venerdì 4 agosto 2023

LE ZANZARE E LA CASA D'INFANZIA

Ad un lettore di Facebook che chiedeva come mai le zanzare a certe persone pungono e a certe no , io facevo presente che a me hanno punto alla grande fin quando stavo a casa vecchia a ridosso di San Pietro appena dietro il vecchio rione di Borgo, ma poi cambiato casa con mio sommo dolore ed eterna nostalgia , le zanzare non mi hanno punto mai più, e sono passati sessanta anni (il dolore era per il luogo abbandonato dell'infanzia non perche' le zanzare non mi hanno piu' punto, ma a questo punto scatta la campanella hameriana "vuoi vedere che....? c'è una correlazione?? In tutta la mia vita credo di aver compreso, un po' grazie alla psicoanalisi di Freud, di Jung, di Lacan, di Matte' Blanco, un po' della psicosomatica di Groddeck ed anche parecchio dell'armatura caratteriale di Whilem Reich e della Bioenergetica di Lowen, ma soprattutto al 90% grazie alle 5 Leggi Biologiche di Rike Geerd Hamer, un po' tutto delle affezioni che mi hanno colpito con una certa virulenza: dalla lunga paura della tubercolosi del 1959, agli orecchioni del 1963 , alla epatite virale del 1969, alla colite spastica del 1972, alla ansia e paura di infarto per la morte fulminea del massone del 1983, alla presunta bronchite cronica ostruttiva del 2011 per molti versi assai simile alla tbc del '59, quindi ai conflitti del processo di definizione (conclusivo di quello di individuazione) post pensione nel 2017 e all'ernia inguinale del 2018 a conclusione del lungo conflitto (vinto) del "boccone sporco" della controversia sulla casa con il mio ex fratello ed infine al recidivarsi dei conflitti del territorio a 71 anni, tutto ho perfettamente compreso, me ecco questo della mancata puntura delle zanzare, diciamo così, mi mancava, forse perche' poi dai, si tratta di una cosa positiva, gradevole. non certo una affezione o un qualcosa da preoccuparsi. Petro' ecco, sai la curiosita' ha sempre un certo spazio nella mia vita, così ritrovavo nel romanzo "I Cosacchi" di Tolstoj un caso che sembra proprio il mio , ovvero una persona che da Mosca o Pietroburgo (e chi si ricorda più!) si sposta nel sud della Russia, in un territorio infestato dalle zanzare. Tolstoj dice che il protagonista del suo romanzo dopo alcuni giorni di inferno passati a cercare di difendersi e di sfuggire all'assalto delle zanzare, doveva constatare che gli abitanti del luogo non erano affatto punti dalle zanzare 
Detto questo, il fatto che le zanzare pungano a preferenza questa o quella persona può dipendere da fattori evolutivi, dal fatto cioè che la persona geneticamente appartenga a questo o quello popolo, a questa o quella razza: alcuni popoli cresciuti in territori dove le zanzare spadroneggiavano, dove erano più presenti che in altri luoghi, hanno dovuto sviluppare nel corso del tempo dei meccanismi di difesa per sfuggire ai morsi delle zanzare. Nutrendosi le zanzare di sangue, alcuni popoli perennemente a contatto con le zanzare hanno dovuto cambiare, per sfuggire ai loro morsi , la conformazione dei loro vasi sanguigni più esterni (quelli che si trovano a contatto con la pelle) e la dimensione delle stesse cellule del sangue. .Con dei vasi sanguigni periferici più RISTRETTI e con cellule del sangue più piccole questo popoli hanno reso più dura la vita delle zanzare, hanno reso il loro corpo meno vulnerabile all'assalto delle zanzare, e va precisato che in effetti alcuni popoli e razze con cellule del sangue più piccole del normale esistono veramente. Quindi molto probabilmente le persone che geneticamente derivano da questi popoli  e razze sfuggono più facilmente all'assalto delle zanzare. Un altro fattore che rende le persone più o meno vulnerabili ai morsi delle zanzare può essere dovuto al fatto che esse nel corso della loro esistenza si trovano ora in fase attiva ora in fase di guarigione di qualche programma biologico. Come sappiamo, durante la fase attiva di un conflitto biologico il calibro dei vasi sanguigni periferici è molto più ristretto del normale. La persona durante la fase attiva di un conflitto ha la pelle fredda proprio perché all'interno dei vasi periferici scorre molto meno sangue (VASOCOSTRIZIONE). Quando scorre meno sangue nei vasi sanguigni periferici le zanzare trovano più difficile pungere o nutrirsi di sangue. Trovano anche più difficile individuare la preda. Al contrario, quando la persona si trova in fase di guarigione i vasi sanguigni sono dilatati al massimo, iper-irrorati, ricchi di sangue, il soggetto perde facilmente sangue dai capillari, ecc. Quando il soggetto si trova in queste condizioni per le zanzare è più facile nutrirsi di sangue, è anche più facile individuare la preda. Dopo questa summa di comprensione e raffinata conoscenza dei più reconditi programmi biologici degli esseri viventi , non ho resistito nel mettere in correlazione la localizzazione della mia casa dell'infanzia Via Nicolo' V
( il Papa che diede inizio nel XV secolo alla grande ristrutturazione urbana di Roma) a ridosso delle Mura Aureliane, con la puntura delle zanzare e la questione della vasicostrizione a secondo che ci si trovi in una fase di conflitto o di riparazione della 2^ Legge Biologica, Diciamo che quello che potrebbe avvicinarsi alla verita' e' che con il dolorosissimo abbandono della casa dell'infanzia quella che scandiva quel tempo quasi eterno, dove il sole in cielo non voleva tramontare mai, e un giorno durava appunto quasi una eternita' : quel paradiso terrestre di ciascuno di noi dove tutto era rallentato, quasi immobile come il famoso arcobaleno sulla cascata, e i giorni sembravano come attraversati da mille dinastie che scandivano la nostra temporalita' e dove bastava allungare una mano sotto il balcone per afferrare tutto il mondo. Andar via o piuttosto esser cacciati da una simile situazione spazio/temporale fu in soggettiva come essere cacciati dal paradiso terrestre, quindi una sorta di trauma che non e' stato mai abreagito e quindi ha mantenuto quella vasocostrizione di un conflitto attivo , come incistatosi nel corpo, in quanto anche se superato, non e' mai stato interamente risolto. Le zanzare non mi pungono per il semplice fatto che sono rimasto legato a quel mio mondo dell'infanzia che in nessun modo sono mai riuscito a riconquistare e quindi al contrario della maggior parte delle persone che ad un certo punto della vita con una scrollata di spalle si lasciano indietro il mondo incantato dell'infanzia, si lasciano il loro
Paradiso terrestre, io sono rimasto orfano di quel mondo e quindi mi trovo in costante fase di conflittualita' , da cui forse si evince la mia insopprimibile passione per il passato e la mia perplessita' per il presente e una vera e propria repulsione per il futuro . Come spesso ho celiato su questo assunto, trovandovi anche i motivi di una comparazione tra un improbabile blasone nobiliare di Marchese di Malaffare, la cui dicitura del motto araldico si rifa' al sentito dire a proposito di "certe signore" : "Molto passato, poco presente, niente futuro"

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