a trovare in una situazione ottimale di organizzazione cerebro/comportamentale, che un geniale psichiatra e scrittore/filosofo Julian Jaynes ha individuato denominando "mente bicamerale"  che con tutta probabilita’ ha funzionato per migliaia d’anni e che nella sua indistinzione e fumosita’, la tradizione popolare, una volta pervenuta alla coscienza e quindi ad un Io analogale  sulla base del linguaggio, ha denominato “eta’ dell’oro “  - una eta’ nella
quale potevano proiettarsi e anche  condensarsi (non dimentichiamo la funzione eminentemente metaforica e quindi di condensazione di significati della coscienza) tutti i miti, tutte le leggende, tutte  le storie, e anche tutte le esagerazioni, che la nuova funzione poteva ritrovare nel suo  percorso. Comincia quindi il racconto, un qualcosa del tutto escluso nella organizzazione della mente bicamerale, che aveva un impianto estremamente pragmatico di adattarsi all’ambiente, un racconto a volte stupendo che si colora dei tratti dell’epica, della lirica, della  poesia e di tutte le condensazioni metaforiche della coscienza. Ovviamente non si puo’ piu’ ricorrere alla metafora aurea per designare  il nuovo periodo e neppure far riferimento agli dei, che restano un qualcosa di molto indistinto, tutt’al piu’ raffigurabile in una altra forma di rappresentazione, quella della parola scritta in primis, ma anche  quella pittorica/visiva, ovvero  statue, idoli, totem, templi, quella musical/emozionale  tipo poesia, anche teatrale; 
 
c’e’ un calo di livello, anche nella presunzione della nuova organizzazione cerebrale e si designa il metallo subito meno nobile. l’argento, per caratterizzare la nuova era  e si indica nella classe “dei guerrieri “  la nuova categoria di protagonisti nella scena del mondo. Sembrerebbe così leggendo racconti, ascoltando musiche e quant’altro che si sia trattato tutto sommato di un passaggio indolore da una era all’altra, per alcuni versi addirittura propizio…ma … ecco c’e’ un ma grosso come una montagna: il passaggio dalla mente bicamerale alla coscienza non ha solo un carattere di minore valore, quale si addice alla differenza tra oro e argento, ha anche un risvolto di estremo sviluppo della crudelta’ umana, che difatti esordisce sul teatro del mondo con guerre, eccidi, massacri, stupri, violenze di ogni genere e si serve di strumenti atti a tale pratica sempre piu’ sofisticati che segnano appunto lo sviluppo delle armi e quindi la dizione di “eta’ dei guerrieri” e' piu' che appropriata   per questo periodo di esordio della coscienza e quindi della storia che su di essa e solo su di essa puo’ essere raccontata.  Il subentrare dopo due millenni e mezzo di un’altra classe che sara’ caratterizzata da un metallo ancora meno prezioso,  il bronzo e da attivita’ sempre improntate a sopraffazione , violenza , crudelta’,  perseguite solo con maggiore ipocrisia, e’ detta Eta’ dei mercanti ed e’ innescata da una, per buona parte,  inventata o comunque gonfiata in maniera abnorme, pandemia, che in breve  porto’ alla obsolescenza di tutti i valori fino allora perseguiti dal mondo medioevale e nelle sue alterne vicissitudini dalla cosidetta eta’ dell’argento o dei guerrieri.  Quello che bene o male fino a quell’evento era considerato rispondente ai valori della  civilta’ , la tradizione, il senso di un Impero, che salvaguardasse o si rifacesse a tali valori, come ad  esempio il Sacro Romano Impero di Carlo Magno e l’estremo tentativo di un suo recupero e  riproposizione da parte di Federico II di Svevia,  ed ancora la Cavalleria ,  una opera come la Divina Commedia di Dante Alighieri,  lo stile Gotico  delle  Cattedrali con il loro bagaglio di conoscenze e esperienze  da trasmettersi per coralita’,  sono soppiantate  dai  commerci, del valore di scambio , del denaro,  quindi dall’avvento di quella  che in una parola io definisco, non lo nego con un tantino di disprezzo “l’eta’ dei bottegai e dei garzoni”  e che rispecchiano in toto   l’ascesa delle potenze di mare di cui la prima piu’ compiuta espressione e’ l’Inghilterra, soprattutto a principiare dalla Regina Elisabetta detta la Grande, con le forti spinte espansioniste e la formazione di un tutt’altro tipo di  impero, del tipo marittimo/coloniale, sino a passare in  tempi piu’ recenti  il testimone (diciamo dopo la seconda guerra mondiale) agli Stati Uniti che ne hanno preso il posto. Riassumendo possiamo dire che si e' andati da un peggiore ad un molto piu'  peggiore (lo so! non si dice, ma mi sia concesso il massimo della riprovazione su tali passaggi epocali), sia rispetto all'eta' dell'oro che e' l'equivalente all'organizzazione bicamerale, sia rispetto a quella dell'argento e del passare ad una diversa organizzazione cerebro/comportamentale - In verita'  si e'  prodotta una frattura che probabilmente non ha rimedio. Jaynes, tra gli altri  possibili motivi di frattura  - sprofondamento isola di Santorino, invasione dei Dori - probabile riscontro storico di Atlantide e della sua scomparsa-,    individuava nell'elemento mare la  principale  causa del crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza. Il mare  e un popolo di navigatori tipo i Fenici,  che costretti in un elemento poco atto a comportamenti catechizzati, pian piano a fronte di sempre nuovi problemi abbiano trovato sempre meno voci allucinatorie  rispondenti alla bisogna e quindi siano stati per cosi' dire, costretti  fare ricorso all'elemento metaforico e non metonimico, applicando la condensazione al proprio stesso io e mettendolo in diretta relazione con il contesto e il comportamento da scegliersi;  ecco la principale motivazione della crisi e quindi crollo della mente bicamerale e la necessita' di trovare un sostituto per mettersi in situazione con il contesto  e quindi interagire autonomamente .   Il male, tutto il male del mondo, e’ del tutto coevo alla coscienza, cioe’ alla consapevolezza dell’uomo di essere in situazione  con il proprio ambiente, ovvero il contesto che lo impegna:   una analogia tra uomo e ambiente, giustappunto un analogo,  solo che invece di fare riferimento tra due significati, uno piu’ conosciuto, uno meno, come avviene normalmente nel procedimento linguistico per ampliare ed arricchire una lingua, fa riferimento a se stesso in analogia al contesto, quindi un “analogo io”   il che sostanzialmente puo’ essere detto in altri termini, come un qualcosa di origine metaforica quindi di derivazione strettamente  linguistica. Se ne deduce che senza linguaggio articolato e senza metafora di condensazione uomo-ambiente, non vi e’ malvagita’ intenzionale, ma solo meccanismi istintuali del tutto simili a quelli del mondo animale. Altro elemento di fondamentale importanza nella eziologia del male nel mondo e’ la possibilita’ di tale consapevolezza di interazione fra uomo e ambiente  che puo’ non solo essere raccontata a voce, ma puo’ essere tramandata in quanto fissata con la parola scritta:eh si anche  la scrittura , puo’ essere ascritta come  co-archetipa del male nel mondo. Possiamo anche dire che la nascita della storia, possibile solo attraverso il meccanismo dell’analogo.io, cioe’ la coscienza, corrisponde in tutto e per tutto all’Esser-ci Heideggeriano (Dasein) sul teatro del mondo  e di avere il potere di cambiare le regole del gioco  - diciamo  che i tentativi di tali cambiamenti  buoni o cattivi che siano , vengono registrati, dapprima in un linguaggio orale, che ha ancora larghi margini di variabilita’ in virtu’ del carattere volatile della parola, per poi essere fissato con la parola scritta in un qualcosa di
molto piu’ definitivo (il famoso verba volant, scripta manent,  suscettibile di farsi secondo l’ancora piu’ famosa Ode di Orazio un vero e proprio monumento  “piu’ duraturo del bronzo” ovvero lo “
Èxegì monumèntum àere perènnius ”. Comprensibile l’orgoglio del grande poeta che ha come la sensazione di aver raggiunta l’immortalita’ “Nòn omnìs moriàr,  mùltaque pàrs mei vìtabìt Libitìnam  ùsque ego pòstera crèscam làude recèns”, peccato pero ‘ che a parte le lodevoli ma poche manifestazioni di grandezza ascritte all’arte, in parte alla tecnica, molto a buoni sentimenti umani tipo l’amore, la lealta’, la giustizia, la liberta’  e parecchio anche a faccende di solito non contemplate dalla tradizionale narrazione storica tipo l’alimentazione, il buon cibo, il vino, la birra, il formaggio, la cioccolata, un piatto di bucatini alla amatriciana o una bouiallabaisse, il racconto della coscienza e quindi di un po’ tutta la storia umana,  sia essenzialmente un racconto  di guerre, eccidi, massacri, violenze, brutalita’ sopraffazione tra popoli e intolleranza. Male piu' male nel passaggio tra oro e argento in sede della coscienza, e cio' in un mondo analogale costruito sulla base del linguaggio, ma ancora peggio se si prende in esame la ripartizione  della storia del mondo in specifiche "eta' così come indicato  da Esiodo e un po' da tutte le culture del mondo  - all'eta' del bronzo e dei mercanti, gia' infima, in un ulteriore passaggio di decadenza,  viene infatti aggiunta l''eta' del ferro o dei servi", che per la grande tradizione indu' e' il "Kali Yuga" ovvero l'epoca della fine, del
dissolvimento, del buio piu' fitto,  che corrisponde così inquietantemente all'epoca attuale, quella di cui abbiamo avuto proprio in questi ultimi tre anni, una sorta di "prova generale" con tanto di farsa pandemica  per innescare la paura e quindi  incanalare l'intera umanita' verso l'obbedienza assoluta ai principi dell'economia, e dei suoi squallidi derivati (denaro, finanza, tecnologia a servizio di un mercato globale, etc:), nonche ' ai pochi rappresentanti di tale abominio, eredi dei bottegai che cominciarono la loro ascesa proprio sfruttando un'altra pandemia opportunamente gonfiata e per larga parte inventata , quella della peste  del 1347/48. Il mondo come una bottega, coi suoi padroni che non si vergognano neppure piu' di apparire (i vari Rotschild, Rockfeller, Soros, Schwab, Gates, etc.)e lo stuolo dei loro garzoni..........
giustappunto i servi, ovvero i politici della quasi totalita' dei Paesi del mondo, i cosidetti esperti, ovvero scienziati, medici, informatori e delatori,  tutti asserviti al principio economico della bottega globale. C'e' il forte sospetto che questo mondo atomizzato di postmodernismo, unipolare dominato dalle potenze che tradizionalmente hanno contrassegnato il cammino  del principio economico del denaro e del mercato e dell'unico valore ammesso nella circolazione dei beni, ovvero il valore di scambio(Inghilterra e poi Stati Uniti)  possa davvero pervenire alla costruzione di quel "great reset"  
 che consegnerebbe l'umanita' ad una inverazione dei piu' cupi romanzi distopici di Orwell, di Huxley e compagnia 

 

martedì 4 aprile 2023

FALSE PANDEMIE PER INNESCARE PAURA

 

Bisogna riprendere un discorso sulle pandemie in genere; ecco  limitiamoci alle piu' famose in quanto dirompenti : la peste di Atene del 480 a. c. Quella di metà trecento per molti versi la più simile all'attuale, quella di Roma nel 1528, quella dell'europa centrale e dell'italia settentrionale del 1630 e infine la Spagnola di dopo la Grande Guerra : ebbene proprio se ci disponiamo ad un'attenta riesamina di tali pestilenze vedremo che hanno tutte tratti comuni, ovvero un precedente, anzi una concomitanza di precedenti: carestia, guerra, assedi, spopolamento di campagne e inurbamento di città, condizioni igieniche al collasso, sporcizia e sudiciume - altro che pulci, ratti, pipistrelli, semmai questi erano delle concause del sudiciume e delle difficoltà sociali, dando legittimo credito alla nota affermazione di Bernard " il microbo é nulla, il terreno è tutto " e ridicolizzando la tesi dei microbi maligni del cialtrone e copione di Pasteur (che si avvalse degli studi di un ben altro studioso Bechamp, che ovviamente si rifaceva a Bernard.) Allora ci si chiederà; qual'è la causa delle grandi epidemie della storia? Lo volete davvero sapere? Ebbene ve lo dirò in un orecchio : LA PAURA. Solo la paura e il terrorismo mediatico indotto dai soliti noti e qualche volta meno noti. Perché lo devo dire sottovoce? : eh signori!!!c'è solo una cosa che fa paura a chi sparge la paura : chi non ha paura.... e su costui dagli con gli insulti, gli anatemi, l'indignazione, a suo tempo della religione, ora della cosidetta scienza.
Quello che vado dicendo da mesi, e che se qualche dubbio me lo dava, che fosse la solita pappa, gonfiata per non chiari fini, ora i recenti fatti, la spasmodica viscerale incollatura di governo e loro lacchè, alle poltrone, il modo di imitare i kapo' dei volenterosi carnefici di sinistra, carnefici della Libertà, mi ha convinto del tutto. Non c'è nessun virus, anche perche' nessuno ha mai visto nella realta' del terreno un virus, quindi niente di diverso dai soliti. Di vero e anche lampante c'è solo il complotto per tutto un resettaggio mondiale della civiltà che è ordito dalla intesa tra consumismo e comunismo in una accezione di terrorismo mediatico sanitario ad alto livello informatico. Utilizzo un articolo di un Manager Luca Carta che scrive su FB che affronta i documenti che il World Economic Forum (WEF) espone .: "Il documento spiega senza mezzi termini che la recessione dovuta ai lockdown non è un fatto negativo, ma è un'occasione preziosa per togliere di mezzo finalmente alcuni mercati giudicati obsoleti e sostituirli con 20 nuovi grandi "mercati" che permetteranno una gloriosa rinascita in tutti i paesi che aderiranno a questa "rivoluzione". La parola "mercato", usata nel documento, è assolutamente riduttiva, perché in realtà si tratta di 20 nuovi sistemi economici, sociali e politici che cambieranno il nostro modo di lavorare, di produrre, di prendere decisioni politiche e, non ultimo, di usare il nostro denaro. In effetti tale "resettaggio su 20 punti" questo Schwab
l'ideologo, e promotore del Great Reset lo ha detto molto chiaramente : se viene a mancare l'America sarà alquan
to Zoppo, e a ben vedere tutta la colossale truffa e mistificazione delle elezioni americane del 2020 che hanno visto mobilitate tutte le forze piu' bieche e piu' oscure del neoliberismo postmodernista nonche' del sinistrismo ipocrita e buonista, era volta a scongiurare la rielezione dell'unico uomo che poteva impedire all'America di entrare a farne parte : Donald Trump. Difatti Il documento fa una disamina dei vari paesi del mondo, facendo una distinzione ben precisa del ruolo che potranno avere in questo "Reset". Quali paesi governeranno questo grande reset e quali lo subiranno I paesi piu' qualificati per governare il Grande Reset sono:

- Per il loro elevato sviluppo socio istituzionale: Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Germania e Norvegia.

- Per le loro potenzialità di generare dirompenti innovazioni tecnologiche: Giappone, ancora Germania, Stati Uniti, Sud Corea e... Francia. Seguono poi paesi con economie ricche, ma con un sistema tecnologico immaturo che richiede ulteriore innovazione: Medio Oriente (Bahrain, Saudi Arabia, United Arab Emirates), Est Asiatico (Indonesia, Malaysia) Isole (Barbados, Cipro, Malta, Mauritius, Seychelles) Africa (Kenya e Namibia). Per ultimi vengono citati paesi con economie avanzate (anche se obsolete) che richiedono un reset sociale e istituzionale (indovina un pò chi fa parte di questo gruppo? - Repubblica Ceca, Israele, Italia, Giappone, Spagna, Polonia e Ungheria. Questi paesi hanno due alternative: - restare indietro e subire tutte le conseguenze della recessione causata dai vari lockdown, oppure...
- modificare profondamente la propria società e le proprie istituzioni per renderle adatte a sviluppare i 20 nuovi settori instaurati dal Grande Reset. Lo ammetto questa spiegazione di Luca Carta, mi ha reso le cose molto più comprensibli : Da tutto questo discorso possiamo spiegarci alcune cose del lockdown italiano che ci erano sempre apparse strane. Ad esempio: 1. Perché il governo non sembra preoccupato di "darsi la zappa sui piedi" portando alla morte alcune attività che in fondo gli pagano le tasse? Risposta: Alcune attività produttive giudicate "sacrificabili" dal Grande Reset possono essere colpite dal lockdwon senza rimorsi. La tua impresa è fra quelle considerate "sacrificabili"? Lo scoprirai quando il secondo lockdown non si farà scrupolo di varare misure che la affosseranno del tutto.
2. Perché il governo mette in lockdown le prestazioni sanitarie ordinarie pur sapendo di allungare cosi' le liste di attesa a livelli tali da rendere poi quasi impossibile smaltirle nei prossimi anni? Risposta: Il Grande Reset prevede un rapporto diverso tra istituzioni e i nuovi settori.Tra questi "nuovi settori" ci sono anche nuove forme di assistenza medica e di servizi e prodotti sanitari che verranno diffusi in modo molto diverso da oggi. In futuro, le istituzioni pubbliche non saranno piu' un ostacolo alla diffusione di tali servizi, che diventeranno in gran parte a pagamento. Al contrario, ci sarà una perfetta sinergia tra la politica e le esigenze di marketing di "Big Pharma" e degli altri settori della scienza medica. Ma per arrivare a questo, bisogna prima neutralizzare e rendere inutilizzabili i servizi sanitari tradizionali. 3. Perché il governo sembra in alcuni casi andare controcorrente rispetto alle direttive del Grande Reset, ad esempio promuovendo ancora la scuola in presenza come un "valore" quando la didattica digitale è al contrario tra le priorità del Grande ? Risposta: l'Italia, quella di questo Governo sta già cercando di attuare i drastici cambiamenti richiesti dal Grande Reset, che potrebbero essere proprio quelli che dico io : le lobbies farmaceutiche sanitarie, unite ad un diffuso controllo mediatico/sanitario di tipo terroristico, che utilizza l'impianto comunista come il più appropriato ai suoi scopi e si serve di una classe politica totalmente squalificata pronta a farsi "volenterosi carnefici di libertà, e che restano individuati dalla ipocrita buonista mntallitaà di sinistra. Ci sono alcuni campi un po' complicati in cui il cambiamento sarebbe uno shock per la popolazione o andrebbe contro gli interessi dei gruppi di potere che lo sostengono. Per tale ragione, il governo cercherà sempre di capire in quali settori potrà "scappottarsela", ritardando un po' il cambiamento e facendo il "finto tonto". D'altra parte, i fautori del Grande Reset sanno bene che non tutti i paesi "fanalini di coda" dell'elenco precedente (fra cui l'Italia) riusciranno a realizzare del tutto o in parte l'ideale cambiamento da loro propugnato. Come avviene già da anni fra i paesi membri dell'UE, anche il Grande Reset tollererà la presenza di "pecore nere" da sovvenzionare con soldi pubblici mentre vanno alla deriva della storia (e l'Italia è un buon candidato per questo ruolo). Purché questi paesi non combattano i cambiamenti in atto e rinuncino ad essere protagonisti sulla ribalta internazionale, limitandosi a fare da utili comparse in vari scenari. In sostanza, quindi, possiamo dire che in questo secondo lockdown l'Italia puo' procedere con maggior sicurezza nel limitare i diritti costituzionali delle persone e nell'instaurare fenomeni recessivi che potranno distruggere alcuni settori, sia privati che pubblici. In questo movimento globale coordinato, si mescolano come sempre interessi generali (gli ideali del Grande Reset) e interessi locali (le esigenze di consenso interno e gli interessi di bottega dei vari supporter governativi). Diciamo che il World Economic Forum fornisce la cornice ideale, gli strumenti scientifici e tecnologici, le direttive generali che permettono a ogni lockdown di avere un senso storico e quindi una giustificazione politica e morale. I paesi non sono tutti uguali e quindi non faranno tutti lo stesso balzo in avanti economico e sociale auspicato dal Grande Reset. Per alcuni di questi, la recessione non sarà un "evento salvifico", una seconda nascita di stampo quasi religioso, sarà recessione e basta...In conclusione, certamente il processo di "reset" è iniziato anche in Italia, ma fino a quale profondità e in quali settori si spingerà in questo angolo di mondo è ancora presto per dirlo. Al momento, di certo possiamo dire che la sanità, il denaro digitale e poco altro sono già in profonda trasformazione. Ma ci sono li' fuori altri 18 settori strategici che l'Italia non ha nemmeno iniziato a sfiorare col pensiero, figuriamoci iniziare una profonda riforma all'interno di essi. e diciamoci la verità forse, anzi di sicuro io sono troppo vecchio per accettare toutt court queste profonde modificazioni davvero alla Grande Fratello che qui sono prospettate. Riporto l'articolo, mi colpisce per la lucidità dell'analisi, ma ovviamente non posso essere d'accordo e mi batterò fino allo spasimo, mi batterò fino alla morte che rappresenta una fin troppo desiderabile evenienza pur di non finire come nel libro di Orwell È davvero surreale il mondo in cui ci stanno portando, l'intento supremo é quello di abrogare del tutto qualsiasi anelito di rapporto e scambio sociale, difatti lo si vede dai settori e attività presi di mira: tutti luoghi di aggregazione e di socialità. Come fino a poco tempo fa l'unico valore accettato dal capitalismo a carattere consumista  era quello di scambio, ora in questa ultima fase dove il consumismo ha trovato un insperato alleato delle sue più perverse intenzioni il comunismo (nell’accezione della Cina certamente  per via del tipo di capillare controllo messo in atto da tale regime) e un esecutore delle sue mire di deprivazione della libertà individuale e dell’abrogazione di ogni vita sociale,  la odiosa mentalità invidiosa e ipocritamente buonista di sinistra l'unico interlocutore accettato non è l'uomo, ma la macchina Si porta così a conclusione il processo iniziatosi con la Rivoluzione Industriale di espropriazione di riferimento  di essere al mondo dall'uomo alla macchina, che viene quindi assimilato ad un complesso di ingranaggi con insita la possibilità di usura e sostituzione di pezzi, assemblaggio e composizione. In questa fase l'uomo non solo é diventato come una macchina, ma le sue possibilità di rapporto e comunicazione vengono ammesse solo nella modalità di scambio non più con altri esseri umani, sia pure automatizzati, ma con meccanismi informatizzati. Nel vocabolarioTreccani si dice alla voce Negazionismo: " Termine con cui viene indicata polemicamente una forma estrema di revisionismo storico (v. revisionismo), la quale, mossa da intenti di carattere ideologico o politico, non si limita a reinterpretare determinati fenomeni della storia moderna ma, spec. con riferimento ad alcuni avvenimenti connessi al fascismo e al nazismo (per es., l’istituzione dei campi di sterminio nella Germania nazista), si spinge fino a negarne l’esistenza o la storicità. .Sarà la Treccani, ma trovo la interpretazione molto riduttiva e faziosissima, direi quasi commissionata a bella posta. assurdo poi attribuire tale termine solo al fascismo e al nazismo , ma come mostro più avanti io cerco di applicarla ad ogni periodo storico Io mi sento negazionista questo è ovvio, ma in un senso più critico, più da studioso minuzioso, come legittimo dubbio su interpretazioni un pò troppo stereotipate della storia tipo chessò la spedizione dei Mille che da sola avrebbe liberato l'Italia meridionale e senza l'aiuto dell'Inghilterra, il ruolo della Contessa di Castiglione e la meschina spregiudicatezza di un Cavour, l'odio feroce tra Garibaldi e Cavour che portò quest'ultimo ad un colpo apoplettico durante una burrascosa seduta della Camera sulla questione dell'Esercito Meridionale, in cui Garibaldi apostrofò il presidente del consiglio dell'epiteto di lenone (pensiamoci bene: mica tanto a torto!) ed ancor prima: che il Generale Bonaparte sia stato quel fulmine di guerra durante la campagna d'Italia del 1796/97 e non solo un solerte esecutore delle disposizioni del Direttorio , molto aiutato dalla fortuna e anche dopo, come ad esempio a Marengo, e venendo a tempi più recenti: che Kennedy sia stato ucciso a Dallas dal solo Oswald, che Moro sia stato ucciso dalle BR e non da qualcuno molto, ma molto più potente e si!!!!! arriviamo all'oggi : che ci sia in atto una pandemia di un micidiale virus (quando anzitutto bisognerebbe appurare cosa sia veramente un virus e guardare un pò più a Bernard (il microbo è nulla, il terreno è tutto) , a Bechamp e non a Pasteur che di quest'ultimo ha saccheggiato le sue scoperte, quindi a Rife e infine ovviamente ad Hamer che ha rivisitato la maggior parte delle cosiddette scoperte della medicina allopatica altamente iatrogena, come proprio i recenti fatti hanno dimostrato . Insomma per me negazionista significa essere un tantino anticonformista nei giudizi storici ed anche scientifici: anticonformisti, ma anche informati, aperti alle più svariate possibilità e senza mai dare nulla di scontato. Se dobbiamo dar retta al signor "non-so-tutto-ma-ci-provo!" ,responsabile di tutta questa situazione non è il virus impazzito, complotti di poteri forti, fuga di bacilli da laboratori...., no! niente di tutto questo, più o meno alla Spectre, senza che spunti fuori il James Bond di turno, anzi quello originale, lui il grande Sean Connery, ma la cosa più semplice, più banale e anche più antica di tutte : LA PAURA. si-vabbè, lui ha parlato di sintomo che coi grandi numeri transiterebbe nel simbolo, un io penso che deve cedere il passo ad un es, che non parla, non spiega, non giustifica, ma semmai ripete con tutte le sue modalità sempre una certa cosa, ripete per il semplice motivo che non è mai capita. La paura e' la più efficace delle emozioni, a volte può tornare utile nell'economia e tornaconto dell'esserci, ma se estrapolata dall'accadimento contingente e trasferita con appunto il sintomo, nell'organico , allora diventa davvero pericolosa e nefanda; peggio ancora, se con l'applicarsi ad una moltitudine, allora dal sintomo passa al simbolo, dove il referente non è più un singolo corpo, ma quello di tutti, o quasi tutti. Ecco che abbiamo il quadro della epidemia o addirittura pandemia, che è riscontrabile oggi con inquietantissime similitudini a tutte le precedenti occasioni di diffusione: la spagnola del 1919, la peste di Milano del 1630 di cui abbiamo un eccezionale resoconto nelle pagine dei Promessi Sposi, quella di Roma dopo il Sacco del 1528 e quella davvero globale, tanto da essere definita la pandemia per eccellenza, la peste nera del 1348. Ma viene da chiedersi : la paura di che? Del male in sè, è ovvio, del contagio, con tutto il diffondersi di quegli episodi di isteria collettiva, che sempre Manzoni ha condensato nel saggio aggiunto a I Promessi Sposi "Storia della colonna infame" ma viene ulteriormente da domandarsi "questa paura però è paura di paura, ma qual'è la sua origine, da dove viene ? dai topi, dalle mosche, dagli scarafaggi o da altri animali, serpenti, pipistrelli, vampiri, insomma sempre animali che nell'immaginario collettivo hanno sempre una valenza fortemente ripulsiva, oppure da untori che agiscono all'ombra di chissà quale complotto (l'untore della Colonna Infame si è evoluto oggi in un tecnico di laboratorio che per dolo o per sbaglio si è lasciato sfuggire un non meglio precisato batterio, virus che sia, in grado di diffondersi a macchia d'olio e seminare morte , distruzione e....panico : ecco ci siamo ritornati alla paura ....ma se invece di essere un effetto fosse proprio lei la causa ? come i sintomi più pericolosi sono quelli indotti dalle loro stesse manifestazioni, innescando nel corpo una sorta di corto circuito, (sempre il solito discorso perchè non sono capiti) così a livello di simbolo che si ripete, più grande e impressionabile è una moltitudine più quel certo effetto sarà moltiplicato e ingigantito. Eh si! bisogna ammettere che il "signor-non-so-tutto-ma-ci-provo" sarà un pò complicato, astruso e anche un titinin criptico, però va preso nella debita considerazione : LA PAURA ALLA BASE DI UNA PANDEMIA! diciamocela tutta: è piuttosto plausibile. D'altronde anche la sua cura, preventiva o correttiva che sia è piuttosto opinabile: venuta da dove non si sa? originata da chi? anche in merito al suo superamento, alla auspicata guarigione, nessuno può stabilirne con precisione a chi o a cosa sia dovuta. e se fosse proprio ...nevvero signor non-so-tutto-ma-ci-provo???? all'allentamento della paura, fino alla sua totale dismissione ! (non ce se ne ricorda più!) Dimenticarsi di aver paura, bello no? c'è una cosa però da rimarcare: tale dimenticanza è sempre avversata e scongiurata dalle classi al potere e dai loro lacchè i cosidetti media ed anche apposite classi sacerdotali, che fanno di tutto perchè mai e poi mai l'uomo superi del tutto la paura, non c'è niente come la paura che tenga imbrigliate le genti , le renda docili e ossequiose ed anche all'occorrenza astiosi e ostili verso chi non rientra in tale ordine , perchè ricordiamolo sempre: niente fa paura come chi non ha paura. Non a caso una persona che alla cosidetta scienza riduzionista in particolare nella sua emanazione della medicina istituzionale e iatrogena, ha fatto una paura proprio "nera" e' stato Rick Geerd Hamer lo scopritore del nesso tra mente e corpo e l'ideatore delle 5 leggi Biologiche , ovvero un tutt'altro modo di affrontare i problemi della salute e della malattia. Proprio per il suo nuovo approccio a tale problematica, che in sostanza ha debellato tutte le oscure paure correlate al morbo maligno, alle diagnosi infauste, e ha disvelato la iatrogenicita' della medicina farmacologica, Hamer e' uno che al sistema fa paura. In verita' paura e pandemia sarebbero un prodotto di un Es rozzo non mediato dalla ragione e quindi un simbolo, a integrazione e moltiplicazione della malattia individuale, così come registrata attraverso il sintomo dall'io !? Sostanzialmente la sconvolgente rivelazione del sogno di stamane sarebbe tutta qui, e francamente passate un certo numero di ore, non mi pare niente di così sconvolgente. Certo c'è la diversa modalità di rapportarsi ora con l'una ora con l'altra, anche se poi a ben vedere le cose non sono così nettamente separate, anzi rappresentano quella solita musica delle due facce di una stessa medaglia. Difatti anche il sintomo che sarà pure l'essenza stessa dell'io, ha una valenza simbolica, solo che non è quasi mai riconosciuta, rientrando subito nella catalogazione della coscienza e andando a costituire una rigida nosografia che si presta ai vari protocolli di cura, spacciati per guarigione . Il signor Mario Nardulli di cui questo "signor-non-so-tutto-però-ci-provo" si è fatto portatore, però rappresenta una notevole eccezione per non dire una vera e propria discrasia a tale assunto e questo fin dalle prime esternazioni del rapporto con la malattia : la tubercolosi dell'autunno del 1959, gli orecchioni della primavera del 1963.Per la prima vigeva il simbolo della cattiveria incarnato in un bulletto più grande soprannominato Ovatta, che lo vessava negli anni dell'infanzia, che successivamente si era andato ad ammalare di tubercolosi con grande impressione e clamore di tutto il quartiere e anche suo , il cui inconscio aveva pensato bene di anticipare la traslazione di classi di appartenenza teorizzata da Ignacio Matte' Blanco nel trascinamento del suo inconscio da un insieme infinito all'altro (ovviamente rapporto individuato una trentina d'anni dopo); per la seconda gli orecchioni, aveva fatto leva sul significato letterale del termine e non su quello diagnostico: orecchioni = grandi orecchie. e come mai ? semplice? per sentire meglio la serie di racconti e resoconti della nonna paterna sulla persona del nonno paterno e suo omonimo tra vari periodi storici per lui di grande fascinazione (Era Umbertina, Belle Epoque, Esposizioni Universali, Palermo dei Florio, poesie d D'Annunzio, Gea della Garisenda e Campagna di Libia , Grande Guerra , Rivoluzione d'ottobre, Fascismo, etc.) Più simbolico di così???? proprio eguale ad un sogno, ad un atto mancato, ad un lapsus , ovvero tutti i famosi "discorsi riusciti" analizzati da Freud di cui malattia e sopratutto pandemia che vede decuplicare gli effetti, sono espressione.

ENTUSIASMO PER GLI DEI DELL'ETA' DELL'ORO

  La Techne' fu una  pratica di rappresentazione sempre piu’ raffinata - termine che nella accezione antica aveva pero’ un significato m...