I farmaci simboleggiano
il presunto progresso della medicina moderna o quello che viene ritenuto tale. Un medico, che non prescrive farmaci, non è un
vero medico. Più sono costosi i farmaci, migliori sembrano essere. Si tratta della piu' bieca delle menzogne ed ha una eziologia precisa : il Protocollo Flexner del 1910 che sanci' inequivocabilmente la correlazione tra l'industria petrolifera rappresentata da Rockfeller e le cialtronerie di Pasteur su di una presunta teoria dei germi che era davvero l'ideale per giustificare l'impiego della chimica nella fabbricazione dei medicinali. Alla menzogna si aggiunse l'ignoranza e l'imbecillita' : si pensava difatti anche a livello dei cervelloni del protocollo Flexner e della Classe Medica indottrinata dal profitto, che i
farmaci avessero un effetto locale, sull'organo colpito e non sul cervello. Ma
praticamente nessun farmaco agisce direttamente sull’organo, se non si tengono
in considerazione reazioni locali dell’intestino nel caso di assunzione orale
di tossine, tutti i farmaci hanno effetto sul cervello, ed il loro “effetto” è praticamente
dato dall’intossicazione operata proprio sul cervello che si riflette
poi a livello organico. Lasciando da parte gli stupefacenti, i narcotici ed i
tranquillanti, restano due grandi gruppi di farmaci:1. I simpaticotonici – che aumentano lo stress,
2. i vagotonici - che sostengono la fase di ripresa o di
riposo.
Al 1° gruppo appartengono adrenalina e noradrenalina, cortisone,
idrocortisone e farmaci apparentemente molto differenti come caffeina, teina,
penicillina, digitale e molti altri ancora. Fondamentalmente possono essere
usati tutti per attenuare l’effetto vagotonico, per esempio quando si vuole
ridurre un’edema cerebrale, che fondamentalmente è una cosa buona, ma il cui
eccesso può comportare una complicazione.
Al 2° gruppo appartengono tutti i calmanti e gli spasmolitici che rinforzano la
vagotonia o attutiscono la simpaticotonia. La loro differenza consiste
nell’effetto differente che causano nel cervello.
La penicillina per esempio è un citostatico simpaticotonico. Il suo effetto sui
batteri è insignificante ed è quasi un effetto collaterale a confronto del suo
effetto primario sull’edema della sostanza bianca. Perciò può essere usato
nella fase pcl per diminuire l’edema della sostanza bianca. Mentre questo suo
effetto è inferiore a quello del cortisone per quanto riguarda le altre zone
cerebrali.
Con questo non si vuole sminuire l’importanza della scoperta della penicillina
e degli altri cosiddetti antibiotici, solo che questa scoperta è stata fatta
con premesse ed immaginazioni sbagliate. Si era partiti dall’idea che i
prodotti di decomposizione dei batteri agissero come tossine e causassero la
febbre. Allora si doveva soltanto uccidere questi piccoli batteri cattivi per
evitare le tossine cattive. Ma questo era un errore! Naturalmente con tali
effetti anche i batteri, i nostri amici diligenti, sono compromessi, sono
momentaneamente licenziati, in quanto il loro lavoro è stato rimandato a più
tardi, quando il percorso sarà meno drammatico. Bisogna però porsi la domanda
di quanto possa essere sensato di voler curare un processo di guarigione
sensato della natura.
Il medico formatosi con le 5 Leggi Biologiche di Hamer perciò non è nemico dei
farmaci, ma parte dall’idea che la maggioranza dei processi sono ottimizzati da
madre natura e non necessitano quasi mai di una terapia di sostengo a base di
farmaci. In caso di durata breve del conflitto, e con ciò di un massa
conflittuale minima, di regola non bisogna aspettarsi particolari complicazioni
nella fase di guarigione. Restano i casi particolari che in natura avrebbero
esito letale, dei quali ci dobbiamo occupare in modo speciale per motivi di
etica medica. Nonostante questo anche in futuro perderemo dei pazienti. Ma
adesso abbiamo il vantaggio di sapere in partenza cosa aspettarci. Ad esempio non
ci è servito a niente di aver ridotto il numero delle polmoniti, in quanto
adesso la polmonite viene chiamata carcinoma bronchiale e di questo adesso i
pazienti muoiono. Abbiamo semplicemente cambiato “etichetta” alla malattia.
Adesso sappiamo che in caso di polmonite (fase di guarigione dopo un carcinoma
bronchiale), quando il conflitto (conflitto di paura di territorio) è durato
solo tre mesi, la lisi polmonare (crisi epilettoide) non avrà esito letale,
anche quando non si interviene con i farmaci. Se il conflitto invece è durato
nove mesi o di più, allora il medico sa, che nella crisi epilettoide della
polmonite si tratta di vita o di morte, quando non si interviene in nessun
modo. In questo caso, per esempio, si dovrebbero somministrare simpaticotonici
anche in fase precoce, ma in aggiunta si dovrebbero dare cortisone in dose
massiccia, cosa che prima non veniva fatto. Questo immediatamente nella crisi
epilettoide per superare il punto critico, che si presenta sempre dopo la crisi
epilettoide stessa. Di conseguenza e per logica in caso di DHS nuova o di un
recidiva, con il paziente di nuovo in simpaticotonia, il cortisone è
immediatamente controindicato. Ma non si può togliere il cortisone di colpo,
bisogna ridurlo nell’arco di alcuni giorni o di alcune settimane. Se il
paziente continua a prendere il cortisone, aumenta l’intensità del conflitto. Ma
sarebbe anche sbagliato di somministrare adesso dei calmanti, in quanto essi
darebbero un quadro offuscato con il pericolo di trasformare un conflitto
attivo, acuto in un conflitto pendente, subacuto e il paziente potrebbe
slittare in una costellazione schizofrenica col presentarsi di un altro
conflitto.
Quando per esempio un paziente ha sintomi di angina pectoris, si dice: “Bisogna
dargli beta bloccanti, calmanti, in modo che non presenti più il sintomi
dell’angina pectoris.” In realtà la natura ha instaurato questi sintomi per
risolvere il conflitto (conflitto di territorio; più si cerca di curare i
sintomi meno motivo ha il paziente di risolvere il conflitto. A parte il fatto
che non sviluppa più la sensazione istintiva di conflitto, sarebbe più indicato
aiutare il paziente a trovare una soluzione per il suo conflitto. Appena
risolto il conflitto, l’angina pectoris si risolve immediatamente, con o senza
farmaci. Questo è il non senso quando si pensa di curare i sintomi e non le
cause. Inoltre non sarebbe di nessun aiuto per il paziente, al contrario è
molto pericoloso, se il paziente risolve il suo conflitto di territorio
spontaneamente più tardi, ma il conflitto è rimasto attivo per più di 9 mesi.
Allora il paziente muore in crisi epilettoide di infarto cardiaco. Bisogna per
principio valutare molto bene se è consigliabile risolvere il conflitto o se è
forse meglio, come fanno d’istinto gli animali (lupo secondario), di
trasformare il conflitto di territorio diminuendolo d’intensità, ma non risolvendolo
per tutta la vita. È altrettanto
evidente che in fasi che si differenziano fondamentalmente con parametri fisici
opposti non può essere d’aiuto lo stesso identico farmaco. Bisogna chiedersi:
“Questo farmaco aiuta in fase di conflitto attivo o nella fase di guarigione
vagotonica?” Questo aspetto non è mai stato preso in considerazione in tutte le
medicazioni. La faccenda si complica naturalmente quando sono in corso diversi
conflitti biologici contemporaneamente e magari anche in fasi differenti. Per
esempio nella gotta: carcinoma dei tubuli collettori renali attivo, cioè un
conflitto esistenziale/del profugo e leucemia, cioè la fase di guarigione di un
conflitto di crollo dell’autostima. O per esempio nella bulimia: una
combinazione di due conflitti attivi, ipoglicemia e ulcera gastrica. Quale
farmaco, globulo, goccetta o polverina dovrebbe funzionare come, dove e per che
cosa? Forse si riesce a malapena far scomparire un sintomo o l’altro, ma
sicuramente non si può parlare di effetto reale farmacologico e tanto meno di
guarigione. Altrettanto vale per la pressione sanguigna alta, che si può sì
abbassare artificialmente con dei farmaci, ma che ha il suo senso (biologico),
in caso di conflitto dei liquidi per esempio, di compensare funzionalmente il
“buco nei tessuti renali” durante la fase di conflitto attivo per garantire di
espellere sufficientemente urina ed urea. Per tutta la durata del conflitto la
pressione resta alta. Solo con la soluzione del conflitto e la formazione della
ciste in fase di guarigione, la pressione si abbassa di nuovo da sola, perfino
nei percorsi dei conflitti lunghi secondo i valori inerenti all’età, e questo
senza farmaci.
Importante anche distinguere in tutte le fasi pcl se i sintomi scompaiono a
causa di una guarigione completa o a causa di una nuova recidiva, che può
sembrare un’apparente miglioramento. La somministrazione di pseudo terapia con
tossine cellulari (chemio) in queste fasi pcl sembrava mostrare “successi”
sintomatici ingiustificati, bloccando i sintomi sensati della guarigione e
accettando in cambio intossicazioni gravissime dell’intero organismo. Ma anche
tutti i cosiddetti metodi alternativi hanno qualcosa in comune con la medicina
sintomatica, indipendentemente se sono dosati in modo omeopatico o allopatico,
cioè danno poca o tanta sostanza, muesli, vischio o ossigeno, macrobiotica o
fiori di Bach o chi sa cos’altro, e tutti questi rimedi dovevano agire
sintomaticamente, a quanto si dice. In realtà l’unica cosa che comanda è il
cervello, ed esso non viene preso in considerazione. Una volta chiesero ad
Hamer “Signor Hamer, Lei non riesce a misurare l’anima, e cosa può avere contro
i fiori di Bach, che agiscono attraverso l’anima?”. La risposta fu esemplare “Posso
dire solo: certo che posso misurare l’anima. Io vedo, che una persona con un
determinato conflitto, che è un processo dell’anima, ha un focolaio corrispondente
ad una determinata zona nel cervello ed un’alterazione corrispondente
nell’organo. Con ciò ho dato determinati parametri all’anima. Non la posso
misurare in modo quantitativo, ma la posso dimostrare in modo scientifico.
Naturalmente esiste anche il cosiddetto effetto placebo. Se si “vende bene” un
farmaco ad un paziente, fa già effetto all’80 %. Questo non significa che la
sostanza funzioni in qualche modo, ma semplicemente che il paziente ci crede.
Anche se si fa di buon cuore del bene ad un paziente, questo funziona,
indipendentemente da come chiamiamo questo processo.
Il nostro errore era di pensare di dover fare qualcosa, per esempio con i
farmaci, poco importa se in dose massiccia o con solo una molecola. Vediamo
comunque che negli animali ammalati avviene una guarigione spontanea nell’80 -
90 % dei casi, senza nessun farmaco. Su questo permettete una volta la domanda:
com’è possibile risolvere un conflitto con qualche rimedio, visto che adesso
sappiamo che questo è il criterio più importante per guarire? Come potremmo
provocare con qualsiasi cosa un programma speciale biologico sensato della
natura? Se potessimo farlo, allora usiamo pure queste cose. Ma non lo possiamo
fare, non esistono queste cose. Perciò certe sostanze possono eventualmente
aver solo un effetto di sostegno (lenitivo) nella fase di guarigione, per
esempio lo sciroppo per la tosse, ma mai un effetto di guarigione secondo la
nostra comprensione, in quanto la fase di guarigione è già iniziata con la
soluzione del conflitto.
Le Leggi Biologiche di Hamer non sono una disciplina parziale che per esempio può
essere limitata alla soluzione del conflitto per delegare le complicazioni ad
altre discipline parziali, piuttosto è una medicina complessiva, che deve tener
d’occhio tutti i passi del percorso della malattia a livello psichico,
cerebrale ed organico. Il medico che contempla nella sua prassi il ricorso alle
Leggia Biologiche deve essere un medico
a tutto tondo che prrnde in considerazione sia il corpo che la mente il suo
compito non deve essere limitato a somministrare farmaci, ma nel condurre il paziente
a comprendere le cause del suo conflitto biologico e della sua cosiddetta malattia,
e indurlo a trovare insieme il modo migliore per uscire dal suo
conflitto ed evitare di cascarci di nuovo. Naturalmente un tale medico può
usare per il suo paziente tutti i mezzi utili, anche di tipo farmacologico o
chirurgico, ma solo se necessari, per esempio per evitare eventuali
complicazioni nel decorso naturale della guarigione, e se lo farebbe anche su se
stesso.
Quella che e’ stata definita su anche indicazione di Hamer “La Nuova Medicina
Germanica” (di cui il sottoscritto è molto critico sulla dicitura)si basa
unicamente sulle 5 leggi biologiche scoperte appunto da Hamer nella sua travagliata vicenda professionale e umana , senza una singola ipotesi, ed è stata verificata l’8/9 settembre 1998
all’università di Trnava (Slovakia) ed è stata confermata ufficialmente l’11
settembre 1998. Se vogliamo prendere in consegna una qualsiasi cosa, questa
dovrebbe essere in sintonia con le 5 leggi della natura della Nuova Medicina
Germanica. Fino a quando ci saranno ancora persone che credono di poter rinforzare
il sistema immunitario con dei farmaci, significa che hanno compreso poco o
nulla delle eccezionali scoperte di Hamer. (anche per il fatto che non esiste
alcun sistema immunitario). Riguardo poi al successo o meno di una terapia, di
una cura, di un trattamento, lo sbaglio
di fondo e’ partire dall’idea che il risultato sia direttamente proporzionale all’impiego dei
farmaci, quando Hamer ha sempre insistito su tale punto: il merito non va ne’ al medico, ne’ ai
farmaci, ma sempre e comunque del paziente stesso che ha capito il conflitto
alla base del suo problema e ha operato quei cambiamenti che consentono al
cervello di capire il messaggio insito nel sintomo corporeo del disagio che e’
stato chiamato malattia