La verità è che ho sempre avuto una forte attrazione per i numeri negativi : quel “ -1” mi ha sempre dato l’idea di contrastare la spocchia dei razionalisti e super positivisti, per non dire peggio progressisti e modernisti : “bhe non siamo mica all’anno zero” diceva un mio ex amico che oggi mi guarderei bene persino da rivolgergli la parola, stante che da buon sinistroide è ovviamente oggi un convinto e fanatico scientista, vaccinista inde-fesso, seguace dei vari Soros, Gates, Fauci, Draghi etc. e del loro tentativo di deciso affossamento della Libertà “già !...” rispondevo io a quella sua asserzione presuntuosa, presupponente e sostanzialmente ignorante “non siamo all’anno zero, infatti siamo all’anno meno uno” : eccoci quindi in presenza del fascinoso, sempre un po’ misterioso -1. Un bello schiaffone in faccia agli arroganti e saccenti il caro vecchio “-1”, che diventa ancora più fascinoso e stimolante se poi usi la proiezione, ECCO TIPO UNA RADICE QUADRATA : la radice quadrata di un numero negativo, inventata dai matematici del '600, per rendere più completo il calcolo infinitesimale nella sue due ideazioni di Leibniz e Newton, ci introduce nel mondo dei numeri immaginari, che sostanzialmente rappresentano una ulteriore possibilità per i numeri reali di comprendere, se non il tutto, perlomeno molto di più della cosidetta realtà, indagando le sue accezioni immaginarie. Ora è piuttosto noto che il numero negativo è in genere utilizzato, per denotare un debito, una qualche mancanza, e questo da tempi antichissimi, in particolare dall’introduzione dell’algebra da parte degli Arabi; proiettando tale debito o mancanza, otteniamo qualche cosa, che d’accordo non sta nei registri contabili, ma sta nella nostra percezione, come una sorta di possibilità aggiunta all’ordine delle cose, un qualcosa che non puoi calcolare coi metodi ordinari, ma puoi farlo se accetti l’idea che a giocare la partita della conoscenza delle cose del mondo, non c’è solo la ragione cosciente, ma qualcosa che prescinde da essa….eh si! siamo nell’accezione di quella molteplicità di effetti di significazione che il buon Sigmund Freud denominò inconscio, andandolo a scovare nei risvolti e assai spesso anche nelle pause ed assenze della comunicazione conscia. Proiettare un numero negativo significa che in qualche modo bisogna restituire qualcosa in termini di comprensione ed ecco perché i numeri che esprimono tale proiezioni vanno a costituire quel registro immaginario che è promozionale per disporci alla comprensione di un altro registro quello del simbolico dove riposa appunto la totalità della comunicazione. In virtù di tale processo possiamo sostenere che la radice quadrata di un numero negativo è la radice quadrata di una proiezione, ovvero ha a che fare con quel registro simbolico che informa tutti i meccanismi dell’inconscio: sogni, lapsus, fantasie, atti mancati, arte, malattie e financo la morte. Il momento che si esce dal meccanismo della proiezione, ad esempio al risveglio da un sogno o subito dopo un lapsus o alle prese con una esperienza di sincronicità, la proiezione della mancanza viene inseguita come pelle d’asino e può essere amplificata fino a riconoscere che sogni, lapsus, atti mancati sono sostanzialmente dei debiti con una realtà che vengono passati tra le maglie di un immaginario per dar adito ad un simbolico. Ora c’è un ulteriore meccanismo che in matematica consente di operare con quel registro immaginario che la realtà tout court aveva escluso dai suoi procedimenti definendo l’insieme dei numeri complessi, ovvero reali + immaginari: servirsi dell’immagine speculare di un numero immaginario, rifletterne segno e senso, rimanendo nell’ambito dell’insieme dei numeri complessi, con una nuova categoria di numeri : i coniugati (due numeri complessi sono il coniugato uno dell’altro se differiscono solo per il segno 4 - 3i = 4 + 3i , ovvero moltiplicando un numero immaginario per il suo coniugato si ottiene un numero reale. Tornando al nostro parallelismo tra processi matematici e processi inconsci avremo di riflesso che un sogno, un atto mancato, una fantasia opportunamente riflessi attraverso i coniugati della mente fanno ritorno a quella realtà che sembrava elusa. Utilissimo l’impiego dei coniugati in matematica , soprattutto per lanciarci nei meccanismi del calcolo infinitesimale come abbiamo già fatto cenno, ma parimenti necessari in Fisica quantistica dove è proprio con i coniugati che si può affrontare la descrizione di un elettrone, passando da una visione particellare ad “funzione d’onda” e quindi pervenendo a quel simbolico che fa si che ad esempio un albero non sia solo espressione di quel concetto nominalistico e assoluto di albero come ad esempio voleva Platone che difatti era costretto ad ipotizzare un mondo delle idee dove vi erano gli originali dell’essenza dell‘albero, mentre i vari alberi qui sulla terra ne erano solo copie (il concetto è quell’uno che sta per molti, ovvero l’origine di tutti i dualismi e l’archetipo del giudizio di valore), ma si presti ad una fluttuazione non solo di significati, ma di significanti, sì che l’albero rappresenti anche sensazioni psichiche ed emozioni, la saldezza, la forza, l’energia, etc. Se ne evince che per descrivere qualsiasi cosa del nostro mondo avremo sempre bisogno di una parte reale e di una parte immaginaria che possono essere giustappunto coniugate insieme. Restando nella nostra fisica quantistica, passando da una visione particellare ad una che consideri flussi e quindi equazioni d’onda , dobbiamo sempre rattenere che moltiplicando quel numero complesso 4 – 3i per il suo coniugato 4 + 3i, scompare ogni parte immaginaria nel risultato che consente quindi di passare ad un nuovo registro che è quello del simbolico.
Nessun commento:
Posta un commento