Ancora una volta prendo a prestito la teoria di Hamer per dare un supporto un po' piu' specifico e da addetto ai lavori, delle mie credenze che specie dopo aver avuto la fortuna di impattare le sue teorie di (purtroppo solo in occasione della sua morte quando un mio amico medico Francesco Cafagna, ma straconvinto della validita' delle 5 Leggi Biologiche comincio ' a sensibilizzarmi sulla validita' di una nuova teoria medica finalmente dal volto umano, con presupposti non artefatti e soprattutto straordinariamente illuminante sul funzionamento del rapporto tra cervello-organo-corpo. Caso volle che in quel luglio del 2017 fossi affetto da un lancinante dolore al ginocchio sinistro e da un rigonfiamento abnorme della caviglia destra, per le quali affezioni mi erano state diagnosticate, per la prima infiltrazioni di non so quale intruglio, per la seconda dato il supposto sfilacciamento del tendine di Achille, l'intervento chirurgico tout court. Dopo un intero pomeriggio fino a sera inoltrata, passato a cercare di apprendere il piu' possibile da tale amico le teorie di Hamer, ma anche la tragica vicenda umana che ne era stata eziologica (uccisione da parte del principe Vittorio Emanuele di Savoia del figlio Dick di tale dottor. Hamer, un fatto di cronaca dell'agosto 1978 che ricordavo benissimo e avevo anche seguito, ignorando pero' i risvolti sconvolgenti che se ne erano ingenerati), avevo avuto il consiglio di leggere alcuni libri che trattavano dell'argomento in questione, un primo dello stesso Hamer: "Testamento per una nuova medicina" , che però non essendo io medico avevo trovato troppo ostico, un secondo pero' "Grazie dottor Hamer" di Claudio Trupiano che mi aveva letteralmente aperto un nuovo mondo, un qualcosa che magari in passato avevo piu' volte ipotizzato, forzando un po' saggi di Freud, di Jung, di Groddeck, di Reich, di Lowen, di Matte' Blanco, ma che ora d'improvviso mi spalancava un qualcosa di davvero inusitato e entusiasmante : comprendere tutto del funzionamento del nostro cervello, del nostro corpo e delle modalita' di reazione alle difficolta' ambientali, psichiche, sociali dell'esistenza, attraverso la comprensione dei meccanismi di quella che il mondo scientifico aveva definito malattia, ma che a me fin dal lontano 1959 quando per la prima volta mi ero trovato ad avervi a che fare piuttosto seriamente, era sempre apparsa anche qualcos'altro, qualcosa di magari ancora piu' minaccioso e senz'altro piu' misterioso della comune accezione - non quello ma altro - un po' come per l'inconscio di Lacan che spazia in uno specifico luogo.
Avevo letteralmente divorato il libro in una intera giornata di lettura (ricordo che era un sabato e la domenica bissai l'impresa, per trovarmi il lunedi' diciamo alquanto infarinato su tutte le 5 Leggi biologiche, ribadisco biologiche e non psicologiche, sicche' avevo di colpo operato quella osmotica cesura con psicoanalisi e sopratutto psicosomatica groddecchiana, che in qualche modo poteva condizionare la nuova apprensione. Puta caso poi mi avvidi che l'autore del citato saggio Claudio Trupiano aveva una pagina su FB per cui gli scrissi una lunga lettera alla quale incredibilmente l'autore mi rispose con affabilita' ed estrema disponibilita' . Lo ammetto ci avevo buttato dentro tutta la mia competenza psicoanalitica ed anche quella mia certa cultura letteraria che mi consentiva di zompettare tra il Don Chisciotte di Cervante, il Moby Dick di Melville, Poe, Stevenson, Dostoyesky e Tolstoy, Thomas Mann, Kafka, gli americani da Hemingway, Faulkner, Scott Fitzgerald, Steinbeck fino alla "Scopa del sistema " di Foster Wallace e poi mettici anche proprio parecchio di filosofia dalla critica feroce di Hegel e della sua fenomenologia ad una accezione alquanto personalizzato che faceva un po' un sunto tra Kant, Schopenauer e Nietzsche, rivisitati nella filosofia di Julius Evola come in un diverso percorso che faceva il verso all'integrale sui cammini di Richard Feynman. Per farla breve ero riuscito a farmi notare da Claudio Trupiano che subito per email mi forniva alcune coordinate hameriane su quel mio doppio dolore a destra e sinistra delle mie gambe (ginocchio e caviglia). Succo del discorso dopo una notte passata a riflettere cosa aveva per me significato il compimento dei 69 anni (9 giugno 2017) e tutte le componenti che vi avevo trasfuso, prese così da un po' di cabala, un po' di Legge dell'Attrazione, un po' di Libro dell'ES di Groddeck e un po' di inconscio come insiemi infiniti di Matte' Blanco, ovvero aspettative della vecchiezza che gia' allora definivo estrema, una inedita Processo di Definizione che avevo elaborato facendo il raddoppio di quello Junghiano di Individuazione (69/70° anno di vita come correlato del 35° e relativo innescarsi per funzione trascendente degli archetipi dell'inconscio collettivo Persona, Ombra, Anima, riassunti ora al raddoppio in un solo archetipo desunto dall'al di la' principio del piacere di Freud con coazione a ripetere, ovvero la pulsione di morte, di cui il corrispettivo era un po' una frase che mi aveva colpito, pronunciata dal Maggiore Galliano ai suoi ufficiali prima dell'attacco decisivo degli abissini di ras Makonnen al forte di Makalle' :
"SIGNORI VEDIAMO DI FINIRE BENE!" ,
che un vecchissimo reduce di quell'episodio mi aveva riportato raccontandomi lungo tutta una giornata di settantant'anni fa nel tragitto Palermo Roma del treno Peloritano (esiste un mio articolo su tale racconto e storia sul mio blog parallelo Lenardullier.blogspot.com. Gia' "vediamo di finire bene" e questo aveva anche comportato che come corrispettivo fisico a 69 anni suonati, facessi quotidianamente lunghe corse al campo, ginnastica, addominali sulla panca, trazioni alla sbarra, etc. da cui ecco il significato di quelle avvisaglie corporee sia dall'uno che dall'altro verso del corpo, quasi a dire "come la metti, la metti caro Mario, destra o sinistra sei sempre un vecchietto e tutta questa esuberanza fisica e' sempre fuori luogo. Come per miracolo, dopo una notte passata a definire questo assunto della situazione ivi compreso le mie affezioni articolari, la mattina la caviglia si era completamente sgonfiata : messaggio capito, sintomo non piu' necessario - Claudio Trupiano me l'aveva confermato per telefono, dato che mi ero precipitato di comunicargli la cosa. per il ginocchio ci volle qualche giorno in piu' e aveva continuato a duolermi soprattutto quando guidavo nello spingere la frizione, tant'e' che spesso mi servivo del contagiri per cambiare marcia sgassando come facevo con le Formule 3 quando da ragazzo correvo a Vallelunga (la famosa doppia debraiata che usavo anche quando guidavo er "mezzo sacco" ). Vedi che il racconto di come sono divenuto inizziato di Hamer , tramite soprattutto Trupiano, del quale poi, detto per inciso, ne sono diventato amico, ci siamo incontrati nella splendida tabaccheria/fumeria di Eva Vannicelli a Roma in viale Marconi, altra persona davvero eccezionale, che anche lei ha contribuito a rendermi quel che sono. Vedo che come spesso accade, la penna (vabbe' nella fattispecie la tastiera del computer) tende a prendere la mano e mi metto a raccontare risvolti che magari potrebbero essere alquanto ridondanti rispetto al senso dell'articolo soprattutto quando la assoluta distopia di una falsa pandemia ci ha precipitati di colpo in un mondo alla Orwell e alla Huxley che si sono rivelati i veri referenti di una classe di potere volta a provarci della liberta' ed imporci un mondo atomizzato fidando su alcuni elementi cardine di controllo e imposizione : l'ignoranza, il pecoronismo, la paura, della gran parte della umanita' .
Se fosse vera la teoria della perniciosita' dei microbi di Pasteur, medici e infermieri trascorrendo tutta la vita fra le corsie degli ospedali, perennemente a contatto con ammalati di ogni genere dovrebbero essere assaliti e infestati dagli agenti patogeni e morire come mosche . Ed invece niente. Medici e infermieri tutti i giorni ritornano a casa sani e integri, in perfetta salute, così come erano entrati all'ospedale.E non parliamo dei becchini. Come mai i becchini - i quali maneggiano cadaveri pieni di velenosi batteri - non diventano anch'essi cadaveri? La risposta è semplice, scontata: se medici, becchini non si ammalano è perchè il contagio non esiste, perchè microbi e batteri non sono dannosi per la nostra salute. Ma non c'è bisogno di andare fra le corsie d'ospedale per fare la conoscenza di questi animaletti, per essere da essi circondati e invasi. I microrganismi si trovano dappertutto, vivono in qualsiasi ambiente, popolano a miliardi qualsiasi centimetro cubico della terraferma, del mare e dell'aria. Essi li puoi trovare anche in luoghi e fra gli elementi fra i più ostili quali il ghiaccio, la neve e le acque ad altissime temperature. Ma cosa più importante essi si trovano nel corpo di tutti gli esseri viventi, piante ed animali compresi. È impossibile sfuggire ad essi, evitarli. Nel nostro corpo - per restringere il discorso all'essere umano - abbiamo circa 100 mila miliardi di microbi. Nel nostro corpo ci sono più batteri che cellule (dieci volte più batteri che cellule). Essi stazionano a centinaia di miliardi in ogni luogo del nostro corpo: bocca, naso pelle, intestino, muscoli, ossa sono pieni di microorganismi. Siamo letteralmente colonizzati, circondati dai microorganismi. Li inaliamo, li beviamo, li ingurgitiamo con i cibi, ce li passiamo a vicenda, ecc. I microbi, i batteri sono le prime forme di vita comparse sulla terra. Anzi, per qualche miliardo di anni i microrganismi sono stati gli unici esseri viventi a popolare la Terra. Noi - al pari di qualsiasi forma di vita esistente sulla terra - deriviamo dai microbi, ci siamo sviluppati dai microbi e da milioni di anni viviamo a contatto e in perfetta simbiosi con essi. La stessa cellula non è altro che un antico batterio che ha inglobato al suo interno un altro batterio (il mitocondrio) per meglio svolgere le sue attività vitali (respirare e produrre energia). I microbi non sono affatto - come la contraffatta e antiscientifica TEORIA DEI GERMI di Louis Pasteur vorrebbe farci credere - i nostri nemici, non costituiscono una minaccia per la nostra vita e per la nostra salute. Tutto il contrario: essendoci noi sviluppati dai microbi, vivendo da sempre in diretto contatto con essi...noi non potremmo più vivere senza microbi, senza il loro apporto e la loro preziosa, fondamentale collaborazione. Infatti molte delle funzioni svolte dal nostro organismo avvengono con la mediazione, con l'azione decisiva dei microorganismi.Tutti gli organismi viventi separati artificialmente dai batteri sono morti all'istante, non sono riusciti a sopravvivere all'uccisione dei microorganismi che popolano i loro corpi. E questo perchè i microrganismi sono essenziali allo svolgimento di molte funzioni, di molte attività proprie dei nostri organi e tessuti, prima fra tutte l'attività nutritiva (senza l'aiuto dei microbi, senza l'apporto della nostra flora batterica noi saremmo incapaci di digerire e assimilare il cibo, le sostanze nutritive. Così come saremmo incapaci di sintetizzare molte sostanze - fra cui vitamine e proteine - indispensabili alla costruzione di quei mattoncini cellulari che formano i nostri organi e tessuti). Come molti scienziati hanno spiegato tutti gli esseri viventi non sono in grado di svolgere molte attività per loro vitali senza l'apporto e l'intermediazione dei batteri. I batteri dunque, visti come nemici mortali dalla Teoria dei Germi e dalla medicina ufficiale vivono tutti intorno a noi, all'interno di noi, formano una parte essenziale del nostro organismo. Noi viviamo con essi e per mezzo di essi. Pretendere quindi di voler distruggere, sterminare ciò di cui in gran parte siamo fatti significa voler distruggere, sterminare noi stessi, le nostre persone. Se i microbi, come pretende la Teoria dei Germi, avessero voluto distruggerci essi l'avrebbero già fatto milioni di anni fa, quando il nostro corpo era ancora debole e in formazione, non ancora attrezzato e strutturato per resistere agli urti e agli attacchi esterni, all'assalto di una miriadi di agguerriti e famelici nemici. I microrganismi per primi avrebbero distrutto o fagocitato quell'embrione, quel progetto di cellula che a fatica stava per costruirsi ed emergere dalle insidie e dalle trappole della Natura. In verità, se la TEORIA DEI GERMI - e cioè che ci sono agenti patogeni che ci fanno ammalare e ci uccidono - fosse VERA non ci sarebbe più, da miliardi di anni, nessun essere vivente sulla Terra a testimoniare la verità di tale teoria. L'idea che i germi fossero dannosi per l'organismo e costituissero la prima causa delle malattie fu sviluppata per la prima volta in maniera compiuta dal chimico francese Louis Pasteur. Invero molti contemporanei di Pasteur si accorsero - grazie al microscopio ottico da poco inventato - che i germi si trovavano quasi sempre in ogni organo e tessuto malato. Nella parte del corpo dove infuriava la malattia là si trovavano, pullulavano i microbi, i batteri. Da questa osservazione fu facile arrivare alla conclusione che fossero i germi la causa della malattia. E questa fu la conclusione a cui approdò Pasteur: se i germi erano sempre presenti nel tessuto malato osservato allora essi dovevano essere i responsabili della malattia. Per far comprendere in maniera semplice la superficialità e l'assurdità di questa teoria - secondo la quale sarebbero i microbi gli agenti responsabili delle malattie - il dottor Hamer racconta, a mo' di esempio, la storiella di quegli alieni, sbarcati da Marte sulla Terra, i quali si ritrovano per puro caso ad assistesse al divampare di molti incendi. Questi alieni - come fece Pasteur con i microbi - accuserebbero, senza pensarci due volte, i pompieri di essere gli unici responsabili degli incendi, i piromani della situazione. Gli alieni infatti notano che i pompieri si trovano sempre sul luogo dell'incendio. Non sapendo i marziani che i pompieri sono là per spegnere l'incendio essi sono spinti a credere che i pompieri solo coloro che appiccicano gli incendi. In realtà, come dimostrò il dottor Hamer un secolo dopo Pasteur, i microbi, così come i pompieri, non si trovano sul "luogo del delitto", nel tessuto o nell'organo malato per appiccare l'incendio, per far divampare la malattia...ma per spegnere la malattia, per guarire l'organo o il tessuto malato, per aiutarlo a guarire. Infatti ciò che fanno i microbi - come abbiamo visto nei post dedicati ai tumori - è quello di demolire i tumori, di smantellare, aggredendole, le cellule tumorali, i tessuti del corpo cresciuti in eccesso. I microbi, inoltre ha dimostrato il dottor Hamer, intervengono per aiutare a rimarginare le ferite, per ricostituire e reintegrare i tessuti ulcerati o necrotizzati, per ricostruire i tessuti cellullari morti o erosi. I microbi dunque per il dottor Hamer svolgono la funzione di chirurghi e di spazzini nel nostro organismo. Come i pompieri si trovano sempre nel luogo dell'incendio per spegnere il fuoco, i microbi si trovano nel tessuto malato per aiutare l'individuo a riacquistare la salute. Che i microbi non siano la causa della malattia fu notato da molti contemporanei di Pasteur. Il quale sia detto di passaggio falsificò tutti i dati degli esperimenti da lui condotti. Lo stesso Pasteur sul letto di morte ammise che la sua Teoria dei Germi era sbagliata, che i suoi avversari avevano ragione, che egli aveva falsificato i dati degli esperimenti da lui condotti, dati contenuti in circa 10.000 pagine di diario. "Pasteur prima di morire, istruì la sua famiglia a non rilasciare le circa 10.000 pagine di annotazioni di laboratorio dopo la sua morte. Fino al 1975, dopo la morte di suo nipote, quando queste note segrete, finalmente, furono rese pubbliche. Uno storico di Princeton, Professor Geison fece degli studi approfonditi su queste note di laboratorio. Presentò questi studi presso The American Association for the Advancement of Science a Boston nel 1993. Le conclusioni del Dr. Geison: Pasteur pubblico molti dati contraffatti e fu colpevole in molte occasioni di "cattiva condotta scientifica", violando le regole della medicina, della scienza e dell'etica".Molti avversari di Pasteur, fra cui il famoso Bechamp, dimostrarono che i microbi non causano la malattia. Questi avversari di Pasteur ovviamente sono caduti nel dimenticatoio, ignorati dalla medicina ufficiale e scomparsi dai libri di storia. Gli avversari di Pasteur dimostrarono che i microbi non sono la causa della malattia. Essi si ritrovano nell'organo o nel tessuto malato ma non sono essi a provocare l'alterazione o la trasformazione dell'organo malato. Non sono essi la causa della malattia. Semplicemente essi migrano in colonie verso l'organo malato. A tal proposito è significativa la scoperta fatta sempre da Bechamp, cui gli fu consegnato un braccio amputato nel suo laboratorio. Il braccio era stato amputato a causa di una gravissima ferita la quale si trasformò in cancrena nel giro di poche ore. Analizzando con il microscopio il braccio in cancrena Bechamp si accorse che sul braccio non erano presenti microbi o batteri di sorta. I microbi spuntarono sul braccio amputato solo un giorno dopo l'amputazione. Da questa scoperta Bechamp concluse che i microbi non potevano essere la causa della gangrena. Essi semmai erano l'effetto di essa. Gli avversari di Pasteur dunque sapevano che i microbi erano innocui, non dannosi per il corpo umano. Sapendo questo, molti di essi diedero vita a delle singolari dimostrazioni pubbliche per smentire l'assurda teoria di Pasteur che i microbi provochino la malattia e che essi siano infettivi, contagiosi: alcuni audaci sul finire dell'800', ma anche dopo, nel corso del 900', ingerirono colture di germi prelevate da pazienti morti appena di colera senza per questo ammalarsi di colera. Famigerata a questo proposito è la vicenda del professore dr. Von Pettenkofer il quale davanti ai suoi studenti stupefatti ingerì un grosso bicchiere contenente milioni di batteri del colera. Senza alcuna conseguenza per la sua salute: "il professor Kruif che era presente alla lezione scrisse poi che in quel bicchiere erano presenti milioni di microbi fatti apposta per infettare e sterminare potenzialmente un intero reggimento".Celebre è pure la storia del dr. Thomas Powell il quale davanti ad una giuria inghiottì milioni di germi del colera e della peste bubbonica senza avere effetti per la sua salute. Da quanto abbiamo detto si evince che il contagio non esiste. I microbi non hanno la capacità di infettare e fare ammalare nessuno. Essi possono essere ingeriti a milioni, spalmati per tutto il corpo, mescolati agli alimenti senza per questo ammalarsi o subire conseguenze fisiche di qualunque tipo.. Pasteur è anche lo ""scopritore" dei virus. Per quanto riguarda i virus bisogna dire che Pasteur non ne vide mai uno al microscopio. Egli semplicemente postulò l'esistenza dei virus. Pasteur sosteneva che essendo i virus migliaia di volte (fino a diecimila volte) più piccoli dei batteri era impossibile scorgerli al microscopio. E allora come arrivò Pasteur a sostenere l'esistenza di questi microorganismi mai visti da nessuno? Egli arrivò a questa conclusione dopo essersi accorto che non in tutti i tessuti malati erano presenti i microbi, i batteri. In alcune malattie nei tessuti malati non c'era traccia di microorganismi, come ad esempio nelle malattie della pelle (morbillo, varicella, ecc.). Non scorgendo in questi tessuti malati segni dell'azione dei batteri egli arrivò alla conclusione che dovessero esistere dei microorganismi ancora più piccoli dei batteri, invisibili al microscopio, microorganismi migliaia di volte più piccoli dei batteri e responsabili delle malattie dei tessuti in cui non era possibile scorgere l'azione dei batteri. Fino al 1945, l'anno dell'invenzione del microscopio elettronico, nessuno mai vide un virus da qualche parte. In verità neppure con il microscopio elettronico fu possibile scorgere, rilevare questi presunti minuscoli microorganismi. Non scorgendoli da nessuna parte si ipotizzò che i virus fossero ciò che restava dalla disgregazione dei batteri morenti. Ciò che resta dei batteri morenti oggi noi li chiamiamo spore. Queste spore in un primo momento furono scambiate per i virus. Ma quando successivamente ci si accorse che dalle spore nascevano nuovi batteri questa idea fu abbandonata. Le spore semplicemente erano gli elementi da cui si riproducevano, da cui nascevano nuovi batteri. Abbandonata l'idea che i virus fossero un sottoprodotto dei batteri morenti si escogito un altro metodo per accertarsi dell'esistenza dei virus. L'inventore, il creatore di questo metodo fu il figlio di un ricco banchiere, un tale Enders futuro vincitore del premio Nobel per aver scoperto l'esistenza del virus della polio. Questo Enders fraudolentemente arrivò alla conclusione che se - come sosteneva Pasteur - erano i virus a causare ad esempio la polio o il morbillo bastava prendere del liquido dai tessuti affetti da polio e da morbillo ed iniettarli all'interno di una cellula sana. Se la cellula si ammalava o moriva allora ciò era bastevole a dimostrare l'esistenza dei virus. Tuttavia Enders e i suoi collaboratori prima di iniettare il liquido estratto dai tessuti della polio e del morbillo procedettero a sterilizzare la cellula. Questa sterilizzazione e i trattamenti da laboratorio a cui furono sottoposte le cellule portarono, come era prevedibile, alla loro morte. Morte che invece Enders, falsamente, attribuì all'azione dei liquidi dei tessuti della polio e del morbillo contenenti i presunti virus ed iniettati nel corpo delle cellule. Virus che Enders individuò, ancora fraudolentemente, in quello che restava dalle cellule morenti. I pezzi, i frammenti rimasti dalla disgregazione delle cellule morenti furono scambiati da Enders per i tanto cercati e tanto famigerati virus. In realtà quei frammenti non erano i tanto agognati virus. Erano semplicemente pezzi della cellula, frammenti dei suoi organelli, del suo nucleo interno, dei suoi mitocondri. Attraverso questo trucco dunque si arrivò alla scoperta dei virus: i pezzi, i frammenti della cellula morente furono volutamente presentati al mondo come i virus stessi, come quei invisibili microorganismi che si introducono all'interno della cellula per ucciderla. Quelli che dunque oggi la medicina ufficiale chiama virus non sono virus ma parti, frammenti della cellula. Nessuno fino ad oggi ha mai visto un virus da qualche parte, neppure col microscopio elettronico. Le immagini che oggi i media spacciano per virus - come ad esempio la pallina con gli aculei chiamata CORONAVIRUS - sono soltanto computer grafica, immagini costruite al computer.Ma se i microbi non fanno ammalare e se il contagio non esiste allora da cosa sono causate quelle malattie che colpiscono contemporaneamente una larga fetta di popolazione o un gruppo di persone concentrate tutte nello stesso territorio? Non i microbi, che come abbiamo visto non sono dannosi e che ci circondano a miliardi da tutte le parti e senza dei quali noi non potremmo neppure vivere. Esse sono causate dal fatto che certi gruppi di persone, una data popolazione si trovano a vivere esperienze di vita simili, esperienze per lo più traumatiche quali guerre, assedi, carestie, violente crisi economiche e cataclismi vari. Una crisi economica generalizzata, una guerra, una carestia per lo più scatenano nella persone le stesse paure, le stesse preoccupazioni, gli stessi incubi, gli stessi conflitti vitali: le persone in questi casi hanno tutte - chi più chi meno - paura di venire mutilati, uccisi, di morire di fame, di essere torturati, ecc. Vivendo le stesse paure e le stesse preoccupazioni è facile che sviluppino tutte le stesse malattie. Questo ad esempio è il caso della lebbra e della peste nera (qui di passaggio diciamo che lebbra e peste sono la stessa malattia. Malattie quali il vaiolo, la peste, la lebbra e altre malattie della pelle venivano chiamate fino alla fine del '700 tutte allo stesso modo. I medici non distinguevano ancora una malattia della pelle da un'altra. E questo grosso modo era giusto perchè esse erano originate dallo stesso conflitto di vita, dalle stesse paure esistenziale ed inoltre perchè nelle loro manifestazioni esteriori queste malattie non si distinguevano in maniera significativa le une dalle altre (parliamo della lebbra, della peste e del vaiolo). Oggi queste malattie non sono scomparse e non sono state sconfitte da nessuna campagna vaccinale, come la medicina ufficiale vorrebbe farci credere. Oggi esse sono diversamente denominate. Non si chiamano più lebbra, peste, vaiolo ma MELANOMI, melanomi melanotici o amelanotici, a seconda dei casi. Cambiando nome alla peste e al vaiolo, ridenominandoli melanomi essi dicono di aver sconfitto, fatto sparire tramite i vaccini queste malattie, di averle per sempre debellate). Venendo ora alla PESTE NERA, ciò che scatenò la peste nera e milioni di morti in tutta Europa non fu il famoso batterio chiamato Yersinia ma una serie di eventi catastrofici che flagellarono l'Europa per diversi secoli, dal trecento fino alla fine del settecento. In particolar modo il trecento e il quattrocento furono secoli percorsi da guerre e carestie. A causare le carestie non fu tanto la vertiginosa crescita demografica a cui una mancanza di terreni agricoli coltivabili non seppe far fronte. A causare lunghi periodi di carestie per diversi secoli in Europa fu quella che in seguito gli storici chiamarono PICCOLA ERA GLACIALE. All'inizio del 300', come riferiscono i cronisti dell'epoca il clima impazzì: "nelle cronache dell'epoca si leggono racconti di piogge torrenziali, di inondazioni spaventose, di rovesci che mandarono in malora i raccolti e complessivamente inizia a fare FREDDO. E lo farà per secoli. Noi uomini del XXI secolo non abbiamo idea del freddo che faceva in Europa tra la fine del Medioevo e per tutta l'età moderna: all'inizio del 700' la Senna a Parigi gelava e il vino al mercato si spaccava con la scure e si vendeva in blocchi". Durante questo periodo di piccola era glaciale dunque le carestie divennero endemiche: la gente soffriva la fame e lottava per sopravvivere. Ma non furono solo queste carestie a flagellare l'Europa. Il trecento e il quattrocento sono epoche di ferro, martoriate dalla guerra: la guerra dei cent'anni fra Francia e Inghilterra appartiene a questa epoca. Così come appartengono a questa epoca le guerre continue fra comuni, fra signorie, fra papato e impero, fra regni e feudi. A contribuire a sconvolgere la vita delle campagne in questa epoca fu anche l'istituzione delle COMPAGNIE DI VENTURA, degli eserciti mercenari. L'istituzione di questi eserciti mercenari al soldo dei vari principi e sovrani "provocò su larga scala la distruzione di messi, di vigne, la distruzione dei raccolti, il furto, ecc. Queste dunque sono le condizioni oggettivamente drammatiche nelle quali si sviluppò quella che gli storici chiamarono peste nera. Tuttavia non furono delle semplici escrescenze, dei melanomi di colore nero o violaceo, i bubboni della peste a causare tutta quella messe di morti in Europa. I tumori alla pelle, gli eczemi quali il morbillo o la varicella in sé non hanno nulla di mortale. E non sono neppure infettivi, contagiosi. Se gran parte della popolazione europea fu affetta da quelle famose pustole nere sulla pelle è perchè essa, nella quasi sua interezza, stava vivendo gli stessi conflitti esistenziali causati dalla guerra, dagli assedi degli eserciti, dalle scorribande delle compagnie di ventura, dai sorprusi dei soldati mercenari. Tutti coloro che conoscono la medicina del dottor Hamer sanno che dei tumori alla pelle spuntano negli individui, a protezione della loro integrità fisica, quando questi si sentono attaccati, sporcati, insudiciati, quando si sentono aggrediti o minacciati fisicamente. E questo era proprio il caso dei cittadini europei i quali circondati da tutte le parti da focolai di guerre temevano continuamente di essere feriti, infilzati, percossi, torturati, uccisi dagli eserciti nemici. A noi qui ci preme sottolineare il fatto che la peste, i bubboni della peste non fossero per nulla contagiosi o infettivi, che non causassero di per sé nessuna epidemia o pandemia. La prova di quanto diciamo - che la peste come qualsiasi altra malattia non sia contagiosa - è riportata proprio dagli storici dell'epoca. Questi storici ci raccontano che per raccogliere i cadaveri per le strade venivano impiegati i pazzi, gli idioti, i "poveri di spirito" i quali non venivano mai contagiati dal contatto con gli "appestati", non subivano conseguenze fisiche di sorta sul loro corpo per il fatto di raccogliere gli "appestati". E perchè questo succedeva? Perchè essi non sapevano nulla di contagio o infezioni, perchè non erano spaventati dal venire a contatto con gli "appestati". Il contrario invece poteva succedere con i sani di mente, con le persone colte, con la gente normale. Ma non perchè queste ultime venivano contagiate. Ma perchè credendo che i bubboni della peste fossero infetti, contagiosi essi sviluppavano a protezione del loro corpo un melanoma, un tumore nella pelle .
Ma se le persone non morivano a causa della peste - nessuno muore a causa di un tumore alla pelle - allora di cosa morivano effettivamente i popoli europei? Essi, quanto non morivano a causa delle carestie o a causa delle guerre e degli assedi (e quindi anche a causa degli avvelenamenti delle falde acquifere, della mancanza di qualsiasi forma di igiene in tempo di guerra, ecc)...essi morivano a causa dei tumori al fegato o ai polmoni che sviluppavano per la paura di morire di fame o per la paura di essere uccisi. La paura della morte infatti provoca affezioni respiratori, così come la paura di morire di fame ne scatena al fegato. Tuttavia anche qui non è il tumore ai polmoni o al fegato che causa la morte. Nessun tumore è causa di morte. Nel tumore al fegato o ai polmoni la morte nelle società povere avviene nella fase di guarigione dal tumore, nella fase in cui il tumore viene smantellato, demolito grazie all'azione dei batteri della turbercolosi. Durante questa fase di guarigione tubercolare l'individuo perde molte proteine; proteine che devono essere reintegrate con del cibo ricco di carne. Essendo la carne un cibo proibito alla gran massa della popolazione povera (perchè molto caro) questa era praticamente condannata morte, non aveva nessuna possibilità di sopravvivere. Sopravvivenza che arrideva facilmente alle classi più ricche in quanto esse potevano nutrirsi con cibi ricchi di proteine. La morte per peste dunque era in realtà una morte per tubercolosi polmonare. Una volta usciti sani e salvi dalla guerra e risolto il loro conflitto della paura della morte le popolazioni non disponendo delle proteine necessarie per reintegrare le proteine perse durante la tubercolosi polmonare morivano per deperimento, per consunzione. Non a caso fino ad un secolo fa i morti per tubercolosi venivano chiamati tisici. Facendo ora un salto di molti secoli in avanti, possiamo dire che anche i morti attribuiti ad un inesistente virus chiamato il virus della SPAGNOLA sul finire della prima guerra mondiale sono da attribuire - quando non sono da attribuire ai vaccini velenosi con cui molte popolazione furono "curate" - sono da attribuire alla fase di guarigione di massa dal tumore polmonare innescatesi sul finire della guerra mondiale a conflitto finito. Finita la guerra le masse, che avevano preso il tumore ai polmoni per vincere la paura della morte, entrarono nella fase di guarigione mediante la tubercolosi polmonare. Anche qui, a causa della grande povertà, le masse più povere non potendosi permettere dei cibi ricchi di carne e quindi di proteine non avevano modo di reintegrare le proteine perse durante la guarigione tubercolare. La loro morte era una logica conseguenza. Le cosiddette pandemie come abbiamo visto dunque non sono causate da un inesistente virus. Le cosiddette pandemie - e cioè le morti di migliaia o di milioni di persone nello stesso periodo di tempo - sono quasi sempre provocate da cataclismi sociali, da guerre e carestie, dalla grande povertà in cui versano le masse. Per finire vogliamo mostrare come anche la cosiddetta pandemia che falcidiò centinaia di migliaia di americani indigeni al tempo della conquista dell'America da parti degli Spagnoli e degli europei non fu causata da un inesistente virus del morbillo importato nelle Americhe dagli europei, dai conquistadores, come ci racconta la storia ufficiale. Le malattie della pelle non si importano, non si esportano. Esse sono programmi biologici da sempre esistiti e che sempre esisteranno. Fin quando esisterà l'uomo. Come sanno tutti coloro che conoscono la Storia della conquista delle Americhe da parte degli europei, i nativi americani morirono non a causa di un'innocua malattia come il morbillo. Essi morirono a migliaia a causa dell'intenso e disumano sfruttamento a cui furono sottoposti nelle miniere per estrarre l'oro e l'argento. Lo sfruttamento era così feroce che la vita degli indiani durava in media sette anni. Dopo sette anni era necessario sostituire i morti con altra manodopera, con altri schiavi da buttare nel tritacarne. L'invenzione della pandemia chiamata AIDS è paradigmatica di tutte le altre pandemie (asiatica, suina, aviaria, ebola, CORONAVIRUS, ecc). Essa ha origine dall'invenzione di un virus, il virus chiamato HIV, sorto in qualche parte di mondo dal corpo di un animale, la scimmia, e diffusosi in un batter d'occhio, in men che non si dica per tutto il mondo. Questo presunto virus fu scoperto contemporaneamente da due virologi Robert Gallo e Luc Montagnier. Questi due virologi tuttavia molto tempo dopo sconfessarono la loro scoperta, dicendo chiaramente - Robert Gallo in una lettera pubblica - di non aver mai visto ed isolato nessun virus dell'HIV. In pratica confessarono di essersi inventato.Come disse Hamer "I sintomi dell'AIDS sono il risultato dell'invenzione della malattia chiamata AIDS" Infatti ad una persona che viene diagnosticata l'AIDS succede di sviluppare contemporaneamente più malattie. Ma non a causa di un virus, il virus chiamato HIV, che non esiste.Ma a causa della paura, del terrore, dell'angoscia che si impossessa dell'individuo a cui è stata diagnosticata una malattia, a detta della medicina ufficiale, mortale, che non gli lascia scampo. Immediatamente nell'individuo - per far fronte all'attacco di un pericolo mortale, il virus dell'HIV - si sviluppano malattie dei bronchi, dei polmoni (per paura di morire), dei muscoli e delle ossa (a causa di un crollo dell'autostima, per una avvenuta svalutazione di sé), della pelle (in quanto l'individuo si sente immediatamente sporco, infetto), ecc. Tuttavia all'individuo il colpo di grazia non viene dato da queste malattie che in lui si sviluppano contemporaneamente a causa dello shock diagnostico. L'individuo potrebbe anche sopravvivere benissimo a tutte queste malattie....se non ricorresse alle cure mediche. Egli senza cure mediche infatti si accorgerebbe di poter sopravvivere senza colpo ferire all'infausta diagnosi medica.Ciò che ha dato il colpo di grazia a tutti i "malati" di AIDS in realtà è stato il famigerato farmaco chiamato AZT, un potentissimo veleno con cui Big Pharma pretendeva di curare una malattia che si era completamente inventata (come confessò - forse per lavarsi la coscienza - Robert Gallo, lo "scopritore" di un virus, l'HIV, che non è mai esistito). Fu questo veleno a portare la morte ai malati di AIDS e non un virus mai visto ed isolato da nessuno. Che il virus dell'HIV fosse un virus totalmente inventato è stato sottolineato con forza da non poche autorità mediche : “Se ci sono prove che l'HIV causa l'AIDS, dovrebbero esserci documenti scientifici che, singolarmente o collettivamente, dimostrano questo fatto, almeno con un'alta probabilità. Non esiste un documento del genere. " (Dr. Kary Mullis, Premio Nobel per la Chimica 1993) "Fino ad oggi, non esiste una singola prova scientificamente convincente per l'esistenza dell'HIV. Nemmeno uno di questi retrovirus è stato isolato e purificato con i metodi della virologia classica ". (Dr. Heinz Ludwig Sanger, Professore Emerito di Biologia Molecolare e Virologia, Max-Planck-Institute for Biochemistry, Monaco)".