L’INGANNO PIU’ GRANDE DELLA SOCIETA’ DEI CONSUMI
Non è certo il primo articolo che scrivo su virus e batteri, e anche su funghi e micobatteri ovvero i tanto bistrattati microbi che da quasi duecento anni sono reputati i più probabili responsabili di tutte le malattie infettive, ci sono però spesso degli aggiornamenti che traggo da persone amiche e che ovviamente condividono le mie idee (Leggi rivoluzione di Hamer l'unica medicina che abbia una qualche ragionevolezza) Valdo Vaccaro, Nino Niandi da cui ultimo ho preso questi ragguagli, cambiando la dizione da microbi che ha sempre un tono di minaccioso a quella di microrganismi : i microrganismi si trovano dappertutto,
vivono in qualsiasi ambiente, popolano a miliardi qualsiasi centimetro cubico
della terraferma, del mare e dell'aria, li si trovano in luoghi e fra gli
elementi fra i più ostili del pianeta, quali il ghiaccio, la neve e le acque ad altissime
temperature. Ma cosa più importante essi si trovano nel corpo di tutti gli
esseri viventi, piante ed animali compresi. È impossibile sfuggire ad essi,
evitarli. Nel nostro corpo - per restringere il discorso all'essere umano -
abbiamo circa 100 mila miliardi di microbi. Nel nostro corpo ci sono più
batteri che cellule (dieci volte più batteri che cellule). Essi stazionano a
centinaia di miliardi in ogni luogo del nostro corpo: bocca, naso pelle,
intestino, muscoli, ossa sono pieni di microorganismi. Siamo letteralmente
colonizzati, circondati dai microorganismi. Li inaliamo, li beviamo, li
ingurgitiamo con i cibi, ce li passiamo a vicenda, ecc. I microrganismi sono le prime forme di vita comparse
sulla terra, anzi, per qualche miliardo di anni sono stati gli
unici esseri viventi a popolare la Terra. Noi - al pari di qualsiasi forma di
vita esistente sulla terra - deriviamo dai microbi, ci siamo sviluppati dai
microbi e da milioni di anni viviamo a contatto e in perfetta simbiosi con
essi. La stessa cellula non è altro che un antico batterio che ha inglobato al
suo interno un altro batterio (il mitocondrio) per meglio svolgere le sue
attività vitali (respirare e produrre energia). I
microbi non sono affatto - come la contraffatta e antiscientifica TEORIA DEI
GERMI di Louis Pasteur vorrebbe farci credere - i nostri nemici, non
costituiscono una minaccia per la nostra vita e per la nostra salute. Tutto il
contrario: essendoci noi sviluppati dai microbi, vivendo da sempre in diretto
contatto con essi...noi non potremmo più vivere senza microbi, senza il loro
apporto e la loro preziosa, fondamentale collaborazione. Infatti molte delle
funzioni svolte dal nostro organismo avvengono con la mediazione, con l'azione
decisiva dei microorganismi. Senza la loro presenza noi moriremo all'istante,
come è stato dimostrato in molti esperimenti di STERILIZZAZIONE di cellule,
piante ed animali. Tutti gli organismi viventi separati artificialmente dai
batteri sono morti all'istante, non sono riusciti a sopravvivere all'uccisione
dei microorganismi che popolano i loro corpi. E questo perchè i microrganismi
sono essenziali allo svolgimento di molte funzioni, di molte attività proprie
dei nostri organi e tessuti, prima fra tutte l'attività nutritiva (senza
l'aiuto dei microbi, senza l'apporto della nostra flora batterica noi saremmo
incapaci di digerire e assimilare il cibo, le sostanze nutritive. Così come
saremmo incapaci di sintetizzare molte sostanze - fra cui vitamine e proteine -
indispensabili alla costruzione di quei mattoncini cellulari che formano i
nostri organi e tessuti). Come molti scienziati hanno spiegato tutti gli esseri
viventi non sono in grado di svolgere molte attività per loro vitali senza
l'apporto e l'intermediazione dei batteri. I batteri dunque, visti come nemici mortali dalla Teoria
dei Germi e dalla medicina ufficiale vivono tutti intorno a noi, all'interno di
noi, formano una parte essenziale del nostro organismo. Noi viviamo con essi e
per mezzo di essi. Pretendere quindi di voler distruggere, sterminare ciò di
cui in gran parte siamo fatti significa voler distruggere, sterminare noi
stessi, le nostre persone. Se i microbi, come pretende la Teoria dei Germi, avessero
voluto distruggerci essi l'avrebbero già fatto milioni di anni fa, quando il
nostro corpo era ancora debole e in formazione, non ancora attrezzato e
strutturato per resistere agli urti e agli attacchi esterni, all'assalto di una
miriadi di agguerriti e famelici nemici. I microrganismi per primi avrebbero
distrutto o fagocitato quell'embrione, quel progetto di cellula che a fatica
stava per costruirsi ed emergere dalle insidie e dalle trappole della Natura. In verità, se la TEORIA DEI GERMI - e cioè che ci sono
agenti patogeni che ci fanno ammalare e ci uccidono - fosse VERA non ci sarebbe
più, da miliardi di anni, nessun essere vivente sulla Terra a testimoniare la
verità di tale teoria. L'idea che i germi fossero
dannosi per l'organismo e costituissero la prima causa delle malattie fu
sviluppata per la prima volta in maniera compiuta dal chimico francese Louis
Pasteur. Invero molti contemporanei di Pasteur si
accorsero - grazie al microscopio ottico da poco inventato - che i germi si
trovavano quasi sempre in ogni organo e tessuto malato: nella parte del corpo
dove infuriava la malattia là si trovavano, pullulavano i microbi, i batteri, funghi, micobatteri e anche qualche decennio dopo : i virus. Da questa osservazione fu facile arrivare alla conclusione che fossero i germi
la causa della malattia. E questa fu la conclusione a cui approdò Pasteur: se i
germi erano sempre presenti nel tessuto malato osservato allora essi dovevano
essere i responsabili della malattia(un pò come il famoso “effetto pompieri”:
dato che in ogni incendio in corso sono sempre presenti pompieri, si deduce che
devono essere appunto i pompieri i responsabili di tale accidente, boutade che
lo stesso Hamer non mancò di manifestare, mettendoci la variante degli alieni
da Marte, i quali appena sbarcati sulla terra, si ritrovano per puro caso ad assistesse al divampare di
molti incendi. Questi alieni - come fece Pasteur con i microbi - accuserebbero,
senza pensarci due volte, i pompieri di essere gli unici responsabili degli
incendi, i piromani della situazione. Gli alieni infatti notano che i pompieri
si trovano sempre sul luogo dell'incendio. Non sapendo i marziani che i
pompieri sono là per spegnere l'incendio essi sono spinti a credere che i
pompieri solo coloro che appiccicano gli incendi). In realtà, come dimostrò Hamer un secolo dopo
Pasteur, i microbi, così come i pompieri, non si trovano sul "luogo del
delitto", nel tessuto o nell'organo malato per appiccare l'incendio, per
far divampare la malattia...ma piuttosto per spegnerla, per guarire l'organo o
il tessuto malato, per aiutarlo a guarire. Infatti ciò che fanno i microbi è quello di demolire i tumori,
di smantellare, aggredendole, le cellule tumorali, i tessuti del corpo
cresciuti in eccesso. I microbi, inoltre intervengono per aiutare a rimarginare
le ferite, per ricostituire e reintegrare i tessuti ulcerati o necrotizzati,
per ricostruire i tessuti cellullari morti. I microbi dunque svolgono la
funzione di chirurghi e di spazzini nel nostro organismo. Come i pompieri si
trovano sempre nel luogo dell'incendio per spegnere il fuoco, i microbi si
trovano nel tessuto malato per aiutare l'individuo a riacquistare la salute.
Che i microbi non siano la causa della malattia fu notato da molti
contemporanei di Pasteur, il quale sia detto per inciso, falsificò numerosi dati i
dati degli esperimenti da lui condotti e scopiazzati da altri studiosi, in primis il molto più esperto e competente Antoine Bechamp Lo stesso Pasteur sul letto di morte
ammise che la sua Teoria dei Germi era sbagliata, che i suoi avversari avevano
ragione, che egli aveva falsificato i dati degli esperimenti da lui condotti,
dati contenuti in circa 10.000 pagine di diario. "Sembra che prima di
morire Pasteur, abbia rivalutato l’asserzione di un suo piu’ anziano rivale
Claude Bernard che sosteneva che “il microbo è nulla, il terreno è tutto” . Uno storico di Princeton, Professor Geison
fece più di cent'anni dopo degli studi approfonditi sulle note
di laboratorio di Pasteur e presentò questi studi presso The American
Association for the Advancement of Science a Boston nel 1993, con tali
conclusioni : Pasteur pubblico’ molti dati contraffatti e fu colpevole in molte
occasioni di "cattiva condotta scientifica", violando le regole della
medicina, della scienza e dell'etica".
Molti avversari di Pasteur, fra cui il citato Antoine Bechamp, dimostrarono che i microbi
non causano la malattia. Questi avversari di Pasteur ovviamente non furono presi in considerazione, dalla classe medica vigente e sopratutto dalle già attive case farmaceutiche, in quanto le loro teorie più corrette da un punto di vista conoscitivo e diciamo anche "scientifico" non si rivelavano altrettanto proficue e redditizie sotto il profilo del profitto economico e del mercimonio della salute Gli avversari di Pasteur, Bernard in primis con la sua famosa asserzione "il microbo è nulla, il terreno è tutto" avevano dimostrato che i microbi non sono la causa
della malattia, Essi si ritrovavano nell'organo o nel tessuto malato ma non erano certo essi a provocare l'affezione. Insomma detto papale papale "non sono
essi la causa della malattia". Semplicemente essi migrano in colonie verso
l'organo malato. A tal proposito è significativa la scoperta fatta Bechamp, che era davvero la bestia nera delle razzaffonate e sempre velleitarie scoperte di Pasteur : a Bechamp fu consegnato un braccio amputato nel suo laboratorio.
Il braccio era stato amputato a causa di una gravissima ferita la quale si
trasformò in cancrena nel giro di poche ore. Analizzando con il microscopio il
braccio Bechamp si accorse che sul braccio non erano presenti microbi o batteri
di sorta. I microbi spuntarono sul braccio amputato solo un giorno dopo
l'amputazione. Da questa scoperta Bechamp concluse che i microbi non potevano
essere la causa della cancrena semmai,
ecco, erano l'effetto di essa. Se noi diamo uno sguardo a come si decompongono
i cadaveri possiamo notare che i microbi intervengono sempre uno o due giorni
dopo la morte, quando cioè il corpo incomincia a degradarsi per mezzo di
sostanze prodotte dal corpo stesso. Queste sostanze, gli enzimi, demoliscono le
proteine, suddividono i tessuti nelle sue parti più semplici, fino a
liquefarli. A questo punto - alcuni giorni dopo la morte - inizia il processo
di putrefazione vero e proprio dovuto all'azione dei batteri. I batteri
aggredendo il corpo rilasciano tossine, sostanze velenose. Prima
dell'aggressione dei batteri i tessuti del corpo in decomposizione non sono
tossici, in essi non si riscontrano segni di avvelenamento. Il corpo incomincia
a diventare tossico soltanto in un secondo momento a causa del metabolismo dei
batteri. Il corpo diventa tossico, velenoso, maleodorante per il fatto che i
batteri banchettano su un corpo privo di ossigeno, in una situazione cioè detta
anaerobica. I batteri producono tossine solo in un corpo in decomposizione, in
un corpo in cui manca l'aria. Al contrario, in un organismo vivente è stato
dimostrato i batteri non producono tossine. Le tossine vengono prodotte solo in
un corpo morto. Di questo era a conoscenza Bernard, era a conoscenza Bechamp e
molti altri, ma , come abbiamo osservato, contravveniva agli
interessi della medicina e della già florida industria farmaceutica. Essi sapevano che i microbi erano innocui, non
dannosi per il corpo umano, non tossici se prelevati da un corpo vivo, da un
organismo ancora vivente. Ma anche i microbi tratti da un corpo morto non
ancora putrefatto non sono tossici o dannosi, come abbiamo visto. Sapendo
questo, molti di essi diedero vita a delle singolari dimostrazioni pubbliche
per smentire l'assurda teoria di Pasteur che i microbi provochino la malattia e
che essi siano infettivi, contagiosi: alcuni audaci sul finire dell'800', ma
anche dopo, nel corso del 900', ingerirono colture di germi prelevate da pazienti
morti appena di colera senza per questo ammalarsi di colera. Famigerata a
questo proposito è la vicenda del professore dr. Von Pettenkofer il quale
davanti ai suoi studenti stupefatti ingerì un grosso bicchiere contenente
milioni di batteri del colera. Senza alcuna conseguenza per la sua salute:
"il professor Kruif che era presente alla lezione scrisse poi che in quel
bicchiere erano presenti milioni di microbi fatti apposta per infettare e
sterminare potenzialmente un intero reggimento". Celebre è pure la storia del dr. Thomas Powell il quale
davanti ad una giuria inghiottì milioni di germi del colera e della peste
bubbonica senza avere effetti per la sua salute. Da quanto abbiamo detto si evince che il contagio non
esiste. I microbi non hanno la capacità di infettare e fare ammalare nessuno.
Se i microbi non sono tossici - e sono tossici soltanto quando si nutrono di
corpi o di sostanze in decomposizione, di corpi cioè in cui manca l'ossigeno -
essi non sono dannosi per l'uomo. Essi possono essere ingeriti a milioni,
spalmati per tutto il corpo, mescolati agli alimenti senza per questo ammalarsi
o subire conseguenze fisiche di qualunque tipo. Pasteur è anche lo ""scopritore" dei virus.
Per quanto riguarda i virus bisogna dire che Pasteur non ne vide mai uno al
microscopio, per il semplice fatto che non era ancora stato inventato il
microscopio elettronico che è l’unico strumento con il quale un virus può
essere visto, sempre in vitro e mai nel terreno. Egli semplicemente postulò
l'esistenza dei virus, sosteneva difatti
che essendo i virus migliaia di volte (fino a diecimila volte) più piccoli dei
batteri era impossibile scorgerli al microscopio. E allora come arrivò Pasteur
a sostenere l'esistenza di questi microorganismi mai visti da nessuno? Egli
arrivò a questa conclusione dopo essersi accorto che non in tutti i tessuti
malati erano presenti i microbi, i batteri. In alcune malattie nei tessuti
malati non c'era traccia di microorganismi, come ad esempio nelle malattie
della pelle (morbillo, varicella, ecc.). Non scorgendo in questi tessuti malati
segni dell'azione dei batteri egli arrivò alla conclusione che dovessero
esistere dei microorganismi ancora più piccoli dei batteri, invisibili al
microscopio, microorganismi migliaia di volte più piccoli dei batteri e
responsabili delle malattie dei tessuti in cui non era possibile scorgere l'azione
dei batteri. Fino agli anni trenta in cui Rife inventò sperimentalmente un
microscopio elettronico e il dopoguerra in cui tale strumento comincio’ a
diffondersi nessuno mai vide un virus da qualche parte. In
verità neppure con il microscopio elettronico fu possibile scorgere, rilevare
questi presunti minuscoli microorganismi. Non scorgendoli da nessuna parte si
ipotizzò che i virus fossero ciò che restava dalla disgregazione dei batteri
morenti. Ciò che resta dei batteri morenti oggi noi li chiamiamo spore. Queste
spore in un primo momento furono scambiate per i virus. Ma quando
successivamente ci si accorse che dalle spore nascevano nuovi batteri questa
idea fu abbandonata. Le spore semplicemente erano gli elementi da cui si
riproducevano, da cui nascevano nuovi batteri. Abbandonata l'idea che i virus fossero un sottoprodotto
dei batteri morenti si escogito' un altro metodo per accertarsi dell'esistenza
dei virus. L'inventore, il creatore di questo metodo fu il figlio di un ricco
banchiere, un tale Enders futuro vincitore del premio Nobel per aver scoperto
l'esistenza del virus della polio. Questo Enders fraudolentemente arrivò alla
conclusione che se - come sosteneva Pasteur - erano i virus a causare ad
esempio la polio o il morbillo bastava prendere del liquido dai tessuti affetti
da polio e da morbillo ed iniettarli all'interno di una cellula sana. Se la
cellula si ammalava o moriva allora ciò era bastevole a dimostrare l'esistenza
dei virus. Tuttavia Enders e i suoi collaboratori prima di iniettare il liquido
estratto dai tessuti della polio e del morbillo procedettero a sterilizzare la
cellula. Questa sterilizzazione e i trattamenti da laboratorio a cui furono sottoposte
le cellule portarono, come era prevedibile, alla loro morte. Morte che invece
Enders, falsamente, attribuì all'azione dei liquidi dei tessuti della polio e
del morbillo contenenti i presunti virus ed iniettati nel corpo delle cellule.
Virus che Enders individuò, ancora fraudolentemente, in quello che restava
dalle cellule morenti. I pezzi, i frammenti rimasti dalla disgregazione delle
cellule morenti furono scambiati da Enders per i tanto cercati e tanto
famigerati virus. In realtà quei frammenti non erano i tanto agognati virus.
Erano semplicemente pezzi della cellula, frammenti dei suoi organelli, del suo
nucleo interno, dei suoi mitocondri. Attraverso questa manipolazione dunque si arrivò alla scoperta
dei virus: i pezzi, i frammenti della cellula morente furono volutamente
presentati al mondo come i virus stessi, come quei invisibili microorganismi
che si introducono all'interno della cellula per ucciderla. Quelli che dunque oggi la medicina ufficiale chiama virus
non sono virus ma parti, frammenti della cellula. Nessuno fino ad oggi ha mai
visto un virus da qualche parte, neppure col microscopio elettronico.
Le
immagini che oggi i media spacciano per virus - come ad esempio la pallina con
gli aculei chiamata CORONAVIRUS - sono soltanto computer grafica, immagini
costruite al computer. Ma se i microbi non fanno ammalare e se il contagio non
esiste allora da cosa sono causate quelle malattie che colpiscono
contemporaneamente una larga fetta di popolazione o un gruppo di persone
concentrate tutte nello stesso territorio? Non i microbi, che come abbiamo
visto non sono dannosi e che ci circondano a miliardi da tutte le parti e senza
dei quali noi non potremmo neppure vivere. Esse sono causate dal fatto che
certi gruppi di persone, una data popolazione si trovano a vivere esperienze di
vita simili, esperienze per lo più traumatiche quali guerre, assedi, carestie,
violente crisi economiche e cataclismi vari. Una crisi economica generalizzata,
una guerra, una carestia per lo più scatenano nella persone le stesse paure, le
stesse preoccupazioni, gli stessi incubi, gli stessi conflitti vitali: le
persone in questi casi hanno tutte - chi più chi meno - paura di venire
mutilati, uccisi, di morire di fame, di essere torturati, ecc. Vivendo le
stesse paure e le stesse preoccupazioni è facile che sviluppino tutte le stesse
malattie. Questo ad esempio è il caso della lebbra e della peste nera (qui di
passaggio diciamo che lebbra e peste sono la stessa malattia. Malattie quali il
vaiolo, la peste, la lebbra e altre malattie della pelle venivano chiamate fino
alla fine del 700' tutte allo stesso modo. I medici non distinguevano ancora
una malattia della pelle da un'altra. E questo grosso modo era giusto perchè
esse erano originate dallo stesso conflitto di vita, dalle stesse paure
esistenziale ed inoltre perchè nelle loro manifestazioni esteriori queste
malattie non si distinguevano in maniera significativa le une dalle altre
(parliamo della lebbra, della peste e del vaiolo). Oggi queste malattie non
sono scomparse e non sono state sconfitte da nessuna campagna vaccinale, come
la medicina ufficiale vorrebbe farci credere. Oggi esse sono diversamente
denominate. Non si chiamano più lebbra, peste, vaiolo ma MELANOMI, melanomi
melanotici o amelanotici, a seconda dei casi. Cambiando nome alla peste e al
vaiolo, ridenominandoli melanomi essi dicono di aver sconfitto, fatto sparire
tramite i vaccini queste malattie, di averle per sempre debellate. Venendo ora
alla PESTE NERA, ciò che scatenò la peste nera e milioni di morti in tutta Europa
non fu il famoso batterio chiamato Yersinia ma una serie di eventi catastrofici
che flagellarono l'Europa per diversi secoli, dal trecento fino alla fine del
settecento. In particolar modo il trecento e il quattrocento furono secoli
percorsi da guerre e carestie. A causare le carestie non fu tanto la
vertiginosa crescita demografica a cui una prolungata una mancanza di terreni agricoli coltivabili
non seppe far fronte. A causare lunghi periodi di carestie per diversi secoli
in Europa fu quella che in seguito gli storici chiamarono PICCOLA ERA GLACIALE.
All'inizio del 300', come riferiscono i cronisti dell'epoca il clima impazzì:
"nelle cronache dell'epoca si leggono racconti di piogge torrenziali, di
inondazioni spaventose, di rovesci che mandarono in malora i raccolti e
complessivamente inizia a fare FREDDO. E lo farà per secoli. Noi uomini del XXI
secolo non abbiamo idea del freddo che faceva in Europa tra la fine del
Medioevo e per tutta l'età moderna: all'inizio del 700' la Senna a Parigi
gelava e il vino al mercato si spaccava con la scure e si vendeva in
blocchi". Durante questo periodo di piccola era glaciale dunque le
carestie divennero endemiche: la gente soffriva la fame e lottava per
sopravvivere. Ma non furono solo queste carestie a flagellare l'Europa: Il trecento il quattrocento, il cinquecento ed anche il seicento furono epoche martoriate da guerre, assedi, scorribande di soldatesche, terrificanti condizioni di inurbamento, crollo di qualsiasi misura igienica, distruzione di raccolti, furti, saccheggi. Queste dunque sono le condizioni oggettivamente
drammatiche nelle quali si sviluppò quella che gli storici chiamarono peste
nera. Tuttavia non furono delle semplici escrescenze, dei melanomi di colore
nero o violaceo, i bubboni della peste a causare tutta quella messe di morti in
Europa. I tumori alla pelle, gli eczemi quali il morbillo o la varicella in sé
non hanno nulla di mortale. E non sono neppure infettivi, contagiosi. Se gran
parte della popolazione europea fu affetta da quelle famose pustole nere sulla
pelle è perchè essa, nella quasi sua interezza, stava vivendo gli stessi
conflitti esistenziali causati dalla guerra, dagli assedi degli eserciti, dalle
scorribande delle compagnie di ventura, dai soprusi dei soldati mercenari.
Tutti coloro che conoscono la medicina del dottor Hamer sanno che dei tumori
alla pelle spuntano negli individui, a protezione della loro integrità fisica,
quando questi si sentono attaccati, sporcati, insudiciati, quando si sentono
aggrediti o minacciati fisicamente. E questo era proprio il caso dei cittadini
europei i quali circondati da tutte le parti da focolai di guerre temevano
continuamente di essere feriti, infilzati, percossi, torturati, uccisi dagli
eserciti nemici (qui non possiamo spiegare tutto il processo che causa il
tumore alla pelle, e quindi pustole e bubboni,qui ci preme sottolineare il
fatto che la peste, i bubboni della peste non fossero per nulla contagiosi o
infettivi, che non causassero di per sé nessuna epidemia o pandemia. La prova
di tale fatto è che la peste come qualsiasi altra malattia non sia
contagiosa - è riportata proprio dagli storici dell'epoca: questi storici ci
raccontano che per raccogliere i cadaveri per le strade venivano impiegati i
pazzi, gli idioti, i "poveri di spirito" i quali non venivano mai
contagiati dal contatto con gli "appestati", non subivano conseguenze
fisiche di sorta sul loro corpo per il fatto di raccogliere gli "appestati".
E perchè questo succedeva? Perchè essi non sapevano nulla di contagio o
infezioni, perchè non erano spaventati dal venire a contatto con gli
"appestati". Il contrario invece poteva succedere con i sani di
mente, con le persone colte, con la gente normale. Ma non perchè queste ultime
venivano contagiate. Ma perchè credendo che i bubboni della peste fossero
infetti, contagiosi essi sviluppavano a protezione del loro corpo un melanoma,
un tumore nell pelle. Ma se le persone non morivano a causa della peste - nessuno
muore a causa di un tumore alla pelle - allora di cosa morivano effettivamente
i popoli europei? Essi, quanto non morivano a causa delle carestie o a causa
delle guerre e degli assedi (e quindi anche a causa degli avvelenamenti delle
falde acquifere, della mancanza di qualsiasi forma di igiene in tempo di
guerra, ecc)...essi morivano a causa dei tumori al fegato o ai polmoni che
sviluppavano per la paura di morire di fame o per la paura di essere uccisi. La
paura della morte provoca un cancro ai polmoni, così come la paura di morire di
fame scatena un cancro al fegato. Tuttavia anche qui non è il tumore ai polmoni
o al fegato che causa la morte. Nessun tumore è causa di morte. Nel tumore al
fegato o ai polmoni la morte nelle società povere avviene nella fase di
guarigione dal tumore, nella fase in cui il tumore viene smantellato, demolito
grazie all'azione dei batteri della turbecolosi. Durante questa fase di
guarigione turbecolare l'individuo perde molte proteine; proteine che devono
essere reintegrate con del cibo ricco di carne. Essendo la carne un cibo
proibito alla gran massa della popolazione povera (perchè molto caro) questa
era praticamente condannata a morte, non aveva nessuna possibilità di
sopravvivere. Sopravvivenza che arrideva facilmente alle classi più ricche in
quanto esse potevano nutrirsi con cibi ricchi di proteine. La morte per peste dunque era in realtà una morte per
turbercolosi polmonare. Una volta usciti sani e salvi dalla guerra e risolto il
loro conflitto della paura della morte le popolazioni non disponendo delle
proteine necessarie per reintegrare le proteine perse durante la turbecolosi
polmonare morivano per deperimento, per consunzione. Non a caso fino ad un
secolo fa i morti per turbecolosi venivano chiamati tisici. Facendo ora un salto di molti secoli in avanti, possiamo
dire che anche i morti attribuiti ad un inesistente virus chiamato il virus
della SPAGNOLA sul finire della prima guerra mondiale sono da attribuire -
quando non sono da attribuire ai vaccini velenosi con cui molte popolazione
furono "curate" - ma piuttosto alla fase di guarigione di massa
dal tumore polmonare innescatesi sul finire della guerra mondiale a conflitto
finito. Finita la guerra le masse, che avevano preso il tumore ai polmoni per vincere
la paura della morte, entrarono nella fase di guarigione mediante la
turbercolosi polmonare. Anche qui, a causa della grande povertà, le masse più
povere non potendosi permettere dei cibi ricchi di carne e quindi di proteine
non avevano modo di reintegrare le proteine perse durante la guarigione
turbecolare. La loro morte era una logica conseguenza. Le cosiddette pandemie dunque non sono
causate da un inesistente virus. Le cosiddette pandemie - e cioè le morti di
migliaia o di milioni di persone nello stesso periodo di tempo - sono quasi
sempre provocate da cataclismi sociali, da guerre e carestie, dalla grande
povertà in cui versano le masse. Per finire vogliamo mostrare come anche la cosiddetta
pandemia che falcidiò centinaia di migliaia di americani indigeni al tempo
della conquista dell'America da parti degli Spagnoli e degli europei non fu
causata da un inesistente virus del morbillo importato nelle Americhe dagli
europei, dai conquistadores, come ci racconta la storia ufficiale. Le malattie
della pelle non si importano, non si esportano. Esse sono programmi biologici
da sempre esistiti e che sempre esisteranno. Fin quando esisterà l'uomo. Come
sanno tutti coloro che conoscono la Storia della conquista delle Americhe da
parte degli europei, i nativi americani morirono non a causa di un'innocua
malattia come il morbillo. Essi morirono a migliaia a causa dell'intenso e
disumano sfruttamento a cui furono sottoposti nelle miniere per estrarre l'oro
e l'argento. Lo sfruttamento era così feroce che la vita degli indiani durava
in media sette anni. Dopo sette anni era necessario sostituire i morti con
altra manodopera, con altri schiavi da buttare nel tritacarne. L'invenzione della pandemia chiamata AIDS è paradigmatica
di tutte le altre pandemie (asiatica, suina, aviaria, ebola, CORONAVIRUS, ecc).
Essa ha origine dall'invenzione di un virus, il virus chiamato HIV, sorto in
qualche parte di mondo dal corpo di un animale, la scimmia, e diffusosi in un
batter d'occhio, in men che non si dica per tutto il mondo. Questo presunto virus fu scoperto contemporaneamente da
due virologi Robert Gallo e Luc Montagnier. Questi due virologi tuttavia molto
tempo dopo sconfessarono la loro scoperta, dicendo chiaramente - Robert Gallo
in una lettera pubblica - di non aver mai visto ed isolato nessun virus
dell'HIV. In pratica confessarono di essersi inventato tutto. "I sintomi dell'AIDS sono il risultato
dell'invenzione della malattia chiamata AIDS" Infatti ad una persona che viene diagnosticata l'AIDS
succede di sviluppare contemporaneamente più malattie. Ma non a causa di un
virus, il virus chiamato HIV, che non esiste. Ma a causa della paura, del
terrore, dell'angoscia che si impossessa dell'individuo a cui è stata
diagnosticata una malattia, a detta della medicina ufficiale, mortale, che non
gli lascia scampo. Immediatamente nell'individuo - per far fronte all'attacco
di un pericolo mortale, il virus dell'HIV - si sviluppano malattie dei bronchi,
dei polmoni, dei muscoli e delle ossa (a causa di un crollo dell'autostima, per
una avvenuta svalutazione di sé), della pelle (in quanto l'individuo si sente
immediatamente sporco, infetto), ecc. Tuttavia all'individuo il colpo di grazia non viene dato
da queste malattie che in lui si sviluppano contemporaneamente a causa dello
shock diagnostico. L'individuo potrebbe anche sopravvivere benissimo a tutte
queste malattie....se non ricorresse alle cure mediche. Egli senza cure mediche
infatti si accorgerebbe di poter sopravvivere senza colpo ferire all'infausta
diagnosi medica. Ciò che ha dato il colpo di grazia a tutti i
"malati" di AIDS in realtà è stato il famigerato farmaco chiamato
AZT, un potentissimo veleno con cui Big Pharma pretendeva di curare una
malattia che si era completamente inventata (come confessò - forse per lavarsi
la coscienza - Robert Gallo, lo "scopritore" di un virus, l'HIV, che
non è mai esistito). Fu questo veleno a portare la morte ai malati di AIDS e
non un virus mai visto ed isolato da nessuno. Che il virus dell'HIV fosse un virus totalmente inventato
è stato sottolineato con forza da non poche autorità mediche : “Se ci sono
prove che l'HIV causa l'AIDS, dovrebbero esserci documenti scientifici che,
singolarmente o collettivamente, dimostrano questo fatto, almeno con un'alta
probabilità. Non esiste un documento del genere. " (Dr. Kary Mullis,
Premio Nobel per la Chimica 1993) “Fino ad oggi,
non esiste una singola prova scientificamente convincente per l'esistenza
dell'HIV. Nemmeno uno di questi retrovirus è stato isolato e purificato con i
metodi della virologia classica ". (Dr. Heinz Ludwig Sanger, Professore
Emerito di Biologia Molecolare e Virologia, Max-Planck-Institute for
Biochemistry, Monaco)". Tutto questo bel discorsetto per evidenziare la assurda paradossale situazione in cui ci troviamo oggi nel secondo decennio del terzo millennio. laddove non sono più carestie o guerre a costituire l'eziologia di una pandemia, ma semplicemente gli interessi di pochi magnati che hanno sviluppato a loro immagine e somiglianza l'interesse di un mercato sempre più consumista e di monopolio per avviare una vera e propria distruzione di massa di tutto quello che l'umanità aveva realizzato nel proprio cammino nel corso dei suoi tre millenni di storia .
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