venerdì 30 giugno 2023

IL MARE E LA TERRA IN TUTTA COSCIENZA

 

SCHMITT CON JUNGER : due pensatori da ri-assumere
Terra e Mare , io penso che sia il caso di riprendere con discernimento  quella antica dicotomia individuata settant’anni fa da Carl Schmitt un filosofo e giurista tedesco, tenuto alquanto in penombra dalla cultura occidentale del dopoguerra per essere stato un fiancheggiatore del Regime nazista. Non e’ la prima volta che affronto tale argomento in quanto recentemente  stimolato da un saggio di uno dei pensatori che stimo di piu’ :  Alain De Benoist che ha scritto in collaborazione con Julien Freund, un altro pensatore non allineato alla grande menzogna liberalista,  un libro su  tale tematica  che viene riletta  giustappunto approfondendo   quella dicotomia  di Schmitt,  partendo dal saggio titolato “Terra-Mare”in cui tutta la storia del mondo

nella particolare accezione della conflittualita’ storica  era interpretata nella prospettiva di una opposizione fondamentale tra nazioni di terra e nazioni di mare - sottotitolato  “una considerazione sulla storia del mondo raccontata a mia figlia Anna” il saggio riassume  in termini estremamente accattivanti e semplici  l’evoluzione geo-storico-giuridica  a partire dalla scoperta dell’America, quindi la fine del XV secolo con gia’ in corso tutta la serie di sconvolgimenti epocali - viaggi, nuovi continenti, invenzioni, commerci, diversi stili artistici, modalita’ differenti di guerre e assedi, financo  pandemie ricorrenti, dopo quella famosissima del 1348, che induce alla domanda “cui prodest” (ieri come oggi)-  che rimandano ad una ulteriore analisi,  quella delle eta’ del mondo di Esiodo da cui siamo indotti  alla considerazione che ci troviamo in piena eta’ dei mercanti o del bronzo, subentrata a quella dell’eta’ dei guerrieri, ovvero l’eta’ dell’argento. L'originalità dell'opera risiede nell'individuazione, da parte dell'autore, della dicotomia Terra-Mare come motore della storia umana ed e’ ovviamente questa la tematica che interessa ai due piu’ recenti pensatori che hanno tanto ispirato anche me: difatti nel loro  breve ed intenso saggio, scritto a quattro mani, affiora l’importanza di tale dicotomia   non tenuti in sufficiente considerazione dai metodi degli storici, anche quelli piu’ raffinati tipo  Oswald Spengler o  Arnold Toynbee, ma forse in qualche modo contemplati dai soliti pensatori piu’ fuori del sistema e ostracizzati  tipi Guenon, Evola, Mircea Eliade. In  questo mio nuovo articolo pero’ riprendo il saggio di Schmitt, ma mi piace commisurarlo non solo al molto piu’ antico sistema ripartito delle “eta’ del mondo” di Esiodo, comune anche a tutte le altre antiche civilta’,  ma anche alla mia Bibbia personale di possibile e alternativa interpretazione della storia del mondo, che e’ il saggio di Julian Jaynes “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza” (lo so, lo so… i pochi che per avventura si siano avvicinati ai miei scritti,  indubbiamente lo diranno a gran voce  “ah Ma’…. e mo’ hai rotto co’ sto’ Jaynes e la sua mente bicamerale”  Eppure vedete se applichiamo la bipartizione del cervello, con quella sua parte sinistra  preposta al linguaggio articolato tramite condensazione metaforica del significato di una cosa (il famoso confronto per similarita’ “ cosa e’ questo ? -  bhe e’ come …quello”), ed un’altra parte strutturata per trasferimento metonimico di un  significante (“come devo fare  per interagire con…? ) così  come ti viene impartito da una voce allucinatoria che rappresenta il condensato di tutte (o quasi) le situazioni in cui un individuo viene a contatto, ci veniamo a trovare in una situazione ottimale di organizzazione cerebro/comportamentale,  che con tutta probabilita’ ha funzionato per migliaia d’anni e che nella sua indistinzione e fumosita’, la tradizione popolare, una volta pervenuta alla coscienza e quindi ad un Io analogale  sulla base del linguaggio, ha denominato “eta’ dell’oro “ una eta’ nella quale potevano proiettarsi e anche  condensarsi (non dimentichiamo la funzione eminentemente metaforica e quindi di condesazione di significati della coscienza) tutti i miti, tutte le leggende, tutte  le storie, e anche tutte le esagerazioni, che la nuova funzione poteva ritrovare nel suo  percorso. Comincia quindi il racconto, un qualcosa del tutto escluso nella organizzazione della mente bicamerale, che aveva un impianto estremamente pragmatico di adattarsi all’ambiente, un racconto a volte stupendo che si colora dei tratti dell’epica, della lirica, della  poesia e di tutte le condensazioni metaforiche della coscienza. Ovviamente non si puo’ piu’ ricorrere alla metafora aurea per designare  il nuovo periodo e neppure far riferimento agli dei, che restano un qualcosa di molto indistinto, tutt’al piu’ raffigurabile in una altra forma di rappresentazione, quella della parola scritta in primis, ma anche  quella pittorica/visiva, ovvero  statue, idoli, totem, templi, quella musical/emozionale  tipo poesia, anche teatrale. E’ indubbio pero’ che
c’e’ un calo di livello, anche nella presunzione della nuova organizzazione cerebrale e si designa il metallo subito meno nobile. l’argento, per caratterizzare la nuova era  e si indica nella classe “dei guerrieri “  la nuova categoria di protagonisti nella scena del mondo. Sembrerebbe così leggendo racconti, ascoltando musiche e quant’altro che si sia trattato tutto sommato di un passaggio indolore da una era all’altra, per alcuni versi addirittura propizio…ma … ecco c’e’ un ma grosso come una montagna: il passaggio dalla mente bicamerale alla coscienza non ha solo un carattere di minore valore  quale si addice alla differenza tra oro e argento, ha anche un risvolto di estremo sviluppo della crudelta’ umana, che difatti esordisce sul teatro del mondo con guerre, eccidi, massacri, stupri, violenze di ogni genere e si serve di strumenti atti a tale pratica sempre piu’ sofisticati che segnano appunto lo sviluppo delle armi e quindi la dizione di “eta’ dei guerrieri”   per questo periodo di esordio della coscienza e quindi della storia che su di essa e solo su di essa puo’ essere raccontata    Il subentrare dopo due millenni e mezzo di un’altra classe che sara’ caratterizzata da un metallo ancora meno prezioso,  il bronzo e da attivita’ sempre improntate a sopraffazione , violenza , crudelta’,  perseguite solo con maggiore ipocrisia, e’ detta Eta’ dei mercanti ed e’ innescata da una, per buona parte,  inventata o comunque gonfiata in maniera abnorme , pandemia, che in breve  porto’ alla obsolescenza di tutti i valori fino allora perseguiti dal mondo medioevale e nelle sue alterne vicissitudini dalla cosidetta eta’ dell’argento o dei guerrieri.  Quello che bene o male fino a quell’evento era considerato rispondente ai valori della  civilta’ , la tradizione, il senso di un Impero. che salvaguardasse o si rifacesse a tali valori, come ad  esempio il Sacro Romano Impero di Carlo Magno e l’estremo tentativo di un suo recupero e  riproposizione da parte di Federico II di Svevia,  ed ancora la Cavalleria ,  una opera come la Divina Commedia di Dante Alighieri,  lo stile Gotico  delle  Cattedrali con il loro bagaglio di conoscenze e esperienze  da trasmettersi per coralita’,  sono soppiantate  dai  commerci, del valore di scambio , del denaro,  quindi dall’avvento di quella  che in una parola io definisco, non lo nego con un tantino di disprezzo “l’eta’ dei bottegai e dei garzoni”  e che rispecchiano in toto (ecco che prende corpo l’ipotesi di Schmitt)  l’ascesa delle potenze di mare di cui la prima piu’ compiuta espressione e’ l’Inghilterra, soprattutto a principiare dalla Regina Elisabetta detta la Grande, con le forti spinte espansioniste e la formazione di un tutt’altro tipo di  impero, del tipo marittimo/coloniale, sino a passare in  tempi piu’ recenti  il testimone (diciamo dopo la seconda guerra mondiale) agli Stati Uniti che ne hanno preso il posto. Riassumendo possiamo dire che si e' andati da un peggiore ad un molto piu'  peggiore (lo so! non si dice, ma mi sia concesso il massimo della riprovazione su tali passaggi epocali), comunque sia rispetto all'eta' dell'oro che e' l'equivalente all'organizzazione bicamerale, si e'  prodotta una frattura che probabilmente non ha rimedio. Jaynes, tra gli altri  possibili motivi di frattura  - sprofondamento isola di Santorino, invasione dei Dori - probabile riscontro storico di Atlantide e della sua scomparsa - individuava nell'elemento mare la  principale  causa del crollo della 
mente bicamerale e l'origine della coscienza. Il mare  e un popolo di navigatori tipo i Fenici,  che costretti in un elemento poco atto a comportamenti catechizzati, pian piano a fronte di sempre nuovi problemi abbiano trovato sempre meno voci allucinatorie  rispondenti alla bisogna e quindi siano stati per cosi' dire, costretti  fare ricorso all'elemento metaforico e non metonimico, applicando la condensazione al proprio stesso io e mettendolo in diretta relazione con il contesto e il comportamento da scegliersi, ecco la principale motivazione della crisi e quindi crollo della mente bicamerale e la necessita' di trovare un sostituto per mettersi in situazione con il contesto  e quindi interagire autonomamente    

giovedì 29 giugno 2023

CODREANU E LA GUARDIA DI FERRO

 

Fatte le debite premesse sul concetto di verita’ storica, ma anche sociale, (ecco una delle poche volte in cui si dovrebbe applicare quell’uno che sta per molti, proprio del concetto platonico) e' quanto mai necessario  rivisitare alcuni personaggi che la melliflua cultura di sinistra e il  viscido liberalismo dei bottegai e loro  garzoni (comunismo e consumismo le due facce della stessa medaglia del liberalismo) ha subdolamente occultato dall’intero consesso della cosidetta cultura occidentale; sono molti i personaggi ed anche gli eventi che la pseudo cultura sopracitata ha osteggiato e spasmodicamente cercato di occultare  :  recenti, come Dugin, Putin, Trump, Luckacensko, Bolsonaro, Orban, passati e anche antichi, antichissimi come ad esempio De Maistre, Metternich, Radetzsky, Ezra Pound, Julius Evola, Rene’ Guenon , Mircea Eliade.  Voglio cominciare questa sorta di  proto/vera storia , da un personaggio diciamo così minore, o perlomeno che  che in Italia e’  quasi sconosciuto Corneliu Zele Codreanu, il fondatore della Guardia di Ferro : Corneliu Zelea Codreanu era un uomo affascinante, carismatico, che dava un’idea di innate onestà e lealtà; un monaco guerriero, tutto preso nel suo impegno etico-politico di creare l’uomo nuovo. Il nome di Codreanu dirà poco ai giovani di oggi, anche in Romania, dove era nato, in Moldavia, nel 1899, ma per uno come me che nel 1963/64 era Capo dei Volontari del MSI e Dirigente della Giovane Italia (che non aveva niente a che fare colla sedicente associazione mazziniana) era una leggenda, grazie soprattutto alle edizioni di Ar, e ad altre case editrici coraggiose, che fecero conoscere i suoi scritti in Italia : 

 il Capo di Cuib, Guardia di ferro, Diario dal carcere, opere che  raccontarono ai giovani italiani di destra i sogni e le speranze di questo carismatico  personaggio , questo Codreanu, che finirà i suoi giorni a soli 38 anni, assassinato per ragioni politiche nel carcere di Tancabesti dove era stato richiuso insieme ad altri suoi legionari, camerati, diremmo noi, mediante strangolamento. Fascista, nazista, ma forse solo nazionalista romeno, comunque testimone di un misticismo politico e rivoluzionario. Chi lo ha conosciuto e intervistato, da Indro Montanelli a Julius Evola, ne parlano come di una persona eccezionale, profonda, ma assolutamente al di fuori della realtà: tanto che, dice Montanelli, non si curava né delle donne né del denaro, che la moglie gli sottraeva di nascosto per evitare che lo donasse a chi ne aveva bisogno. Non è qui il caso di raccontare la sua biografia, perché su Codreanu oggi vi sono innumerevoli scritti, ma forse è opportuno riproporre alcuen considerazioni che Evola fece su di lui sul giornale Il Regime Fascista nel 1938, in occasione di una visita del filosofo a Bucarest. Il capo delle Guardie di Ferro, racconta Evola: 
"abitava nella Casa Verde, un edificio fuori Bucarest in stile romeno, costruito dagli stessi legionari per il loro capo, come una sorta di rito. Ecco il primo impatto di Evola con Codreanu: “Ci viene incontro un giovane alto e slanciato, in vestito sportivo, con un volto aperto, il quale dà immediatamente una impressione di nobiltà, di forza e di lealtà. E’ appunto Cornelio Codreanu, capo della Guardia di Ferro. Mentre i suoi occhi grigio-azzurri
esprimono la durezza e la fredda volontà propria ai Capi, nell’insieme dell’espressione vi è simultaneamente una singolare nota di idealità, di interiorità, di forza, di umana comprensione. Anche il suo modo di conversare è caratteristico: prima di rispondere, egli sembra assorbirsi, allontanarsi, poi, ad un tratto, comincia a parlare, esprimendosi con precisione quasi geometrica, in frasi bene articolate ed organiche. “Dopo tutta una falange di giornalisti, di ogni nazione e colore, che altro non sapevano rivolgermi se non domande della politica più legata al momento, è la prima volta, e con soddisfazione” dice Codreanu “che viene da me qualcuno che si interessa, prima di tutto, all’anima, al nucleo spirituale del mio movimento. Per quei giornalisti avevo trovato una formula per soddisfarli e per dire poco più che nulla, cioè: nazionalismo costruttivo”. Codreanu conclude così l’intervista a Julius Evola: ” Ma, in ogni caso, resta sempre una apposizione di principio: vi sono da un lato coloro che conoscono solo la “vita” e che quindi non cercano che la prosperità, la ricchezza, il benessere, l’opulenza; dall’altro lato vi sono coloro che aspirano a qualcosa più che la vita, alla gloria e alla vittoria in una lotta interiore quanto esteriore.Le Guardie di Ferro detta anche "Legione"  appartengono a questa seconda schiera. E il loro ascetismo guerriero si completa con una ultima norma: col voto di povertà a cui è tenuta l’élite dei capi del movimento, con i precetti di rinuncia al lusso, ai vuoti divertimenti, agli svaghi cosiddetti mondani, insomma con l’invito ad un vero cambiamento di vita che noi facciamo ad ogni legionario
” Il grande  storico delle religioni Mircea Eliadeche fu membro del Movimento Legionario scrisse in quegli anni 
«Quello che importa non è la conquista del potere a ogni costo, ma piuttosto, innanzitutto e soprattutto, un uomo nuovo, un uomo per il quale il cristianesimo viene vissuto responsabilmente, cioè in maniera tragica, ascetica. Se, come si dice, il nazionalsocialismo si fonda sulla nazione e il fascismo sullo Stato, allora il movimento legionario ha il diritto di rivendicare di essere l'unica mistica cristiana in grado di guidare le comunità umane, una rivoluzione cristiana, una rivoluzione spirituale, ascetica e virile mai vista prima d'ora nella storia d'Europa»
.Dello stesso segno la descrizione  fisica del personaggio che ispirava tali valori, dello storico ebreo ungherese  Nagy-Talavera (deportato ad Auschwitz nel 1944 e, dopo la guerra, rinchiuso per sette anni nei gulag dei comunisti sovietici): «Improvvisamente nella folla intervenne il silenzio. Un uomo alto, di una bellezza triste, vestito del bianco costume dei contadini romeni, entrò a cavallo nel cimitero. Si fermò vicino a me, e io non potei vedere nulla di mostruoso e di malvagio in lui. Al contrario. Il suo sorriso infantile e sincero si irradiava sopra la folla miserabile, ed egli sembrava essere misteriosamente lontano da essa. Carisma è una parola inadeguata per definire la strana forza che emanava da quell’uomo. E così, in silenzio, egli restò in mezzo alla folla. Non aveva nessun bisogno di parlare. Il suo silenzio era eloquente; egli sembrava esser più forte di noi, più forte dell’ordine del prefetto che gli vietava di parlare. In più di un quarto di secolo io non ho mai dimenticato il mio incontro con Corneliu Zelea Codreanu”, scrisse Nagy-Talavera, che non aveva assolutamente alcun motivo per simpatizzare con Codreanu, anzi. Montanelli da parte sua ne diede questo ritratto:
“Era sobrio fino all’astinenza. Digiunava il martedì e il venerdì fino alle cinque del pomeriggio. Non si curava delle donne. E anche per questo, forse, non si curava dei suoi vestiti. Non aveva nessuna idea del denaro. Sua moglie doveva sottrargli di nascosto il denaro, quando ce n’era, per impedirgli di farne dono ai poveri e agli amici, che erano poveri anch’essi”. Insomma, un quadro ben diverso da quello di feroce nazista che i soliti storiografi antifascisti hanno voluto cucirgli addosso.Codreanu, in ogni evidenza, era un personaggio scomodo. Per questo fu assassinato. Dopo le elezioni del dicembre 1937 Codreanu e i suoi legionari, terzo partito della Romania, erano diventati popolarissimi nel Paese, con grande sorpresa e odio dell’establishment. Nel maggio 1938 Codreanu e altri suoi 13 legionari furono processati e condannati a 10 anni di lavori forzati per “tradimento”. La notte del 30 novembre, il “capitano” e i suoi legionari furono strangolati dai gendarmi, i loro corpi bruciati con il vetriolo e gettati in una fossa comune. Bisognerà attendere il 1990 prima che gli storici possano riprendere le ricerche sul destino dei legionari. Gli storici conclusero 
che il successo di Codreanu e del suo movimento fu quello che lo condannò a morte: la Casa reale e la classe politica romena erano letterlamente terrorizzati dal consenso che la Guardia di Ferro stava riscuotendo nel Paese, e anche la simpatia di Codreanu per la Germania non lo aiutò. Insomma, si temeva che in capo a pochi mesi Codreanu sarebbe andato al governo. Dopo la morte fisica, coerentemente alla prassi di menzogne che contraddistingueva sia liberalismo che comunismo, si comincio’ ad occultare la figura etica di Codreanu e del suo movimento, ed il nostro Paese non fece certo eccezione a tale assunto, relegando la sua memoria solo a poche frange di vera cultura e verita’ storica , delle quali ho fatto cenno all’inizio di questo articolo  

IL VERO IMPERO DEL MALE E' UNIPOLARE

 

Gli americani non si sono limitati a raccogliere il testimone  della bottegaia Inghilterra che per piu’ di tre secoli aveva spadroneggiato per il mondo forte dei suoi commerci e del suo motore : il denaro.  Hanno con il loro avvento, dopo la seconda guerra mondiale,  al vertice del potere mercantile, commerciale, e tecnologico, cioe’ in sintesi  al potere iperbottegaio hanno  aggiunto e  affinato  metodi e modalita’,  sviluppando la cosidetta “guerra della rete”  ovvero una guerra condotta  non solo in termini di mercato e di valore di scambio, ma di una informazione globale , basata su di uno spregiudicato uso, giustappunto della nuova rete informatica globalizzata  e della risonanza dei cosidetti “media”, e cioe’ giornalismo, televisione, publicita’, social e computer, tutti aggiogati al carro dell’iperconsumismo del neo-liberismo, ( o probabilmente piu’ attinente la definizione Duginiana di post-liberismo). Contro questo post-liberismo di oramai gretta individuazione statunitense che si e’ imposto come  comun denominatore di tutto il mondo occidentale, qualificandosi  come iper modernismo, ovvero lo spregiudicato  utilizzo  tutte le idee e tecniche piu’ ipocrite e falsamente buoniste che mai abbiano avuto diffusione, non solo negli USA e nel loro diretto precedente l’Inghilterra, ma anche in seno a quella che avrebbe dovuta essere la tradizione europea con la sua storia, il suo spirito e appunto le sue tradizioni, dequalificatasi in una spregevole sigla la UE espressione di un solo potere quello  del denaro, del mercimonio e di una tecnologia al suo esclusivo servizio  Ecco perche’ ogni possibile conservatorismo da parte di una sia pure esigua minoranza dovra’ sempre estrinsecarsi in un perentorio “NO !” al modernismo,   e dovra’ sempre riferisi ad una tradizione, anche se non espressamente manifesta  nel contesto della realta’ circostante.

Si riconosce subito quell’individualismo “differenziato”
  espresso dal grande e ovviamente ostracizzato dalla cultura  modernista vigente, filosofo Julius Evola in special modo nel suo saggio “Cavalcare la tigre” ovvero una sorta di manifesto di un “tradizionalista senza tradizione “.  E’ questo tradizionalismo l’unico atteggiamento perseguibile appunto dall'uomo che non si riconosce in nessun aspetto del post modernismo. ma  cio’ nonostante si affida al piu’ totale e assoluto rifiuto di qualsivoglia parametro della Societa’ attuale, che dopo aver esaurito il moderno gia’ da mezzo secolo a questa parte e’ oramai in quella fase di post modernismo che non esprime null’altro che negativita’ e nefandezza. La parola d’ordine di tale atteggiamento, che ha i suoi araldi in pochi personaggi di cultura e spessore:  Evola in prima istanza, ma anche Guenon, Eliade, Cioran, Drieu de la Rochelle, Ezra Pound, Heidegger,  Schmitt, Jungher. Spengler in una qualche maniera Freud, Jung, Pauli, Heisenberg, Schrodinger e piu’ recentemente, Matte’ Blanco, De Benoist, Freund, Dugin, persino i nostri Agamben e Cacciari:  “IL MODERNO E’ IL MALE, IL POST-MODERNO E’ IL PEGGIO".  Ribadiamo che l’uomo differenziato di Evola  ovvero il tradizionalista senza tradizione, deve trovare all’interno di se (in-sistere) i motivi piu genuini per opporsi con tutte le sue forze  al mondo di oggi post-moderno che propugna solo motivi di interesse e profitti (ex-sistere) , in sostanza deve fare una sorta di calcolo infinitesimale del tutto simile a quello che fece Leibniz rispetto a Newton , tradizionalmente indicati come i due ideatori di tale procedimento matematico: preferenziare quella “vis viva” interna  indicata dal primo in opposizione al secondo che la ricercava invece all’esterno nelle leggi e cose del mondo, e farlo assumendo numeri del campo reale ma con connotazione negativa, identificandoli con mancanze, debiti, interruzioni, distruzioni e facendoli tornare positivi ma con connotati immaginari, tramite proiezioni  per stabilire quindi un nuovo registro, giustappunto quello dell’immaginario dove possono rientrare le nuove interpretazioni di un mondo che non sia quello che ci si presenta oggi con caratteri di quasi esclusivita’ e che e’ stato recentemente in grado di imporre un vero e proprio fermo alla ragione, alla liberta’, ad una umanita’ che non si e’ ancora fatta irretire  dalla paura e che appunto deve trovare la sua “proiezione immaginaria” per uscire dal tunnel della post modernita’ che non solo ha dimenticato la tradizione (compito eseguito questo gia’ dal moderno) ma la vuole del tutto annichilire in nome di una feticizzazione estrema del movente economico per una debacle di ogni traccia di umanita’ e l’affidamento assoluto ad un nichilismo fatto di merci, di mercato, di denaro e della loro proiezione sotto veste virtuale ed informatica (paradossalmente un netto processo inverso di quello che deve fare l’uomo che si differenzia nella tradizione).   Sotto il profilo meno individuale, ma piu' collettivo, si potrebbe fare proprio la controversa ed anche abbastanza navigata teoria dell'unione eurosiatica  rivisitata e elaborata recentemente da
Alekxandr Dugin  in ispecie nei suoi due saggi La quarta teoria politica e La teoria  Mondo multipolare, di cui ho gia' parlato e di cui conto di parlare in maniera sempre piu' approfondita,  perche' dismettendo quella "ubris" che fino a pochissimo tempo fa , prima che questa distopia recente , mi svegliasse dal mio sonno dogmatico a proposito dell'occidente, vado anche io alla ricerca di una nuova direzione in cui incanalare il mio desiderio di liberta' , di giustizia, di vera umanita' e magari scoprire un nuovo Eldorado non fatto di oro come equiparazione di beni materiali,
 ma di quel vero purissimo oro di cui erano intessuti i tempi che nessuno e' mai riuscito a raccontare, se non come Mito, un Mito dell'eterno ritorno a cui tutto sommato un tradizionalista senza tradizione,  scandita da precise metafore, deve sempre tendere:  una Eta' dell'Oro per una tradizione che la coscienza umana non e' ancora riuscita a condensare, e che puo' solo intenderne un senso trascinando il suo significante che e' sempre altrove, sempre un tantino piu' in la' o un pochino piu' in qua, perche non e' una metafora : e' una metonimia e a parlare non sono piu' gli uomini, ma gli dei o perlomeno l'idea che di tali dei,  se ne e' costruita la mente umana.

domenica 11 giugno 2023

QUATTRO E NON TRE FOGLIETTI EMBRIONALI

Nel blog  capotesta  ho manifestato l'intenzione di trattare malattia per malattia secondo l'accezione simbolica che al processo appunto della malattia da' Hamer  e quindi mi vedo giocoforza indotto a rispolverare un mio vecchio scritto sulla suddivisione che in tal senso indicano i foglietti embrionali, altra grandissima scoperta del nostro Rick Geerd.  Gli embriologi tradizionali suddividono lo sviluppo embrionale secondo i tre cosiddetti foglietti embrionali: l’endoderma, il mesoderma e l’ectoderma, che si formano già all’inizio dello sviluppo dell’embrione e dai quali derivano tutti gli organi ed ogni cellula del corpo. La medicina ufficiale non si era mai interessata in modo particolare a questi cosiddetti foglietti embrionali. Nessuno aveva intuito la loro importanza. Questa è la causa del perché nessuno era riuscito ad applicare un sistema alle cause del cancro, e non solo del cancro, ma di tutte le affezioni che ci colpiscono nel nostro essere in relazione con un mondo che ci impegna. La 3^ legge di Hamer cioè "il sistema ontogenetico dei tumori e degli oncoequivalenti", classifica tutte le malattie secondo l’appartenenza ai foglietti embrionali, classificandole secondo la loro storia evolutiva o secondo i criteri dei vari foglietti embrionali. Si può costatare che le malattie che appartengono allo stesso foglietto embrionale presentano anche altre caratteristiche e particolarità comuni. Ad ognuno di questi foglietti embrionali appartiene una specifica zona del cervello, a causa dalla storia evolutiva, una particolare istologia, specifici microbi imparentati al foglietto embrionale e oltre a questo anche ogni cosiddetta malattia, meglio nominata programma speciale biologico sensato della natura (SBS), secondo un senso biologico comprensibile alla luce dei parametri della storia evolutiva.Le cellule o gli organi che si sono evoluti dal foglietto embrionale interno hanno i relè, cioè i punti di comando dai quali vengono diretti, nella parte più antica del cervello. Anche lì troviamo una locazione sistematica che inizia dorsalmente a destra con le malattie della bocca, della cavità naso-laringea e prosegue in senso antiorario seguendo il tratto digerente per finire con il sigma e la vescica. Dal punto di vista istologico, in queste zone, tutti i carcinomi sono adenocarcinomi senza eccezioni. Gli organi appartenenti a questo foglietto embrionale fanno in caso di cancro aumento cellulare con tumori compatti di tipo adenoidale, come per esempio nel fegato, nell’intestino, e nel polmone (a focolai rotondi).Tutte le cellule o gli organi che si sono sviluppati dal foglietto embrionale esterno hanno i loro relè nella corteccia cerebrale, la parte più giovane del nostro cervello. Tutti loro fanno in caso di cancro diminuzione di cellule sotto forma di ulcere o diminuzione funzionale al livello organico, come per esempio nel diabete o nella paralisi. Nel foglietto embrionale medio differenziamo tra un gruppo più antico ed uno più giovane. Le cellule o gli organi appartenenti al gruppo più antico del foglietto embrionale medio, hanno i loro relè nel cervelletto, cioè appartengono al cervello antico e creano anche loro in caso di cancro tumori compatti di tipo adenoidale nella fase di conflitto attivo, per esempio nel seno, nei melanomi, nei mesoteliomi del pericardio, della pleura, e del peritoneo.Le cellule o gli organi appartenenti al gruppo più giovane del foglietto embrionale medio, hanno i loro relè nella sostanza bianca cerebrale e fanno, in caso di cancro, nella fase di conflitto attivo, necrosi o buchi nei tessuti, cioè diminuzione di cellule, per esempio nell’osso, nella milza, nel rene o nell’ovaio.La 4° legge di Hamer cioè "il sistema ontogenetico dei microbi", classifica i microbi secondo la loro appartenenza ai tre foglietti embrionali, in quanto ogni gruppo di organi correlato ad un dato foglietto embrionale si associa anche a microbi specifici per lo stesso foglietto embrionale. Insieme alla programmazione dei nostri organi da parte del nostro computer cervello sono stati programmati anche i nostri fedeli lavoratori specializzati: i microbi.Questo comporta che i microbi più antichi: funghi e  micobatteri sono responsabili

per l’endoderma, ed in parte per il mesoderma del cervelletto, e in ogni caso solo per gli organi governati dal cervello antico, quelli più recenti, cioè i batteri, sono responsabili per il mesoderma e per tutti gli organi da esso formati, e che i microbi più giovani, cioè i virus, che in senso stretto non sono veri microbi, e quindi non veri e propri esseri viventi, sono responsabili esclusivamente per l’ectoderma o per gli organi governati dalla corteccia cerebrale.Essere "responsabile" vuol dire in questo contesto che ogni gruppo di microbi elabora solo un determinato gruppo di organi, che appartengono allo stesso foglietto embrionale, cioè si sono evoluti da esso. Forma un eccezione la "zona limitrofa" degli organi governati dal cervelletto mesodermale, che vengono elaborati sia (prevalentemente) dalle micosi e dai micobatteri ma anche (meno di frequente) dai batteri, che normalmente sono responsabili per gli organi governati dalla sostanza bianca cerebrale. Il momento, da quando possono attivarsi i microbi, non dipende da fattori esterni, come si era supposto finora, ma viene comandato esclusivamente dal nostro computer cervello.La 2° legge di Hamer, "la bifasicità di tutte le malattie in caso di soluzione del conflitto", dice che tutti i microbi, senza eccezioni, lavorano esclusivamente nella seconda fase, cioè nella fase di guarigione (fase pcl), iniziando con la soluzione del conflitto e terminando alla fine della fase pcl. La fase di guarigione è molto differente nei tre foglietti embrionali. Con l’inizio della fase pcl gli organi governati dal cervello antico demoliscono i loro tumori con l’aiuto dei microbi specializzati, mentre sempre dall’inizio della fase pcl, i buchi e le ulcere degli organi governati dal neoencefalo vengono riempiti con l’aiuto di virus e batteri comportando edemi. Tutti i microbi sono più o meno specializzati, non solo per quanto riguarda gli organi che devono riparare, ma anche riguardo al lor modo di lavorare Più si avanti nell’evoluzione filogenetica, più si sono evoluti e complicati i programmi del nostro cervello. Siamo arrivati dai programmi più antichi, arcaici del tronco encefalico, attraverso i già più complicati contenuti dei conflitti del cervelletto, passando per i programmi già abbastanza complicati della sostanza bianca cerebrale, fino ai contenuti dei conflitti corticali, che vengono governati dalla nostra corteccia cerebrale.Il famoso schok biologico (La DHS) comprende non solo lo schok conflittuale acuto e drammatico, che ci ha colto "sul piede sbagliato", ma nello stesso istante tutto è già programmato. In caso di una DHS, si forma un focolaio di Hamer (HH), una cosiddetta configurazione a bersaglio cerebrale, le zone organiche corrispondenti a questo HH reagiscono con un processo pertinente al foglietto embrionale cui appartengono: o con aumento di cellule o con diminuzione di cellule, buchi o ulcere (tumori scavati nella pelle o nella mucosa) o con un disturbo funzionale, nel caso dei cosiddetti oncoequivalenti. Tutto ciò che non è cancro è oncoequivalente, simile al cancro, e vengono così considerate tutte le cosiddette "malattie" della medicina, in quanto la nostra parola "malattia" mostra sempre solo o una fase di conflitto attivo o una fase di conflitto risolto. Anche dalla locazione degli HH possiamo riconoscere con esattezza di che tipo di contenuto biologico di conflitto si deve trattare. Dal cervelletto in poi diventa importante la lateralità per stabilire su quale lato del cervello il paziente lavora. Perciò vale per tutti i relè del cervelletto e dell’intero neoencefalo che la correlazione dal cervello all’organo è crociata. Nel tronco encefalico la lateralità non ha importanza. Ogni SBS contiene un senso biologico comprensibile alla luce dell’evoluzione che dipende pure dall’appartenenza al foglietto embrionale. Questo è molto importante se non addirittura una colonna portante per la comprensione dell’intera teoria di Hamer.  La soluzione dell’enigma del "perchè ci ammaliamo" stà nel prendere in considerazione l’appartenenza ai foglietti embrionali e la localizzazione specifica dei relè cerebrali per ogni organo. Così troviamo un vero e proprio ordine per tutti i cancri e gli oncoequivalenti, che erano ogni volta solo una singola fase del processo, e troviamo anche i sintomi e la correlazione con la fase complementare. Diciamo, che si potrebbe finalmente comprendere che la causa del processo di una malattia, che agisce all'unisono su tutti i livelli (psiche, cervello, organo) e possiamo costatare che, non tanto la natura, quanto la vita organica, ha sviluppato un sistema/processo, proprio per conservare se stessa nel suo relazionarsi con un mondo/natura che non sembra prenderci nella debita considerazione: Conviene, quindi prestare una particolare attenzione a questa nostra specificità di essere viventi in relazione ad un mondo che ci ignora e non ci conosce e dare la debita importanza appunto ai nostri foglietti embrionali, perchè, comincio proprio a pensare che alla fin fine, si trova lì la chiave di comprensione per i processi e le leggi biologiche del nostro organismo, come anche per la comprensione delle correlazioni biologiche necessarie tra l’organismo umano ed il mondo che ci ospita, ribadisco, non conoscendoci. Facciamo insomma in modo, perlomeno di conoscerci noi!

ENTUSIASMO PER GLI DEI DELL'ETA' DELL'ORO

  La Techne' fu una  pratica di rappresentazione sempre piu’ raffinata - termine che nella accezione antica aveva pero’ un significato m...