domenica 22 agosto 2021

INTREPIDI TIGROTTI

 

La lettura dei libri di Evola, non solamente “rivolta contro il mondo moderno” mi sta portando, contrariamente a come potrebbe supporsi, ad un pessimismo di fondo, assai più di quello che assale quando ti misuri con idiozie tipo il “cio’ che è reale è razionale” di Hegel,  la sua risibile dialettica, poi scopiazzata da un  Marx ed infine la summa  di corbellerie ratificata da un vero e proprio ronzino della filosofia come Popper che sembra avere la sua pragmatizzazione grazie al suo allievo preferito George Soros che va senza dubbio annoverato tra uno degli esseri più spregevoli e nefandi che abbiano mai popolato questo pianeta Leggendo non di tali  scempiaggini, ma di cose serie, cioè Evola, Guenon, Mircea Eliade , e attenzione anche roba non dichiaratamente di destra, tipo  Schopenauer, Freud, Jung, Mattè Blanco, Lacan, Jaynes, Hamer , ci si preoccupa per certe considerazioni avanzate da tali autori  che potrebbero far supporre che ci troviamo un po’ al capolinea della storia del mondo (la famosa  età del ferro, ovvero  dei Servi o il Kali-Yuga della sapienza indiana.) Non solo la saggistica, ma anche una certa narrativa  distopica di valore tipo Orwell, Huxley, Breadbury , Matheson, London, e perfino più di evasione  alla Phil Dick e ai romanzi fantascientifici  a puntate della Urania, per non parlare poi della sterminata produzione di film , filmetti, serie televisive  che  da perlomeno un cinquantennio ci ammorbano, tutta una certa parte di informazione ha concorso e concorre a farci accettare come sequenziale quello che stiamo  sopportando sulla nostra pelle, in ispecie negli ultimi 18 mesi. Siamo davvero nell’ultima era contemplata dagli antichi testi e dalle persone più profonde come pensiero?  non c’è alcuna possibilità di sovvertire o invertire l’attuale corso di questa storia dove si applica la inquietantissima formula del “ciò che reale è irrazionale, cio’ che è irrazionale è reale” contraddicendo cioè platealmente  l’antico trombone della filosofia , Hegel?  C’è in tal senso un libro parecchio successivo a “La rivolta….”  di Evola, dal titolo accattivante Cavalcare la tigre, ove  viene indicata la prassi da seguire in una società che sia oramai definitivamente sprofondata nell’abisso della decadenza, il kali Yuga  profetizzato dalla cultura indiana.
Nel 1953, quando uscì in prima edizione, sembrava che in Italia fossero presenti le 
condizioni per dare inizio alla formazione di uno schieramento di Destra: di Destra non nel senso politico, ma soprattutto  ideale e spirituale, magari con l’intento di indicare una direzione di marcia  a chi non si fosse lasciato irretire dalla distopia capital/comunista, dall’ultimo atto di sopraffazione di quei mercanti (età del bronzo)  che avevano sopraffatto i “guerrieri”  (età dell’argento) e avevano rintuzzato proprio con una pandemia (1348)  il tentativo di ritorno all’età aurea della piena tradizione e spiritualità da parte di pochi “eroi” ovvero l’idea del Sacro Romano Impero, la Cavalleria, le caste, la coralità delle Cattedrali medioevali Il presente libro fu quindi  scritto non senza relazione con una determinata situazione italiana, La fine della infiammata legislatura dopo il periodo eroico della grande vittoria sul Fronte Popolare (1948) , la cosidetta “Legge Truffa” l’eclissarsi della influenza Degasperiana,  un libro,  quindi dedicato a chi non può o non vuole staccarsi dal mondo attuale, che è pronto ad affrontarlo e a viverci persino nelle forme più parossistiche senza però cedere interiormente, mantenendovi la propria differenziata personalità". Una visione pessimistica d’accordo , ma ma né passiva, né rinunciataria. Questo - dunque - per il pessimismo. L'altro aspetto del saggio è l'estremo, crudo realismo. Esso deriva dal fatto che l'autore, e i destinatari della sua opera, adottano un criterio di valutazione e giudizio che si rifa alla tedesca Neue Sachlichkeit, la Nuova Oggettività, vale a dire una visione chiara, distaccata e oggettiva dell'esistenza,  vissuta da posizioni non straccamente democratiche e di stampo moderno/consumista. Dunque, è chiaro: un periodo di crisi da affrontare positivamente. Si va allora oltre il nichilismo, questa malattia del mondo moderno: dobbiamo  ricercare gli  strumenti adatti per combatterlo e superarlo, quasi un "manuale"di salvezza interiore, spirituale, per uscire indenni dai marosi del mondo moderno.La contrapposizione fondamentale, di cui parla Evola, tra "mondo storico"e "mondo della Tradizione", è in realtà una contrapposizione paradossale tra azione nella storia e azione metastorica. La prima è il segno distintivo del mondo moderno che si basa sul concetto di tempo, cioè sulla successione che separa e distingue gli eventi. In questo concetto è rappresentata l'idea di sviluppo, di riscatto teleologico, di emancipazione, di progresso. Insomma, è l'azione in atto che lascia rovine al suo passare. La seconda è il segno distintivo della Tradizione, che si basa sul concetto di eterno: l'azione è; è sempre in atto ma non è più espressa in scansioni temporali,bensì spaziali. È l'azione tipica del mito, cioè quella sovratemporale quasi non umana, ma di ispirazione divina. Ma tra i due mondi, quello della Tradizione e quello della Storia, definiti attraverso il  concetto di azione "spaziale" e di azione "temporale", non c'è successione cronologica. Certo, tutta la ricerca di Evola mette in luce come l'abbandono del mondo della Tradizione abbia innescato un irreversibile processo di decadenza dell'Occidente. E si può supporre che,all'epoca della Tradizione, segua cronologicamente  quella della Storia, che all'integrità sacra dell'esistenza segua la decadenza. Questa è, credo, una lettura lecita della sua filosofia, però così non si comprenderebbe il suo carattere eversivo determinato dalla particola revisione eraclitea con cui Evola mette in rapporto i due mondi e, quindi, le due forme dell'azione. La loro opposizione non è stabilita da un "prima" e un "poi", ma da un'opposizione simultanea (cioè non temporale). Il che significa che è sempre in atto un mondo della Tradizione e un mondo della Storia, e che la loro opposizione è sia metafisica, sia reale - nel senso di ciò che definisce socialmente e politicamente la condizione dell'Occidente. L'azione è il segno di questa ineludibile contrapposizione: l'azione non è Storia e non è atto puro. L'azione è "polemos", conflitto in senso eracliteo, luogo dell'origine e principio della scelta. La Storia non potrà mai essere giustificazione dell'evento, e il pensiero non sarà origine metafisica dell'azione. Il pensiero evoliano della "rivolta" è un ideale movimento transitivo dalla Tradizione alla Storia, e da qui nuovamente alla Tradizione e poi ancora alla Storia. È una dinamica che ben si comprende se si riflette su un frammento di  Eraclito ricordato da Evola: "Un uomo è un dio mortale e un dio un uomo immortale". La filosofia diventa allora testimonianza della necessità del conflitto: "Un silenzioso tener fermo di pochi, la cui presenza impassibile da 'convitati di pietra' serve a creare nuovi rapporti, nuove distanze, nuovi valori" Il punto di riferimento qui è dato dalla dottrina tradizionale dei cicli e dall'idea che l'epoca attuale, con tutti i suoi fenomeni più tipici, corrisponde alla fase terminale di un ciclo. Il passaggio da quanto si è detto fin qui a quest'ordine di idee può esser dato dalla formula scelta come titolo del libro: «Cavalcare la tigre». È, questo, un detto  orientale, esprimente l'idea che, se si riesce a cavalcare una tigre, non solo si impedisce che essa ci si avventi addosso, ma, non scendendo, mantenendo la presa, può darsi che alla fine di essa si abbia ragione. E’ un tema prettamente orientale  quale lo Zen giapponese, che recentemente anche un autore italiano maestro di psicoterapia direttiva  Giorgio Nardone ha  adottato per il titolo di un suo manuale d’uso pragmatico  ma  ha  anche un parallelo nell’antichità  con il dio Mithra che si fa trascinare dal toro furioso e non lascia la presa, finché l'animale si arresta, permettendogli di ucciderlo. Questo simbolismo trova applicazione su diversi piani. Lo si può riferire anzitutto ad una linea di condotta per la vita interiore personale, ma anche all'atteggiamento da assumere proprio dinanzi a situazioni critiche,storiche e collettive, quali l’attuale che di certo molto più che ai tempi dello scritto Evoliano risente di una massiccia offensiva delle più turpi forze di quel male che i “mercanti “ hanno diffuso nel mondo in settecento anni di predominio da quando proprio con una Pandemia (quella del 1348 che a questo punto non ha più un riscontro, per così dire “naturale” ma indotto)hanno impresso una vistosa accelerazione per  il  raggiungimento del loro fine di irretire l’intera umanità allo stato di “servi”, contraddistinguendo il passaggio ad un’era che è appunto una mescolanza, una lega come il ferro ovvero  non  più qualcosa di naturale, un metallo puro come l’oro, l’argento, il bronzo. Ecco perchè  ci rivolgiamo a stabilire una  relazione simbolica  con appunto  l'accennata dottrina dei cicli, riguardante la struttura generale della storia e, in particolare, con quell'aspetto di essa che si riferisce alla sequenza delle «quattro età». È, questo, un insegnamento che, come abbiamo avuto occasione di mostrare altrove, ha avuto tratti identici sia nell'Oriente che nell’ Occidente  E giovera’ anche in questa sede ri-assumerne i tratti essenziali  : Nel mondo classico esso è stato presentato nei termini di una discesa dell'umanità dall'età dell'oro via via fino a quella che Esiodo chiamò età del ferro. Nel corrispondente insegnamento indù l'età terminale è dettakali-yuga (= l'età oscura), e l'idea essenziale qui viene precisata col sottolineare che al kali-yuga è proprio appunto un clima di dissoluzione, il passaggio allo stato libero e caotico di forze individuali e collettive, materiali, psichiche e spirituali che in precedenza erano state in vario modo vincolate da una legge dall'alto e da influenze d'ordine superiore. Di questa situazione i testi tantrici dettero una immagine suggestiva dicendo che in essa è «completamente desta» una divinità feminile - Kàli - la quale simboleggia la forza elementare e primigenia del mondo e della vita, ma che nei suoi aspetti «inferi» si presenta anche come una dea del sesso e di riti orgiastici. 
Dopo di che, esaminiamo il principio del cavalcare la tigre nella sua applicazione al mondo esteriore, all'ambiente complessivo. Il suo significato eventuale può allora venir precisato nei seguenti termini: quando un ciclo di civiltà volge verso la fine, è difficile poter giungere a qualcosa resistendo, contrastando direttamente le forze in moto. La corrente è troppo forte, si sarebbe travolti. L'essenziale è di non lasciarsi impressionare dall'onnipotenza e dal trionfo apparente delle forze dell'epoca. Tali forze, per essere prive di connessione con qualsiasi principio superiore, hanno, in fondo, la catena misurata. Non bisogna dunque fissarsi al presente e alle cose vicine, ma aver anche in vista le condizioni che potranno delinearsi in un tempo futuro. Allora il principio da seguire può essere quello di lasciar libero corso alle forze e ai processi dell'epoca, mantenendosi però saldi e pronti ad intervenire quando «la tigre, che non può avventarsi contro chi la cavalca, sarà stanca di correre».  Abbandonando l'azione diretta, ci si ritira su di una linea più interna di posizione. Implicita è, qui, la prospettiva offerta dalla dottrina delle leggi cicliche: chiuso un ciclo, un altro comincia, e il punto in cui un dato processo raggiunge la sua fase estrema è anche quello in cui esso si capovolge nella direzione opposta. Resta tuttavia aperto il problema della continuità fra l'un ciclo e l'altro. Secondo una imagine dell'Hoffmannsthal, la soluzione positiva sarebbe quella dell'incontro fra coloro che hanno saputo vegliare durante la lunga notte e coloro che forse appariranno nel nuovo mattino. Ma questo esito non lo si può tenere per certo: non si può assolutamente prevedere in che modo e su quale piano potrà aversi una certa continuità fra il ciclo che volge al termine e quello successivo. Perciò alla linea dell'accennato comportamento per l'epoca attuale devesi dare un carattere  autonomo e un valore individuale immanente. Vogliamo dire che non deve avervi una parte di rilievo l'attrazione esercitata da prospettive positive a più o meno breve scadenza. Queste potrebbero anche mancare del tutto, prima dell'esaurirsi del ciclo, e le possibilità offerte da un nuovo movimento di là dal punto zero potrebbero riguardare altri che, dopo di noi, abbiano tenuto egualmente fermo, senza attendersi nulla per quanto riguarda effetti diretti e mutamenti esteriori. Anche Evola quindi e tutto il pensiero, antico e moderno , a lui correlato non induce ad alcuna sicurezza, anzi ….conduce a quello che un locale di Praga di qualche anno fa induceva col suo titolo ambiguo  e inquietante “Solidni Nejistota” ovvero dal ceco “Una solida insicurezza”
….e’ questa l’unica cosa certa, appunto solida che i tempi moderni ci consegnano : l’incertezza ovvero l’insicurezza. Questo articolo fa seguito e integrazione con i numerosi articoli
  sullo stesso tema  riportati nel blog  Lenardullier.blogspot, dove ci si è spesi nel tentativo di correlare l’attuale spazio/tempo a tutta una serie di considerazioni dettate anche dalla necessità di ri-assumere le acquisizioni cultural/conoscitive di un preferenziato cammino di vita  - una sorta di parallelismo con un tipico espediente della fisica quantistica : il cosidetto “Integrale sui cammini “ di Richard Feynman (1948) . Ci si era proposti di trovare  correlazioni tra eventi storici così come ci sono stati  tramandati (al 99%  sbagliati o comunque fortemente manipolati) e una interpretazione diversa, ecco magari saccheggiando principi ed effetti di un altro scibile di comprensione (fisica quantistica ) o lasciandosi trasportare da suggestive ri-letture di ardite teorie ( inconscio e pulsione di morte di Freud, inconscio come insiemi infiniti di Mattè Blanco, mente bicamerale e origine della coscienza di Jaynes, Elohim di Biglino,  inconscio come luogo dell’Altro di Lacan, etc.) per magari azzardarne di nuove operando frammistioni tutte tese a comprendere il momento attuale, ed ecco appunto questa sorta di “fermata” per accettare il consiglio del libro qui preso in esame  “Cavalcare la tigre” ….terminata anzi sbaragliata dai mercanti  la precedente età dei guerrieri (ciclo greco romano da noi in occidente)  e anche quella degli eroi (il medioevo della coralità della cattedrale) siamo al cospetto del passaggio dal bronzo al ferro che non si applica più ad un primitivo  passato ancestrale, di imprecisata cronologia, che anzi si suppone non essere mai esistito, ma anzi è oggi disseminato di microchips, codici binari, tecnologia iper informatica e digitale e la solita immotivata assurda paura che ieri era diffusa dal supporre un dio irato (chissà poi da che?) e quindi da una struttura su di esso costruita (Religione) mentre oggi si riveste di supposta scientificità applicata ad inesistenti morbi e affezioni . (2020 come tutte le precedenti panzane delle cosidette pandemie, ordite dalla terza classe delle età del mondo  i bottegai  “mercanti” . Contro quest'ultima fase quindi che non dispone più nè di guerrieri, nè di eroi , dobbiamo trovare la forza di essere come dei tigrotti, si una qualche rammemorazione ai "tigrotti di Mompracen" è di prammatica,  assieme ai nomi di Sandokan, Janez de Gomejra , tigrotti abbastanza intrepidi da salire, per ora, sul dorso della tigre /Materna/Kalì e lasciarsi trasportare fino al momento in cui.... Tigrotti intrepidi come dal titolo : 
al riferimento salgariano del ciclo malese si aggiunge per gente della mia classe il fumetto L'Intrepido dove uno dei protagonisti era il principe indù ma biondo Chiomadoro che aveva sempre con se la sua fida tigre Marana 

giovedì 12 agosto 2021

LE STRINGHE DA VENEZIANO A KALABI-YAU

Ecco la teoria teoria di stringa bosonica, che è proprio la versione originale della teoria delle stringhe sviluppata  da Gabriele Veneziano nel 1968  : Gabriele Veneziano e' un  fisico (cl.1942) laureatosi a Firenze nel 1965 che aveva lavorato in Israele e successivamente era stato chiamato alla Università di Ginevra  dove aveva pubblicato le sue ricerche che hanno appunto dato avvio alla teoria delle stringhe. L’associazione basilare  che dà inizio alla teoria  è quella  della musica  e gli strumenti a corda.
Quando si tende per bene [la corda vibrante in un pianoforte] fra 2 piroli e la si suona, la corda vibra a una frequenza definita. La frequenza è il numero di vibrazioni al secondo. Una corda di pianoforte ha pure armonici di vibrazione: tonalità più alte che si mescolano con la sua frequenza fondamentale, sì da produrre il particolare suono che associamo allo strumento…
Possiamo mettere a confronto in maniera diretta una corda di pianoforte con le stringhe della teoria sopracitata. Per distinguere fra tipi differenti di stringhe chiameremo quelle di cui ci parla la teoria fisica stringhe relativistiche...Si conviene che le stringhe relativistiche terminino su oggetti chiamati D-brane. Se sopprimiamo gli effetti delle interazioni fra stringhe, le D-brane sono infinitamente "pesanti"...
La più semplice delle D-brane è chiamata D0-brana: è una particella puntiforme...Tendiamo una stringa relativistica fra 2 piroli. Le D0-brane non sono attaccate a nulla, ma non si muovono perché sono infinitamente pesanti....Il livello di energia più basso della stringa tesa non ha vibrazioni - bé, non ne ha 
quasi. C'è sempre una debole vibrazione quantomeccanica. Il modo corretto per comprendere lo stato fondamentale della stringa è pensare che essa possieda tanta poca energia vibrazionale quanta ne ammette la meccanica quantistica. La stringa relativistica ha stati eccitati in cui vibra - alla sua frequenza fondamentale oppure su uno dei suoi armonici. Proprio come la corda di un pianoforte, può vibrare simultaneamente su moltissime frequenze differenti. Tuttavia, così come in un atomo d'idrogeno l'elettrone non può muoversi in maniera arbitraria, anche una stringa relativistica non può vibrare a suo piacimento...La stringa deve "scegliere" entro una sequenza di stati vibrazionali.
Questi possiedono energie differenti, ma siccome energia e massa sono legate dall'equazione 
E = mc², i differenti stati vibrazionali di una stringa hanno masse diverse… La massa totale di una stringa è frutto di molteplici contributi. Anzitutto, c'è la sua massa a riposo: la massa che essa possiede per il fatto di essere tesa da una D0-brana all'altra. Inoltre, c'è l'energia vibrazionale in ciascun armonico: questa contribuisce alla massa, giacché, stando all'equazione E = mc², l'energia è massa! Infine, c'è un contributo che viene dalla quantità minima di vibrazione consentita dalla meccanica quantistica. Tale contributo causato dalle fluttuazioni quantistiche è chiamato energia di punto zero. Siffatta espressione dovrebbe ricordarci che questo contributo quantistico è ineludibile. Il contributo dell'energia di punto zero alla massa è negativo. Il che è strano, molto strano! Se ci limitiamo a considerare un unico modo vibrazionale della stringa, l'energia di punto zero è negativa. Armonici più alti accrescono i contributi positivi all'energia di punto zero. Ma quando li si somma tutti quanti in maniera opportuna, si ottiene un numero negativo. Se ciò non bastasse, c'è di peggio: tutti questi effetti - massa a riposo, energie vibrazionali ed energia di punto zero - si sommano al quadrato della massa totale. Quindi se l'energia di punto zero è dominante, il quadrato della massa è negativo. Ciò significa che la massa è immaginaria, come √-1...
Per riassumere la cosa in poche parole, una stringa relativistica nel suo stato energetico quantico più basso ha massa negativa al quadrato. Una stringa in tale stato è detta 
tachione...Nello scenario  descritto, ove una stringa è tesa fra 2 D0-brane, possiamo liberarci [dei tachioni] soltanto separando le D0-brane in misura sufficiente affinché il contributo della massa ottenuto dalla tensione della stringa sia maggiore delle fluttuazioni quantistiche. Ma anche in assenza di D0-brane, ci sono comunque stringhe. Anziché finire su qualcosa, esse si richiudono su se stesse. Non sono affatto tese. Possono ancora vibrare, ma non devono farlo obbligatoriamente. L'unica cosa di cui non possono fare a meno è fluttuare secondo quanto previsto dalla meccanica quantistica. E come prima, tali fluttuazioni quantistiche di punto zero tendono a renderle tachioniche...
 I tachioni sono sintomo d'instabilità - un'instabilità simile a quella di una matita in equilibrio sulla punta. Se qualcuno è particolarmente insistente e abile, magari riesce davvero a far sì che la matita si regga in quel modo. Ma il minimo soffio di vento la farà cadere. La teoria delle stringhe con i tachioni è quasi come una teoria del moto di un milione di matite distribuite su tutto lo spazio e tutte quante in equilibrio sulla punta...[Ma] c'è qualcosa di buono nei tachioni. Accettiamo che lo stato fondamentale di una stringa è un tachione, con massa negativa al quadrato:  < 0. L'energia vibrazionale rende m² "meno" negativa. Di fatto, se giochiamo bene le nostre carte, il più piccolo incremento di energia vibrazionale consentito dalla meccanica quantistica rende m esattamente pari a 0. Ottima cosa, dato che sappiamo che esistono in natura particelle senza massa: fotoni e gravitoni. Così, se le stringhe devono descrivere il mondo, bisogna che ci siano stringhe prive di massa - più precisamente, esisteranno stati quantici vibrazionali delle stringhe privi di massa. "Giocare bene le nostre carte" significa che abbiamo bisogno di 26 dimensioni dello spazio-tempo...Quando qualcosa vibra - poniamo, la corda di un pianoforte-, vibra in una direzione definita. La corda di un piano vibra nella direzione in cui è stata percossa. In un pianoforte orizzontale ciò significa che la corda vibra "su e giù" anziché da una parte all'altra. Le vibrazioni prendono una direzione, e ignorano tutte le altre. Per contrasto, le fluttuazioni quantistiche di punto zero vanno in ogni direzione possibile. Ogni nuova dimensione che viene introdotta dà alle fluttuazioni quantistiche un'ulteriore direzione da esplorare. Più direzioni significano più fluttuazioni di punto zero, cioè un maggiore contributo negativo a m². Non resta che chiedersi come si mantenga l'equilibrio fra le vibrazioni e le irriducibili fluttuazioni quantistiche di punto zero. A quanto risulta, la quantità minima di vibrazione si neutralizza a vicenda con il valore delle 26 dimensioni della fluttuazione quantistica, portando - come si voleva - a stati di stringa privi di massa.≫≪Abbiamo buone notizie, cattive notizie e pessime notizie. Le stringhe hanno modi vibrazionali e possono comportarsi come fotoni o come gravitoni - e questa è la buona notizia. Possono farlo soltanto in 26 dimensioni: ecco la cattiva notizia. C'è pure un modo vibrazionale di una stringa che ha massa immaginaria, il tachione. Ciò indica un'instabilità nell'intera teoria.
Negli anni '70, tuttavia, c'è l'avvento della nozione di supersimmetria e la nascita della cosiddetta Teoria delle Superstringhe  Per cercare di comprendere almeno l'essenza del concetto di supersimmetria, dobbiamo un attimo ritornare sulle particelle che costituiscono la materia. La meccanica quantistica ci permette di classificare le particelle in 2 categorie fondamentali: bosoni e fermioni.La differenza sostanziale sta nel fatto che i bosoni non sono soggetti al principio di esclusione di Pauli, mentre i fermioni lo sono! Il principio afferma infatti che 2 fermioni identici (come ad esempio gli elettroni) non possono occupare simultaneamente lo stesso stato quantico (in parole povere, la rappresentazione matematica di un sistema fisico).Un'ulteriore differenza tra bosoni e fermioni è data dal tipo di momento angolare di spin che essi possiedono. Lo spin è una particolare grandezza (o se vogliamo essere precisi, un numero quantico) che va appunto (assieme ad altre grandezze) a definire uno stato quantico. Ed è in particolare una forma di momento angolareSussiste il cosiddetto teorema spin-statistica, il quale afferma che i bosoni presentano spin intero, mentre i fermioni hanno spin seminteroPer esempio i fotoni (che sono  bosoni di gauge ovvero  sono bosoni elementari mediatori delle forze fondamentali della natura, il termine si riferisce al fatto che le interazioni fondamentali sono descritte da teorie di gauge in cui le forze si esercitano mediante lo scambio di particelle che sono bosoni. ) presentano spin pari a 1, mentre gli elettroni (che sono fermioni) hanno spin uguale ad 1/2. Detto ciò, la supersimmetria (abbreviata SUSY) è quella teoria che individua una certa simmetria per cui ad ogni fermione e ad ogni bosone vanno a corrispondere rispettivamente un bosone e un fermione di egual massa! Ciò si traduce nel fatto che all'elettrone (fermione di spin 1/2), corrisponde il selettrone  (bosone di spin 0), al quark (fermione di spin 1/2) corrisponde lo squark (bosone di spin 0) e così via.La teoria delle superstringhe rappresenta una cura per il problema dei tachioni e abbassa il numero delle dimensioni da 26 a 10. Produce anche nuovi modi vibrazionali che fanno sì che le stringhe si comportino come elettroni.
La superstringa fluttua non solo nello spazio e nel tempo ma anche in altre modalità più astratte. Questi nuovi tipi di fluttuazioni sono in parte - ma non del tutto - diretti alla soluzione della questione dei tachioni. Rimane ancora un modo vibrazionale con massa negativa quadrata. La chiave di tutto è che se si comincia con modi vibrazionali che rappresentano
fotoni, elettroni o altre particelle a nostra scelta, a prescindere da quali collisioni si provochino fra loro, non si potrà mai ottenere un tachione. È un po' come se l'intera teoria fosse in equilibrio sulla lama di un coltello. C'è, però, una particolare simmetria che aiuta a mantenere l'equilibrio: ed ecco che facciamo ritorno alla  supersimmetria., laddove intorno alla fine degli anni ottanta ai fisici divenne chiaro che la teoria delle stringhe, per quanto arrivi molto vicino a una descrizione unificante dell'Universo, non riesce però a raggiungere tale obiettivo in pieno.Tra l'altro, si era scoperto che esistevano ben 5 tipologie differenti di teoria delle superstringhe:
1) tipo I;
2) tipo IIA;
3) tipo IIB;
4) eterotica-O;
5) eterotica-E.

Tutte hanno in comune numerose caratteristiche fondamentali, ad esempio: necessitano di 10 dimensioni spaziali, di cui 6 compattificate in uno spazio di Calabi-Yau (spazio a 6 dimensioni che prende la denominazione dai matematici Eugenio Calabi e Shing-Tung Yau) ; i modi di vibrazione determinano le masse e le "cariche di gauge".

Ma le differenze tra le suddette teorie esistono e crearono un certo imbarazzo negli studiosi di teoria delle stringhe.
D'altronde un conto è avere un'unica teoria che potrebbe spiegare il meccanismo dell'intero Universo, un altro è averne 5 diverse, un eccesso che finisce per indebolirle tutte quante!
Più recentemente si arrivò a una svolta, come ci illustra Brian Greene nel celebre saggio L'universo elegante, di cui mi è gia' capitato di parlare in miei precedenti articoli e che costituisce sul comodino del mio letto una sorta di rilettura  quotidiana  prima di addormentarmi....
(un pò a mò del famoso "leggere e rileggere Freud di Lacan)  "

Al congresso del 1995, Witten argomentò che, partendo con una stringa di tipo IIA e aumentando la sua costante di accoppiamento da un valore molto minore di 1 fino a un valore molto maggiore di 1, la fisica che è ancora possibile analizzare ha un'approssimazione a basse energie che è la supergravità in 11 dimensioni. Quando Witten annunciò questa scoperta, i presenti restarono stupefatti. Si trattava di uno sviluppo per quasi tutti completamente inaspettato  Sostanzialmente Edward Witten riuscì a riunire le 5 teorie di superstringa differenti in un'unica teoria madre, chiamata  M - Teoria la quale invece di supporre l'esistenza di 10 dimensioni, ne prevede11! Qual è il significato della M? Witten non specificò inizialmente cosa intendesse con quella lettera, lasciando il lettore libero di immaginare che si riferisse a "magia", "mistero", oppure (teoria) "madre" o ancora "matrice". Recentemente ha chiarito che la M sta per "membrana".

 

 

 





 

ENTUSIASMO PER GLI DEI DELL'ETA' DELL'ORO

  La Techne' fu una  pratica di rappresentazione sempre piu’ raffinata - termine che nella accezione antica aveva pero’ un significato m...