e se tornassimo sul desiderio? folletti, barbe impigliate e a "cominciare con tre", che in qualche caso possono arrivare a settel sette è un numero magico e non solo nelle favole, una sessantina d'anni fa lo psicologo George Miller stabilì una specie di formula sul limite di capacità umana di rattenere informazioni che vedono il sette appunto investito della qualifica di "magico" mettendoci però un più o meno due: " The Magical Number Seven, Plus or Minus Two: Some Limits on Our Capacity for Processing" la tesi di questo psicologo afferma che il numero di informazioni che una mente umana media può tenere in mente mentre è in funzione di questo 7 ± 2. ed è una tesi che addirittura è assurta a livello di legge: la "Legge di Miller" appunto e ha molto influenzate le ricerche in tal senso della famosa scuola di Palo Alto diretta da Grigory Bateson. Ha influenzato anche le prime formulazioni di Bandler e Grinder che hanno diminuito non il sette, ma quel due portandolo a uno (7 ± 1), però attenzioni le informazioni non sono desideri, il desiderio ha sempre qualcosa che ha che fare con la magia e quindi ritornano i folletti, i nani (che anche loro sono canonicamente sette) questi folletti, nani e quant'altro sono in verità l'evoluzione alquanto diffusa, degli antichi dei, quando ancora non erano morti dal ridere quando ebbero sentore che c'era un dio che diceva di essere il solo (l'origine della tragedia di Nietzsche) e potrebbero essere presi a sostegno della tesi del diverso autore a proposito dell'Iliade e l'Odissea nella celeberrima "Questione Omerica" Ove difatti nella prima gli dei parlavano direttamente agli uomini, attraverso quella che Jaynes chiama "la mente bicamerale" nella seconda no, ma appunto attraverso la moltiplicazione di questi espedienti quasi coscienziali, di figure a metà appunto tra divino e umano. Dovremmo un pò riflettere sul perchè in tutte le antiche scritture, non però quelle razzaffonate e neppure tanto antiche, della bibbia, vangeli o altro ciarpame del genere, no! scritture serie, mitologia coi controcazzi, si allude sempre al trauma di questo silenzio degli dei "perchè gli dei non ci parlano più? "perchè tacciono?" e' una riprova del "rimanere soli, sperduti nel buio" "della chiamata che nessuno è più in grado di udire, perchè avviene nel mondo sperduto del tacere" e anche degli espedienti messi in atto dall'uomo edotto daPrometeo e separato dal coltello di Zeus, per cercare di supplire a questa "mancanza" il desiderio, a ben vedere è la pietra angolare di tutta la psicoanalisi: cos'è l'infanzia difatti se non l'albergare del desiderio a livello di quasi infinito? ci somiglia anche l'infanzia all'eternità col suo tempo rallentato, col suo mondo a "portata di mano", sotto il balcone, coi suoi caschi di glicini che accompagnano i tuoi passi e i fiori che sembrano spuntare solo per te : a posteriori, da adulti si ritrova in un romanzo di Carlo Levi o in racconto di Hermann Hesse, se ne giustifica l'impatto con la ricapitolazione della filogenesi e la teoria dell'Animismo, si legge e si rilegge Freud, come diceva Lacan, si inizia col defilè degli archetipi dell'inconscio collettivo di Jung e si va alla ricerca degli insiemi infiniti di Mattè Blanco. e in buon ultimo (ideale... non cronologico) si cerca il folletto, la barba impigliata, il genio della lampada, per arrivarci a questo benedetto desiderio, se non proprio dentro, perlomeno nei pressi, sull'intorno, come diceva Eraclito, e scoprire magari che non c'è nessun dio nei paraggi, ma piuttosto un demonio Il detto di Eraclito suona infatti : "ηθος ανθρωπω δαιµων" c'è anche chi ha tradotto quell' Ηθος con carattere e quindi sarebbe il carattere degli uomini ad essere prossimo ad un demonio, ma Ηθος significa anche soggiorno, luogo dell’abitare ed ecco allora che secondo la parola di Eraclito: non il carattere, ma il luogo è δαιµων! e siccome Eraclito usa indifferentemente tale parola sia per demonio che dio, Il detto, significa che l’uomo, abita nella vicinanza del dio che però è anche demonio, ovvero !al di la' del bene e del male! tra le strade e stradelle di questo cammino possiamo quindi imbatterci nella curiosa scenetta del nanetto colla barba impigliata sotto un tronco d'albero o in quella famosa lampada che contiene il genio imprigionata."bhe", come diceva Julia Roberts nel film "Pretty Woman" ...."voglio la favola!"
il nome è ripreso da un vecchio locale di Praga Solidni Nejistota dei primi tempi dopo la liberazione dal comunismo
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