martedì 14 ottobre 2025

NAPOLI DEL '64

Diamine che botta!!!! Una napoletana verace, sensuale e così disponibile con addirittura un locale con tanto di letto annesso in una camera a parte,  e io dagli a ostentare oramai una certa abilita’ , tanto da sentirmi dire, dopo la terza volta “ mi piaci e lo sai che chiavi bene, proprio bene”  Be’ a 16 anni, anche stavolta pero’ me ero attribuito un paio d’anni in piu’  sentirsi fare tale apprezzamento non era male;  non avevo menzionato il fatto che di li’ ad una settimana sarei entrato alla Nunziatella, che avevo capito che lei aveva una mentalita' piuttosto anti convenzioni e di certo non avrebbe apprezzato la cosa  . – ecco semmai c’era da darsi da fare in quella settimana , tanto piu’ che qualche giorno dopo lei se ne era uscita che c’era una amica piu’ grande alla quale aveva magnificato le mie caratteristiche sia apparenti di fisico, sia di prestazione in pratica, tanto che questa  ci avevi invitati entrambi in casa sua a Posillipo.
Era una donna di 28 anni, Renata, piu’ paffuta di Elvira ma anche lei coi cappelli colorati con la Henne’ , sposata con un organizzatore di eventi e proprietario di un negozio di strumenti musicali
  che pero’ aveva una trentina d’anni piu’ di lei, e quindi la lasciava anche piuttosto libera .
Nella sua casa a Posillipo ebbi quindi la mia prima volta con due e fui piu’ che prestante 
venendomene numerose volte e soprattutto soddisfacendo a ripetizione sia Elvira che  la bella signora che era davvero raggiante.   Superfluo sottolineare che prima che mi andassi a rinchiudere nel collegio Militare la bella Renata me la cuccai a sola, facendole visita alla sa casa di Posillipo . Il 3 ottobre entrai al collegio mi presero le misure per l’uniforme  e due giorni dopo ero in ghingheri con la splendida divisa blu scuro a doppia abbattonatura e la ampia mantella. anche se sul colletto non portavo ancora le stellette perche’ quelle si potevano avere solo al compimento dei 17 anni  e all’iscrizione delle liste di leva che ratificava l’appartenenza ad una struttura militare.  La divisa e le prime passeggiate per Napoli lungo via Caracciolo furono probabilmente l’unica consolazione dell’impatto con la scuola che fu veramente duro….disciplina ferrea, sottoposti agli ordini e vessazioni di tutti non solo i superiori ma anche gli allievi piu’ anziani e i soldati semplici che prestavano servizio  nella scuola considerandoci dei pazzoidi masochisti  - insomma  il “chi me l’ha fatto fare” venne spontaneo quasi subito, ma di certo non mi potevo tirare indietro, pero’ ecco che  non era trascorsa una settimana che ebbi un cazziatone terribile da parte di un cadetto del 2° anno  e il giorno dopo da due del 3°, ma la peggiore fu da un Tenente dei paracadutisti  che avevo scambiato per un soldato semplice dato che stava in camicia,  e che mi aveva chiamato salamone lungo intimandomi di fare silenzio “ma tu una padellata di cazzi tuoi non te li sai fare “  gli avevo risposto secco per rivolgermi agli altri allievi  cercando di spiegatre il mio disappunto “questi cazzo di soldati qui di servizio ci disprezzano perche’ siamo dei volontari e si sentono in dovere di trattarci male, manco fossero dei colonnelli. Il presunto soldato dopo quella mia invettiva era scomparso senza replicare ma era ricomparso con la giubba dove spiccavano le due stellette, il fregio di paracadutista sopra il taschino di destra e quello del corso di ardimento sopra il sinistro e uno striminzito  baschetto grigioverde dove spiccavano pure di lato due stellette dorate. Mi chiamo’ con il dito e se ne usci’ in una ramanzina feroce con tanto di insulti e improperi “sono il tuo nuovo istruttore di educazione fisica e le vedi queste scale?” mi fece indicandomi la grande scalinate della scuola “te le faccio fare a calci in culo e a ruzzoloni, pezzo di  merda  e giu’ con tutta una serie di improperi  “Mi scusi Tenente “ gli feci io cercando di mantenere la calma  “ma lei vede stellette qui sul colletto? No!? Ebbene a allora come si permette di  insultarmi in questa maniera ? da carrettiere , debbo dire!” Dovette  interrompersi ma nei giorni seguenti mi faceva fare gli eserrcizi piu’ duri, la corda a testa in giu’,  il salto in alto di 1,80 “allora spinlungone non riesci a saltare neppure la tua altezza !“ mi fece  “allora deve mettere l’asticella a 1,83 “ gli risposi sprezzantemente . e gia’ per fortuna che ero un portento in tutte le attivita’ ginniche , in particolare le parallele dove volavo in tempi di kippe facendolo schiumare della rabbia, lui poi che sara’ stato alto si e no 1,70, e sotto il basco si notava gia’ una incipiente calvizie. Avevo fatto presente alla direzione della scuola che avevo un personale di 4 metri nel salto con l’asta e pertanto chiedevo che mi procurassero una fiberglass di ultima generazione, ma per l’intanto non si trovo’ altro che un’asta di alluminio e una di bambu’, con la prima piu’ di 3,50 non riuscii ad andare, ma con quella di bambu’ che risaliva agli anni cinquanta e che  che un minimo si fletteva,  riuscii ad arrivare a 3,90. Sempre piu’ amareggiato e anche contrariatoci fu anche la faccenda, che Elvira  passando, un pomeriggio quasi sera, proprio davanti la scuola, mi aveva riconosciuto e non sto a dire quanto mi aveva sfottuto “ma guarda  il fichetto romano che è invece uno di quei coglioncelli tutti azzimati della Nunziatella , chi l’avrebbe mai detto, sai quando lo dico a Renata….?” “Ma porca vacca!” andavo riflettendo mentre quella continuava a inveire  incurante della gente e anche di numerosi altri cadetti che assistevano allibiti alla scena  “ma possibile che in quel periodo  dovevo sorbettarmi cazziatoni e filippiche da tutti, persino dalla mignottella che mi ero strascopata?” Sembrava proprio invasata e non dava a intendere di piantarla fidando sul fatto che io mi ero ingobbito nella mantella evitando di rispondere “ ti voglio raccontare una cosa” fece cercando di scuotermi, rivolgendosi anche al crocchio di altri cadetti che erano dappresso “e anche a tutti voi fichetti in uniforme, verso giugno fui invitata ad un ballo nella vostra scuola  per cantare, dato che si  festeggiava mi pare  il fine corso, ebbene uno di voi, mi fece il baciamano ed io neppure un minuto prima avevo appena finito di fare una sega al batterista del mio complesso e avevo ancora  la mano tutta piena di spaccimme” “ Ora basta!” Tuonai imperioso piazzandomi a gambe larga e avvolgendomi nella mantella “vedi d’annattenne e fallo alla svelta se no ti porto al piu’ vicino posto di polizia !” “va bene va bene “ fece lei “aspettati pero’ domani di vederci all’uscita a me e Renata che ci faremo quattro risate a vedere te e i tuoi amici manichini” L’incidente non passo’ sotto silenzio e gia’ in serata tutta la Nunziatella sapeva dell’accaduto, anche ovviamente il mio caro tenente dei paracadutisti che non gli sembro’ vero la mattina seguente all’ora di educazione fisica in cortile,  di rompermi i coglioni  ironizzando pesantemente sull’episodio “e così il nostro salamone lungo si fa zimbello delle puttane? Certo questo e’ di gran prestigio per la gloriosa tradizione della nunziatella “ e roba del genere , forse peggio. Cercavo di non dargli adito, muovendomi con la mia asta di bambu’ e provando a fare i 4 metri, per fare  un salto disastroso in cui passai addirittura sotto l’asticella suscitando l’ilarita’ di tutti e le solite pesanti battute del tenente “ah bene un nuovo modo di ottenere risultati, passarci sotto, forse e’ piu’ facile così come con le donne,  frequentare zoccole e non ragazze per bene, e poi farsi anche insultare “Sai che nova c’è?” feci buttando l’asta ai suoi piedi e dirigendomi minaccioso verso di lui “che c’ hai proprio rotto la fodera der cazzo “ e paffete uno schiaffone a mano aperta sul centro del  viso che lo fece stramazzare a terra in una pozza di sangue. Ovviamente fui subito sospeso e sottoposto a commissione d’inchiesta il cui giudizio venne emesso il martedi’ 17 novembre 1964. Furono accettate le circostanze attenuanti del comportamento vessatorio del tenente , ma cio’ nonostante non si poteva passare sopra al grave gesto di offesa fisica  fatto allo stesso, pertanto si addivenne alla decisione di allontanamento dalla scuola adducendo  non precisati motivi fisici, senza che nulla di pregiudicante  fosse ufficializzato. Fui pertanto invitato a presentare io in prima persona le dimissioni per motivi fisici, cosa che per la verita’ feci con molto sollievo e una certa gioia. Il giorno seguente 18 novembre alle ore 17. 00 lasciai alle mie spalle il portone della Nunziatella senza il benche’ minimo senso di rimpianto, anzi facendo un bel sospiro di sollievo per essermi toto da una struttura e anche una situazione che si era rivelata sempre piu’ insopportabile. Tornai così alla mia via Nicolo’ V, ai miei studi psicoanalitici, che detto per inciso non erano per nulla visti bene alla scuola, anche alla Libertas per riprendere gli allenamenti indoor del salto con l’asta con fiberglass e infine bisognava ora vedere se il Virgilio dove avevo preso la licenza Ginnasiale  mi avrebbe ripreso in prima liceo, oppure mi sarei dovuto riiscrivere al Tasso. C'era una terza possibilita' di tornare al Flaminio per fare il salto, ma non ci si poteva presentare alla maturita' a 17 anni, in tal senso si poteva fare una
domanda entro il 25 gennaio per farla prima, ma e' una cosa che si poteva fare solo in seconda liceo e solo  se si aveva la media dell'8. quindi non mi rimaneva che tornare dai banchi di 1^ liceo e aspettare quale Istituto mi accettasse. Alla fine ebbi via libera in entrambi, ma preferii il Virgilio che mi era piu' comodo da raggiungere con il 46 che passava proprio sopra a via Nicolo' angolo via Aurelia. 

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