Siamo abituati a marcare la storia con personaggi e eventi , ma sarebbe il caso di concentrarsi forse di piu' su modalita' di rappresentazione piu’ raffinata che che gli antichi chiamavano “techne’”, un termine che nella sua originaria antica aveva pero’ un significato molto piu’ profondo e composito della mera tecnica affermatasi in eta’ dei mercanti, soprattutto con la rivoluzione industriale (meta’ XVIII secolo). Diciamo che la techne’ antica era un concentrato di abilita’ e ispirazione, che magari noi in epoca piu’ recente siamo stati abituati a chiamare “arte”, attenzione anche anch’essa frutto della coscienza che in molte delle sue manifestazioni abbisogna dello specifico della scrittura che e’ uno dei piu’ appariscenti strumenti di rappresentazione di specifici aspetti del mondo - l’epica, i generi teatrali, la poesia - un insieme che utilizza anche quello spazio lasciato vuoto dal venir meno delle voci allucinatorie degli dei, la parte destra del cervello, dove tali voci avevano sede, ma dove avevano luogo anche determinati meccanismi neuronali tra cui avevamo fatto cenno dello stress, dell’emergenza di una situazione particolare e possiamo aggiungere anche di una sempre piu’ sviluppata intuizione, che sara’ proprio quella che dara’ adito all’insorgere della disposizione artistica. Ovviamente il nostro riferimento e' sempre il per saggio/bibbia di Julian Jaynes "il crollo della mente bicamerale e l'oriigine della coscienza " da cui abbiamo la asserzione che nell'organizzazione della mente bicamerale non c’era bisogno di espressione artistica, perche’ l’intuizione era tutta al servizio del recepimento delle voci degli dei, ma quando questi dei non ci sono piu’ , ecco che rimane uno spazio vuoto da occupare con qualcosa. Un qualcosa che magari richiama quelle voci, cerca di farne il verso, si sforza di utilizzarne l’impianto di suggestione, di convincimento, di fascinazione e trascina con un vigore inusitato tutta l’essenza stessa della disposizione umana. C’e’ una parola che e’ stata impiegata per descrivere tale stato, una parola in greco antico che piu’ che ad uno stato somiglia ad un fluire di passione, un sentimento di cui alcuni piu’ che altri sembrano esserne come soggiogati ed e' entusiasmo, ovvero "ἐνθουσιασμός" da ἐν, en («in») con theós (θεός, dio) e ousía (οὐσία, essenza), “ il cui significato letterale e’ “avere un dio dentro”. Tutti in determinate occasioni eccezionali partecipano di questo entusiasmo, di avere questo dio dentro di se’, ma alcuni individui ne sono piu’ investititi: sono coloro che sono stati additati come profeti, sibille, sciamani, stregoni, auguri e in ultima istanza come poeti, musicisti, in una parola che dovrebbe risassumere tutta questa disposizione : “artisti” persone che in qualche modo stabiliscono una sorta di ponte tra il mondo concreto, pratico e purtroppo anche doloroso della vita cosidetta normale, ordinaria per l’individuo umano e il mondo invece della suggestione, dell’intuizione, dell’estasi proprio del riferimento a quelle antiche voci attribuite agli dei e che noi abbiamo ipotizzato potessero essere delle misteriose entita’ che in un periodo imprecisato della vita del nostro pianeta, abbiano avuto a che fare con i nostri antenati umani e li abbiano incanalati verso una specializzazione che non ha alcun riscontro tra le altre specie degli animali viventi su questo pianeta. La mia ipotesi, diversa da quella dei vari Biglino, Sitkin e non contemplata neppure dallo stesso Jaynes che e’ lo studioso che ha scoperto l’escamotage della mente bicamerale , e’ che tali entita’ non fossero corporee, ma diciamo cosi’ solamente energetiche e avessero percio’ bisogno di trovare una corporeizzazione per mettere in atto determinate loro necessita’ (ovviamente a noi del tutto sconosciute) : da qui l’ottimo escamotage di un doppio cervello per avere assolti i compiti assegnati ai prescelti animali indigeni, uno metaforico operante per condensazione di significati, l’altro metonimico che invece funzionava per trascinamento di significanti, si da avere degli esecutori molto capaci, dotati anche di loro autonomia, ma sempre rigidamente sotto controllo. Ecco come funzionava l’eta’ dell’oro : delle entita’ sempre presenti ma che non si vedevano, pero’ si sentivano tramite voci allucinatorie innescate dal bisogno e dalle necessita’ sia dell’interagire con l’ambiente, sia di assolvere ai compiti assegnati; una padronanza crescente del mondo circostante sempre pero’ regolata da queste entita’ che non commettevano errori, ma indicavano sempre la cosa migliore da farsi; una temporalita’ dilatatissima, oltre l’esperienza e presenza di ogni singolo individuo umano, ma che non riguardava le entita’ che mai nessuno aveva visto, ma che tutti avevano udito e alla quali non era neppure concepibile non “ob-audire”; la risultanza di tutte queste componenti era un mondo estremamente regolare, ordinato, il cui unico elemento di novita’ era il presentarsi di una situazione non ancora contemplata dall’abitudine e dalla ripetizione, che in breve veniva assorbita e trasmessa dalle entita’ ai loro attraverso la metonimia secondo asse portante del linguaggio che in sostanza assolveva perfettamente alla funzione di un codice di trasmissione, duplice trasmissione come abbiamo avuto modo di osservare. Gli individui morivano, questo tutte le comunita’ umane se ne rendevano conto, con tutta probabilita’ avevano una vita molto simile a quella attuale, forse piu’ breve per via del fatto che le entita’ contavano su di una efficienza e su capacita’ costanti e affidabili e quindi non erano molto propense a consentire uno stracco eccessivo della persona per effetto della vecchiezza, quindi vite piu’ brevi, ma sempre contrassegnate da assoluta prestanza e nessun decadimento di qualsivoglia capacita’, ma le voci e le sensazioni innescate dalle voci, quelle non morivano, erano eterne, immortali come appunto gli dei la cui presenza era costantemente avvertita da qualsiasi soggetto umano, presenza che veniva avvertita non solo attraverso la propria formazione neuronale, ma anche ricordata attraverso quello che abbiamo esposto in merito all’arte : statue, idoli, spesso e volentieri con tratti distintivi che accentuavano il loro potere allucinatorio, quasi ipnotico : globi oculari enormemente dilatati che ancora oggi sembrano osservarci dal loro oramai misterioso silenzio, colori vivaci di antichi templi capaci di innescare improvvise sensazioni, maestosita’ di monumenti e forme particolari, tutte con scopi di rammemorazione o soggezione e non solo elementi esterni, ma anche musiche cadenzate, nenie, cantilene, e tutta una serie di elementi che servivano per aumentare quel potere di suggestione ed anche di soggezione che rimaneva l’elemento base del rapporto tra entita’ e umani, ma che noi oggi possiamo solo supporre, ma assolutamente non comprendere. In proposito sulla identita’ di tali entita’ io avanzo l’ipotesi che non di viaggiatori intergalattici dovette trattarsi, ma piuttosto di entita’ energetiche per molti versi assai simili alle stringhe della famosa teoria della fisica quantistica che negli ultimi sessant’anni, per la precisazione dalla loro prima formulazione da parte del fisico Italiano Gabriele Veneziano nel 1968, hanno infiammato il dibattito scientifico anche andando a confluire nella teoria dei multiuniversi formulata da 10 anni prima da Hugh Everett III e approfondita da eminenti studiosi negli anni successivi in particolare dal famosissimo Stephen Hakwing, che ne haproposto una variante assai suggestiva,rifacendosi all’integrale sui cammini di Feynmann e ipotizzandone una serie pressocche' infinita di percorsi si da produrre una inflazione cosmologica, laddove quello che e’ successo per il big bang non farebbe che riproporsi continuamente con espansioni continue e sempre in corso, anche in questo preciso momento. Questo perché gli effetti quantistici all’origine dell’inflazione, invece di arrestarsi, non farebbero altro che propagarsi all’infinito, innescando a cascata un’inarrestabile ramificazione di processi inflattivi in nuove regioni dell’universo e dando così origine a una struttura che per alcuni va equiparata ad un frattale senza fine, per altri a bolle nella quale ciascuna “bolla” finirebbe per rappresentare un universo a sé e quindi per altri come per Hawking e suoi illustri colleghi tipo Hertog, Greene, il ricorso alle stringhe, evolutesi in anni piu’ recenti in superstringhe che in quanto fonti energetiche potrebbero essere aggregate a membrane 3 D (o più) immerse in uno spazio molto più ampio (iperspazio) laddove ogni membrana è un universo distinto. Un vero e proprio multiuniverso, dunque, nel quale il nostro particolare universo non sarebbe altro che una bolla, una stringa, una super stringa, una membrana, nella quale, essendo l’inflazione già terminata, si sono potute formare stelle, galassie, pianeti, esseri come noi ed anche come quelle famose entita’ che per supersimmetria in un periodo imprecisato potrebbero anche essersi incontrate tra loro. La straordinarieta’ della teoria di Hawking, cui per dovere va menzionato l’apporto collaborativo del collega Hertog che ha firmato assieme a lui l’articolo dove tale teoria e’ stata proposta, sta in una sorta di limite che si cerca di porre all’infinita’ di questa misteriosa struttura, arrivando così a isolare un insieme circoscritto di universi possibili e alle possibilita’ di interconnessione tra di essi. Secondo la teoria delle stringhe e super stringhe le ipotesi di natura corpuscolare e ondulatoria della materia non sono alternative. A livello microscopico, la materia appare composta da particelle, in realtà aggregati di cariche energetiche. Ad una dimensione di analisi crescente, queste particelle si presentano composte da energia. Il costituente primo della materia sono stringhe di energia che vibrano ad una determinata frequenza o lunghezza d'onda caratteristica, e che si aggregano a formare particelle. Gli infiniti universi paralleli potrebbero coesistere nello stesso continuum di dimensioni, vibrando a frequenze differenti. Il numero di dimensioni necessarie è indipendente dal numero di universi, ed è quello richiesto per definire una stringa (al momento 11 dimensioni). Questi universi potrebbero estendersi da un minimo di 4 a tutte le dimensioni in cui è definibile una stringa. Se occupano 4 dimensioni, queste sono il continuo spazio-temporale: nel nostro spazio-tempo, coesisterebbero un numero infinito o meno di universi paralleli di stringhe, che vibrano entro un range di lunghezze d'onda/frequenze caratteristico per ogni universo. Coesistendo nelle stesse nostre 4 dimensioni, tali universi sarebbero soggetti a leggi con significato fisico analogo a quelle del nostro universo. La novità di questa teoria è che gli infiniti universi non vivono in dimensioni parallele e non necessitano di postulare l’esistenza di piu’ di 4 dimensioni di spazio-tempo, ciò che consente di definire una pluralità di universi indipendenti non è un gruppo di 4 o più dimensioni per ogni universo, ma l'intervallo di lunghezze d'onda caratteristico. L'intervallo teorico di frequenze/lunghezze d'onda per le vibrazioni di una stringa determina anche il numero finito/infinito di universi paralleli definibili. Questi sono calcoli complessi e diciamolo pure di addetti ai Super-Lavori: piu’ terra terra, sia pure con ambizioni spazio/cosmiche, noi torniamo alle nostre supposizioni di interazioni tra umani e entita’ in una accezione che strizza l’occhio a tali ipotesi, non dunque viaggiatori dello spazio con astronavi, tute e caschi, ma semplicemente stringhe di energia vibranti in un range di lunghezza d’onda caratteristico, che per una serie di ragioni del tutto incommensurabili alla nostra mente anche quella odierna, si e’ trovato in supersimmetria con la dimensione di un altro universo indipendente, proprio in virtu’ della sua simmetria, comunicante. Entita’ di diverse dimensioni si sono trovati in un rapporto e da questo rapporto ne e’ promanato un periodo di lunghezza indefinita, che le piu’ antiche civilita’ hanno denominato “eta’ dell’oro” o “eta’ degli dei”
Solidni Nejistota
il nome è ripreso da un vecchio locale di Praga Solidni Nejistota dei primi tempi dopo la liberazione dal comunismo
sabato 21 giugno 2025
mercoledì 18 giugno 2025
MENZOGNE DI IERI E DI OGGI
Se dovessimo costruire un inizio di verita’ nella storia, dovremmo far piazza pulita di non meno del 99% di quello che in questi ultimi sette secoli abbiamo appreso e partire non a caso dal 1347/48 ovvero da quella pandemia denominata peste bubbonica e poi peste nera fino a pervenire alla attuale pandemia con tutta probabilita’ ancora piu’ falsa e inventata di quella antica, in quanto veicolata con maggiore efficacia dai mezzi di comunicazione piu’ evoluti. Menzogna ieri, come menzogna oggi e un percorso preferenziato nel corso dei secoli che richiama una sorta di integrale sui cammini , del tipo di quelli ideato da Richard Feynman, laddove quella che dovrebbe essere opportunita’ di scelta si e’ sempre sposata alla menzogna, alla macchinazione, all’inganno e soprattutto al perseguire l’interesse di pochi (ricchi bottegai) a scapito dei molti (poveri e gente comune non coinvolta in meccanismi di mercato): vale, come esemplificazione di massima, la lapidaria osservazione di un famoso scrittore Alessandro Manzoni a proposito della descrizione di uno dei tanti regurgiti (quello della peste degli anni trenta del ‘600 nell'Italia settentrionale) di questo ricorso alla pandemia e alla conseguente paura di massa, come garanti di diffusione di straordinaria efficacia: “Cabala ordita per far bottega del pubblico spavento” - “far bottega” eccolo il principio informatore di ogni azione di ogni pensiero della nuova classe sociale che si e’ cominciata ad affermare giustappunto grazie ad una mobilitazione della paura, quella dei Mercanti o bottegai, che hanno deciso di uniformare il contesto sociale ad una enorme bottega, dove si muovono loro come padroni e manovratori di ogni manifestazione, grazie anche al servile ausilio di garzoni o servi, ricompensati con briciole di potere e di pecunia (politici, intellettuali, poliziotti e soldati, comunicatori prezzolati, etc). Oggi quindi che ancora non abbiamo attraversato del tutto la terribile penombra (per la verita' tenebre oscurissime) dell'ultima pandemia ascritta ad un improbabilissimo virus denominato covid 19, proprio se vogliamo ricostruire o meglio costruire ex novo un nuovo, diverso, piu' corretto sapere, improntato alla verita' e non alla menzogna e alla manipolazione, dobbiamo disporci con animo sereno, ma nel contempo attento, rispetto a tutta la narrazione della storia così come ci e' stata propinata. Cominciamo magari con uno degli eventi piu’ dirompenti del racconto storico : una rivoluzione. Rivoluzione e’ un termini usato per parecchi eventi, molto spesso con diverse accezioni, qualche volta a sproposito, ma si intende in genere un sovvertimento di principi ed anche di modi di essere : c’è stata una rivoluzione industriale, una rivoluzione scientifica, una rivoluzione sociale, una rivoluzione politica, insomma un po’ chi piu’ ne ha piu’ ne metta; c’e’ stato anche chi ha, su questo tema della rivoluzione vi ha costruito una sorta di paradigma piu’ o meno ineluttabile come Thomas Kuhn con il suo saggio “la struttura delle rivoluzioni scientifiche”del 1962, che al di la’delle patetiche critiche di un ronzino del pensiero come Popper, resta a tutt’oggi l’analisi piu’ dettagliata e piu’ precisa della rivoluzione, limitata pero al cambiamento anche di opinione in campo scientifico: nell’accezione del presente articolo intendiamo dedicarci al concetto piu’ rappresentativo della rivoluzione con tanto di movimento di opinione e anche di masse, non scevro di episodi di violenza e di vero e proprio terrore : Indubbiamente la rivoluzione diciamo così canonica per questo tipo di immaginario collettivo e’ quella francese Anzitutto siamo proprio sicuri che la Rivoluzione Francese fu un moto spontaneo di rivolta, partito da un popolo vessato da leggi ingiuste e da un potere corrotto, inefficace e del tutto indifferente delle afflizioni provocate sulla stragrande maggioranza della popolazione ???? O piuttosto non fu un qualcosa provocato a bella posta proprio da quel ristretto gruppo di potere che anelava a raggiungere obiettivi più consoni alla sua posizione che da quattrocento anni andava consolidandosi come emergente ? stiamo parlando dell’avvento dell’eta’ dei Mercanti, così come postulata da Esiodo nel suo “Le Opere e i giorni” ma anche prospettata nei suoi esiti piu’ esiziali per l’umanita’, dalla cultura indu’ con l’ ulteriore avvento di una eta’ ancora piu’ buia : il Kali Yuga, che Esiodo definiva "l'eta' dei servi”. Ho detto che questi Mercanti io li chiamo soprattutto “bottegai” nel senso che l’instaurarsi di una cultura ove a dominare e’ il denaro con tutti i suoi meccanismi di scambio univoco e con le leggi che assegnano valore e appartenenza sono solo quelle di un enorme sconfinato mercato, non c’è piu’ posto per altri valori, quali la tradizione, il sapere, financo un certo tipo di comportamento e di trasmettibilita’ (la Cattedrale e la Cavalleria) che un tempo venivano invece scambiati. I depositari di questo tipo di potere vanno anche identificati con un progressivo affermarsi di una classe media che potremmo anche cominciare a denominare borghesia, che e’ andata formandosi proprio con il passaggio dall’eta’ dei guerrieri a quella dei mercanti, laddove l’elemento di distinguo e di unico valore e’ diventato il denaro e il suo scambio, quindi la societa’ e’ andata sempre piu somigliando ad una bottega.Come in ogni bottega che si rispetti c’è il padrone assoluto, quello che fa i commerci, compra vende e soprattutto guadagna ed uno stuolo di garzoni o servitori di diverso lignaggio: quelli che, per cosi’ dire hanno fatto carriera ed allora partecipano sia pure in modalita’ ridotta ai proventi della compravendita e quindi ne traggono relativi vantaggi e benefici (la classe dei politici, dei tecnici cosidetti esperti, dei comunicatori e specie coi tempi odierni praticamente la totalita’ degli addetti ai mass media, ovvero giornali, televisioni, social) ,e quelli invece mantenuti ad uno stato meramente esecutivo, di manovalanza (poliziotti, soldati ed anche la classe dei medici e degli addetti sanitari ). C’è da dire che questa suddivisione non e’ cosi’ precisa come indicato, spesso e volentieri una data categoria sociale sconfina nell’altra: anche se sempre nel libro paga delle elites commerciali v’e’ una grossa differenza tra un politico di livello governativo centrale ed uno di livello locale(per intenderci diverso un parlamentare, un ministro, da un sottosegretario in qualche comune di provincia così come differente e’ un Generale dell’esercito o della polizia da un semplice agente). Comunque sia, non al di sotto, ma di certo meno che mai al di sopra, di questa suddivisione sociale, si colloca la gran massa della gente comune, che non si identifica coi padroni, ma non si identifica neppure nei garzoni; e’ la gente che lavora, studia, discute, ma anche consuma, compra, ma solo marginalmente vende - e’ la gente che cerca dei valori alternativi alla mera pecunia, la gente che studia, fa cultura, ricerca, si informa, ma è anche la gente che persegue esclusivamente il proprio tornaconto, che se ne frega, che non vuole essere coinvolta, e che si limita a vivere e a consumare - ecco la parola magica per le elites, per i bottegai e quindi anche per i garzoni : consumare!!! questo e’ quello che conta in una eta’ contrassegnata dal termine di “mercanti” gente che consuma e che apparentemente non sembra partecipare del mercimonio in atto nel mondo moderno da quasi sette secoli – paradossalmente e’ proprio questa gente che come detto costituisce la stragrande maggioranza della popolazione mondiale - che e’ oggetto dello spasmodico contendere delle classi dominanti, e’ questa la gente verso cui sono sempre state indirizzate le grandi macchinazioni, tutti i falsi, tutte le montature, di cui il cammino della recente (si fa per dire) storia e’ costellato: così nel 1348, così nei regurgiti di gonfiatissime e pilotate pandemie nel corso dei secoli, ma così anche con le guerre, gli assedi, i colpi di stato, le alternanze di potere e soprattutto…..le rivoluzioni. Prima di andare a approfondire la piu’ famosa delle rivoluzioni, quella francese, cerchiamo di chiarire chi sono queste elites, questi mercanti o bottegai, che da così lungo periodo perseguono nel tentativo di dominare la gran massa delle popolazioni di tutto il mondo, instaurando quindi una sorta di dittatura del denaro che possa fungere da principio informatore della socialita’.Si e’ parlato molto degli ebrei come massimi rappresentanti di tale spirito commerciale e, trovandone anche la giustificazione a livello storico : estromessi da tempo immemorabile dalla effettiva conduzione di un proprio territorio o stato, essi sono andati vagando per i diversi stati nazionali spesso e volentieri osteggiati, discriminati soprattutto nell’esercizio del potere pubblico e quindi costretti a dedicarsi al commercio, all’usura, e a tutto quello che attiene il commercio. Subito dopo gli ebrei e’ stata messa in ballo proprio come entita’ sovranazionale, lo spirito delle cosidette Societa’ segrete, i Rosacroce, i Templari, gli Illuminati di Baviera, ma soprattutto la Massoneria, che rappresenta un condensato di tale spirito incentrato sul denaro, sul commercio, e sulla distinzione sociale solo sulla base del censo …molti massoni furono ebrei, ma non necessariamente, in realta’ vi furono insigni massoni anche tra i gentili, però la massoneria piu’ influente e’ sempre stata quella inglese. Come mai ? Semplice, definita da Napoleone Bonaparte la nazione bottegaia, l’Inghilterra e’ stata sempre una antesignana nel preferenziare meccanismi di compravendita nei suoi affari nazionali e internazionali fino a concedere con facilita’ dignita’sociale, prebende e titoli nobiliari proprio sulla base del riscontro economico, senza andare per il sottile in merito al come tale riscontro fosse stato ottenuto.(vedi il titolo di Sir concesso dalla Regina Elisabetta al pirata Francis Drake, che ha avuto innumeri esempi, fino ai nostri giorni ), quindi ovvio che una borghesia così solleticata dal potere politico, abbia fatto da battistrada in merito ad associazione che aveva come suo interesse precipuo quello di dilatare la sua influenza economica facendo appunto leva a fattori di censo. Nella prima delle pandemie considerata quella del 1348 ne’ ebrei ne’ inglesi hanno una rilevanza particolare, anzi per lo piu’ e’ l’area mediterranea coi suoi mercanti, banchieri emergenti, tipo i Bardi, i Peruzzi, i Datini, Chigi, i Medici, a dominare, per passare il testimone nel secolo successivo a Mercanti tipo tedesco, anseatico, e dopo l’apertura del canale americano, prima a spagnoli e Portoghesi, successivamente a mercanti olandesi, delle Fiandre e un po’ tutta l’europa centrale per vedere quindi nel corso del XVIII secolo l’affermarsi delle prime grandi compagnie commerciali inglesi strettamente legate al potere reale, e di cui probabilmente quella dei Rotschild /che ha tra l’altro diversificazioni extra insulari, e’ una che ha maggiormente colpito l’immaginario collettivo
sabato 14 giugno 2025
14 giugno rapportato col 9 giugno
Oggi 14 giugno ricorre il 96° anniversario della nascita di mio padre nato a Napoli appunto il 14 giugno 1929. Per la verita’ fino a che io ero ragazzino si festeggiava sempre il 12 perche’ così aveva sempre asserito mia nonna Lucia dicendo anzi che lui non era nato proprio a Napoli, ma a Licola dove mio nonno era funzionario dell’Opera Nazionale per i Combattenti (O.N.C.) impegnato nelle grandi bonifiche del Lago Patria , ma su quest’ultimo particolare si era volentieri lasciato perdere, invece il fatto del 14 e non 12 giugno, era saltato fuori quando mio padre nel 1960 aveva avuto bisogno di un documento e da li’ il certificato anagrafico aveva sentenziato : nascita a Napoli il 14 giugno nomi assegnategli Lucio, Nicola, Giovanni. Ora il rapporto con mio padre e' stato piuttosto buono anche se contraddistinto da feroci divergenze politiche specialmente negli anni dal 1962 al 1965 quando ero un militante dell'estrema destra e lui invece un convinto socialista di Nenni, ma con sempre, fino alla fine della sua vita, fortissime simpatie per il comunismo. Comunismo col Rolex d'accordo,
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LUCIO E MARIO NARDULLI IN VARI ANNI 1953 E 60 (B.N) 1964 E 69 (COLORE) |
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FOTO DEL 1965 DA MAZZA IL FOTOGRAFO PIU' CARO DI ROMA |
mondiale il comandante del disastro dell'Ortigara, quello che quando arrivava al Comando di Cadorna a Udine, il Trincerone del Dorta , ovvero il caffe' frequentato appunto dagli ufficiali dello Stato Maggiore, che come intonava il ritornello sul tema della cartolina di Cadorna alla regina, detti nel gergo di trincea "bomba c'e'" : "da Cividale a Udine ci stanno gli imboscato portan gambali lucidi, capelli impomatatati ...din don da e al fronte non ci van " si mettevano freneticamente le mani nelle tasche dei pantaloni nella spasmodica ricerca di toccare qualcosa che facesse da equivalente al ferro.Ecco uno dei punti di sicuro contatto con mio padre negli anni: il fatto di essere il figlio di mio nonno e quindi un testimone di numerosi sentito dire e quant'altro della persona per me piu' importante e vero modello di vita, laddove anche se di sinistra e quindi anche antimilitarista non si era mai potuto esimere da quel rapporto e quindi il sistema padre figlio gli si rifletteva in una speciale simmetria, un po' diciamolo alla Matte' Blanco ovvero con trasposizione di classe in un inconscio come insiemi infiniti, così mi regalava la foto che teneva nel
portafoglio di mio nonno con il cappello con la penna bianca a Lubiana nel 1942 così come mia nonna Lucia mi aveva passato il distintivo da mutilato della guerra 15-18. Comunque sia i contraasti le occasioni di conflitto ce ne erano stati parecchi negli anni, ma sempre come attutiti, da una parte dalla sua tutto sommato forte adesione ai motivi del consumismo piu' raffinato e dall'altra dalla mia indifferenza verso le cose della politica....probabilmente uno degli ultimi motivi di contrasto fu oramai nel nuovo millennio la mia feroce avversione verso l'Unione Europea che strideva con la sua spassionata adesione e quella di sua moglie Anna. Il mio ritorno all'interesse per la politica ri -innescato dalla farsa pandemica del 2020 e dalla constatazione che bisognava reagire a quello che ti propinano senno' ecco ti fanno vivere nella realta' le distopie di un Orwell, di un Huxley, di un Dick, di un Matheson e' avvenuto quasi vent'anni dopo la sua morte (Ott.2001), eppure mi sono spesso chiesto come avrebbe preso le malefatte anche e sopratutto della sinistra, del PD erede del PCI, il vedere chessò il banchiere ipercapitalista e ultraliberista Mario Draghi con la manina protettrice sulla spalla del sindacalista Landini o magari delle semplici offese al buon senso come la museruola, il green pass, la vaccinazione obbligatoria; in fin dei conti mio padre era si di sinistra ma era anche una persona sveglia in gamba, intelligente e di certo non pecorona, come avrebbe preso tutte quelle assurdita' , tutti quegli insulti alla ragione e anche alla dignita' umana ?
portafoglio di mio nonno con il cappello con la penna bianca a Lubiana nel 1942 così come mia nonna Lucia mi aveva passato il distintivo da mutilato della guerra 15-18. Comunque sia i contraasti le occasioni di conflitto ce ne erano stati parecchi negli anni, ma sempre come attutiti, da una parte dalla sua tutto sommato forte adesione ai motivi del consumismo piu' raffinato e dall'altra dalla mia indifferenza verso le cose della politica....probabilmente uno degli ultimi motivi di contrasto fu oramai nel nuovo millennio la mia feroce avversione verso l'Unione Europea che strideva con la sua spassionata adesione e quella di sua moglie Anna. Il mio ritorno all'interesse per la politica ri -innescato dalla farsa pandemica del 2020 e dalla constatazione che bisognava reagire a quello che ti propinano senno' ecco ti fanno vivere nella realta' le distopie di un Orwell, di un Huxley, di un Dick, di un Matheson e' avvenuto quasi vent'anni dopo la sua morte (Ott.2001), eppure mi sono spesso chiesto come avrebbe preso le malefatte anche e sopratutto della sinistra, del PD erede del PCI, il vedere chessò il banchiere ipercapitalista e ultraliberista Mario Draghi con la manina protettrice sulla spalla del sindacalista Landini o magari delle semplici offese al buon senso come la museruola, il green pass, la vaccinazione obbligatoria; in fin dei conti mio padre era si di sinistra ma era anche una persona sveglia in gamba, intelligente e di certo non pecorona, come avrebbe preso tutte quelle assurdita' , tutti quegli insulti alla ragione e anche alla dignita' umana ?
martedì 3 giugno 2025
L'ONDA E L'ES , O MAGARI IL SUPER ES
A proposito della funzione d'onda : io ritengo che essa potrebbe anche avere un compito inusitato : nel suo collasso comporre diverse realta' in contemporanea, talmente tante da andare in qualcuna di queste realta' andare a pizzicare quel qualcosa che Freud ha chiamato inconscio, ma anche Groddecchianamente ES, e non solo in qualche supplemento di possibilita' , un po' alla integrale di Feynman anche andare a delineare un ulteriore qualcosa di misterioso che il sottoscritto ha denominato "SUPER ES". Vogliamo cominciare a districarci tra questa ridda di possibilita' Per farlo ci sara' bisogno di alcune premesse, diciamo così, metodologiche. La Funzione d’onda è un numero complesso, ovvero caratterizzato da una parte reale e da una parte immaginaria con la peculiarità quest’ultima di essere restituita alla sua parte reale previa moltiplicazione per il suo coniugato ovvero il numero negativo cambiato di segno, che però perde la sua implicazione razionale, assorbendo anche l’irrazionale e quindi andando a comprendere il simbolico che come hanno osservato parecchi filosofi e psicoanalisti (Freud, Lacan, ma con più precisa formulazione Mattè Blanco) è la modalità di funzionamento dell’inconscio o Es, come forse più correttamente dovremmo denominarlo, alla Groddeck . Va notato difatti che questo allargamento al simbolico dei numeri complessi consente di interpretare le funzioni d’onda al massimo come le intendeva Heisenberg ovvero “tendenze” a trovare il sistema di riferimento in una certa posizione ad un dato istante; ma ecco che sorge subito il problema che tali funzioni d’onda in quanto esperienze senzienti non possono essere valutate perchè le tendenze così riflesse nella coniugazione di un negativo con un positivo sono equiparate al reale, ma un reale che accoglie nella sua accezione non più solo il razionale ma anche l’irrazionale, per cui con buona pace di Hegel, la realtà partecipa, deve partecipare, di quell’irrazionale che va comporre il simbolico.Dobbiamo a questo punto pervenire all’ipotesi davvero geniale cui è pervenuto Hakwing : la funzione d’onda di un grande oggetto come un pianeta e persino dell’intero universo può essere paragonata alla funzione d’onda o tendenza riflessa di un qualcosa di abbastanza familiare : un gruppo in una città; ecco dato che siamo in questo periodo in cui ciò tende ad avvenire frequentemente stante la situazione distopica che impone a gente ancora dotata di intelletto e ragione di radunarsi per protestare e manifestare il proprio dissenso a tutte le imposizioni liberticide e di terrorismo mediatico sanitario di una sorta di individui che fanno leva sulle più ancestrali paure dell’umanità – terrore della malattia, senso di conformismo e uniformità di massa, dipendenza dai cosidetti media che oramai stravolgono impunemente qualsiasi informazione – Il gruppo che andiamo a prendere in esame è giustappunto quello, molto determinato e molto attuale, di tali persone che, potremmo anche immaginare che tendono a radunarsi in un dato punto della città a forte impatto emozionale, ecco ad esempio a Roma Piazza del Popolo, piazza della Bocca della Verità, a Parigi Place de la Concorde, a Vienna la Hofburg, a Londra Trafalgar Square, per diffondere con maggiore forza le loro intenzioni ….la funzione d’onda è questa tendenza a trovarsi in un dato punto in un dato tempo, analogamente la funzione d’onda per un insieme di pianeti è la tendenza a raggrupparsi in una certa zona dell’Universo che potrebbe avere anche essa una determinata caratteristica di opportunità: la descrizione della tendenza a trovarsi in un certo posto e in un certo istante è appunto la funzione d’onda che altro non è che la tendenza di una certa circostanza a verificarsi , quando viene coniugata con la riflessione del segno cambiato (quindi una simmetria) che ci dice dove è più probabile trovare le proprietà consensuali di un oggetto, di una persona, di un elettrone, di una particella, di un pianeta, di una folla, e alla fin fine dell’intero universo. Ecco è proprio su questo ultimo passaggio che Stephen Hawking ha compiuto il suo vero “balzo” intellettuale, ha sostituendo l’entità più piccola – la particella o anche il flusso con quella più vasta: l’Universo intero. Invece di pensare ad una particella o ad un flusso la cui funzione si estende ovunque , ha pensato ad un Universo dove la funzione d’onda è dappertutto. Il ragionamento si presta quindi a dilatarsi ulteriormente andando a comprendere non più un solo Universo , ma una pluralità di Universi, tutti con un loro inizio e quindi una loro origine; se a questo punto ci disponiamo, facendo leva su di una buona dose di fantasia e quindi di quel connubio tra razionale, irrazionale, ed anche scorrendo i ben noti registri del reale, dell'immaginario e del simbolico, ecco che possiamo pervenire ad un racconto di volta in volta diverso, dove tutti i cammini che si possono scegliere portano ognuno ad un integrale ben calcolato sotto un aspetto davvero infinitesimale, perche' coniugandosi con il possibile, l'infinito diventa davvero una sorta di possibilita' di racconti sempre cangianti . Lo abbiamo fatto con lo spazio , immaginando persone che si radunano in un dato posto per manifestare contro certe imposizioni, possiamo farlo anche con il racconto della storia immaginando di cambiare alcuni eventi base si da percorrere differenti cammini e quindi comporre diversi integrali, per una sorta di simmetria tra tutti i cammini molto simile a quella dei multiuniversi delle ipotesi di Hawking e degli altri fisici che si sono occupati di tale eventualita' . A livello microscopico, la materia appare composta da particelle, come abbiamo visto con l’esperimento della Doppia Fenditura diventano ondeche in realtà risultano aggregati di cariche energetiche. Ad una dimensione di analisi crescente, queste particelle si presentano composte da energia e quindi il costituente primo della materia si può ipotizzare come stringhe di energia che vibrano ad una determinata frequenza o lunghezza d’onda caratteristica. Gli infiniti universi paralleli potrebbero coesistere nello stesso continuum di dimensioni, vibrando a frequenze differenti. Il numero di dimensioni necessarie è indipendente dal numero di universi, ed è quello richiesto per definire una stringa (al momento 11 dimensioni). Questi universi potrebbero estendersi da un minimo di 4 a tutte le dimensioni in cui è definibile una stringa. Se occupano 4 dimensioni, queste sono il continuo spazio-temporale: nel nostro spazio-tempo, coesisterebbero un numero infinito o meno di universi paralleli di stringhe, che vibrano entro un range di lunghezze d'onda/frequenze caratteristico per ogni universo. Coesistendo nelle stesse nostre 4 dimensioni, tali universi sarebbero soggetti a leggi con significato fisico analogo a quelle del nostro universo. La novità di questa teoria è che gli infiniti universi non vivono in , e non necessita di postulare l'esistenza di più di 4 dimensioni di spazio-tempo. Ciò che consente di definire una pluralità di universi indipendenti non è un gruppo di 4 o più dimensioni per ogni universo, ma l'intervallo di lunghezze d'onda caratteristico. L'intervallo teorico di frequenze/lunghezze d'onda per le vibrazioni di una stringa determina anche il numero finito/infinito di universi paralleli definibili - ovviamente sulla base di questi studi più o meno fantastici ma con un sostrato di plausibilità dovuto alla lusinga di calcoli matematici trasferiti nella categoria dell’immaginario/simbolico dovuto alla coniugazione di numeri complessi ecco che ciascuno di noi può immettere nel calcolo infinitesimale serissimo ed accreditato da quel pop o di scienziati e filosofi, le proprie fantasie che sono della stessa materia dei sogni ovvero quell’equivalente di materia oscura che compone il simbolico e quindi il funzionamento dell’inconscio o ES, suscettibile anche questi di appropriarsi dell’epiteto di Super (se lo ha fatto anche l'Agip con la sua benzina Cortemaggiore???)Le indicazioni di simili esperienze sono molteplici e costellano tutta la storia della letteratura e della creazione artistica: dalla poesia alla prosa, alla pittura, alla scultura, all’architettura e con forse maggiore frequenza nell’ultima delle arti la settima ovvero il cinema. Quanti film abbiamo visto con la trama del cambiamento alternativo, del salto di stato: Frank Capra, Ernest Lubitsh, Billy Wilder, Ingmar Bergman, Louis Bunuel? Uno degli ultimi che si è impresso nell’immaginario con una certa forza anche per il particolare fascino della protagonista Gaynor Paltrow, è “Slinding doors”, dove un quotidiano banalissimo evento determina due differenti destini della stessa persona che viaggiano appunto su due universi paralleli, ma su contesti di cui uno è alternativo all’altro proprio in virtù di quell’evento banale. Quanti eventi più o meno banali abbiamo riconsiderato nella nostra vita “ah se non avessi fatto questo, ma invece quello? Oppure il canonico “non ti avessi mai incontrato! La mia vita sarebbe stata tutt’altra cosa!” Abbiamo detto che le fantasie, così come tutti i processi creativi artistici e letterari sono della stessa materia dei sogni e in passato abbiamo ipotizzato che un sogno da svegli guidato alla maniera di Desoille, magari riveduto e corretto, potrebbe essere equiparato al collasso dell’equazione d’onda così come supposto da Schrodinger e portare ad un nuovo integrale sui cammini di Feynman, quindi pervenire a qualche cosa di inusitato che merita ovviamente l’epiteto di “Super” proprio in considerazione di un inconscio (Es) che si nutre del simbolico dei sogni, con la simmetria
che guida il suo funzionamento, laddove tutto diviene super, anche le stringhe che si compongono di quell’energia vibrante che potrebbe dare origine al tutto.
venerdì 30 maggio 2025
TERRA, MARE E L'ORIGINE DEL CONTRASTO
Terra e Mare , proprio oggi che la tensione tra l'ultima vera potenza di terra la Russia e la naturale erede della tradizione di mare anglosassone, gli stati Uniti d'America, e' arrivata allo scontro, se non proprio diretto, perlomeno interposto (UE e un Paese esca l'Ucraina), valgono le considerazioni di questa dicotomia terra-mare individuata settant’anni fa da Carl Schmitt un filosofo e giurista tedesco, tenuto alquanto in penombra dalla cultura occidentale del dopoguerra con la scusa di essere stato un generico fiancheggiatore del Regime nazista. C'è da dire che oramai da questo 2025 non siamo piu' sotto la distopia del sistema globalista e bottegaio puro, opportunamente rappresentato da un Presidente degli USA stolido e demente come Biden, dal 20 gennaio e' cominciata una nuova eta' dell'oro il cui aedo Donald trump la scia intravedere un superamento dei motivi di conflitto. Non e’ la prima volta che affronto tale argomento in quanto recentemente stimolatoda un saggio di uno dei pensatori che stimo di piu’ : Alain De Benoist che ha scritto in collaborazione con Julien Freund, un altro pensatore non allineato alla grande menzogna liberalista, un libro su tale tematica che viene riletta giustappunto approfondendo quella dicotomia di Schmitt, partendo dal saggio titolato “Terra-Mare”in cui tutta la storia del mondo nella particolare accezione della storica era interpretata nella prospettiva di una opposizione fondamentale tra nazioni di terra e nazioni di mare saggio il cui sottotitolo recitava “una considerazione sulla storia del mondo raccontata a mia figlia Anna” che riassume in termini estremamente logici e semplici l’evoluzione geo-storico-giuridica del mondo a partire dalla scoperta dell’America, quindi la fine del XV secolo con gia’ in corso tutta la serie di sconvolgimenti epocali - viaggi, nuovi continenti, invenzioni, commerci, diversi stili artistici, modalita’ differenti di guerre e assedi, financo pandemie ricorrenti, dopo quella famosissima del 1348, che induce alla domanda “cui prodest” (ieri come oggi)- che rimandano ad una ulteriore analisi, quella delle eta’ del mondo di Esiodo da cui siamo indotti alla considerazione che ci troviamo in piena eta’ dei mercanti o del bronzo, subentrata a quella dell’eta’ dei guerrieri, ovvero l’eta’ dell’argento. L'originalità dell'opera risiede nell'individuazione, da parte dell'autore, della dicotomia Terra-Mare come motore della storia umana ed e’ ovviamente questa la tematica che interessa ai due piu’ recenti pensatori che hanno tanto ispirato anche me: difatti nel loro breve ed intenso saggio, scritto a quattro mani, affiora l’importanza di tale dicotomia non tenuti in sufficiente considerazione dai metodi degli storici, anche quelli piu’ raffinati tipo Oswald Spengler o Arnold Toynbee, ma forse in qualche modo contemplati dai soliti pensatori piu’ fuori del sistema e ostracizzati tipi Guenon, Evola, Mircea Eliade. In questo mio articolo pero’ riprendo il saggio di Schmitt, ma mi piace commisurarlo non solo al molto piu’ antico sistema ripartito delle “eta’ del mondo” di Esiodo, comune anche a tutte le altre antiche civilta’, ma anche alla mia Bibbia personale di possibile e alternativa interpretazione della storia del mondo, che e’ il saggio di Julian Jaynes “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza” Se difatti applichiamo la bipartizione del cervello, con quella sua parte sinistra preposta al linguaggio articolato tramite condensazione metaforica del significato di una cosa (il famoso confronto per similarita’ “ cosa e’ questo ? - bhe e’ come …quello”), ed un’altra parte strutturata per trasferimento metonimico di un significante (“come devo fare per interagire con…? ) così come ti viene impartito da una voce allucinatoria che rappresenta il condensato di tutte (o quasi) le situazioni in cui un individuo viene a contatto, ci veniamo a trovare in una situazione ottimale di organizzazione cerebro/comportamentale, che con tutta probabilita’ ha funzionato per migliaia d’anni e che nella sua indistinzione e fumosita’, la tradizione popolare, una volta pervenuta alla coscienza e quindi ad un Io analogale sulla base del linguaggio, ha denominato “eta’ dell’oro “ una eta’ nella quale potevano proiettarsi e anche condensarsi (non dimentichiamo la funzione eminentemente metaforica e quindi di condensazione di significati della coscienza) tutti i miti, tutte le leggende, tutte le storie, e anche tutte le esagerazioni, che la nuova funzione poteva ritrovare nel suo percorso. Comincia quindi il racconto, un qualcosa del tutto escluso nella organizzazione della mente bicamerale, che aveva un impianto estremamente pragmatico di adattarsi all’ambiente, un racconto a volte stupendo che si colora dei tratti dell’epica, della lirica, della poesia e di tutte le condensazioni metaforiche della coscienza. Ovviamente non si puo’ piu’ ricorrere alla metafora aurea per designare il nuovo periodo e neppure far riferimento agli dei, che restano un qualcosa di molto indistinto, tutt’al piu’ raffigurabile in una altra forma di rappresentazione, quella della parola scritta in primis, ma anche quella pittorica/visiva, ovvero statue, idoli, totem, templi, quella musical/emozionale tipo poesia, anche teatrale. E’ indubbio pero’ chec’e’ un calo di livello, anche nella presunzione della nuova organizzazione cerebrale e si designa il metallo subito meno nobile. l’argento, per caratterizzare la nuova era e si indica nella classe “dei guerrieri “ la nuova categoria di protagonisti nella scena del mondo. Sembrerebbe così leggendo racconti, ascoltando musiche e quant’altro che si sia trattato tutto sommato di un passaggio indolore da una era all’altra, per alcuni versi addirittura propizio…ma … ecco c’e’ un ma grosso come una montagna: il passaggio dalla mente bicamerale alla coscienza non ha solo un carattere di minore valore quale si addice alla differenza tra oro e argento, ha anche un risvolto di estremo sviluppo della crudelta’ umana, che difatti esordisce sul teatro del mondo con guerre, eccidi, massacri, stupri, violenze di ogni genere e si serve di strumenti atti a tale pratica sempre piu’ sofisticati che segnano appunto lo sviluppo delle armi e quindi la dizione di “eta’ dei guerrieri” per questo periodo di esordio della coscienza e quindi della storia che su di essa e solo su di essa puo’ essere raccontata Il subentrare dopo due millenni e mezzo di un’altra classe che sara’ caratterizzata da un metallo ancora meno prezioso, il bronzo e da attivita’ sempre improntate a sopraffazione , violenza , crudelta’, perseguite solo con maggiore ipocrisia, e’ detta Eta’ dei mercanti ed e’ innescata da una, per buona parte, inventata o comunque gonfiata in maniera abnorme , pandemia, che in breve porto’ alla obsolescenza di tutti i valori fino allora perseguiti dal mondo medioevale e nelle sue alterne vicissitudini dalla cosidetta eta’ dell’argento o dei guerrieri. Quello che bene o male fino a quell’evento era considerato rispondente ai valori della civilta’ , la tradizione, il senso di un Impero. che salvaguardasse o si rifacesse a tali valori, come ad esempio il Sacro Romano Impero di Carlo Magno e l’estremo tentativo di un suo recupero e riproposizione da parte di Federico II di Svevia, ed ancora la Cavalleria , una opera come la Divina Commedia di Dante Alighieri, lo stile Gotico delle Cattedrali con il loro bagaglio di conoscenze e esperienze da trasmettersi per coralita’, sono soppiantate dai commerci, del valore di scambio , del denaro, quindi dall’avvento di quella che in una parola io definisco, non lo nego con un tantino di disprezzo “l’eta’ dei bottegai e dei garzoni” e che rispecchiano in toto (ecco che prende corpo l’ipotesi di Schmitt) l’ascesa delle potenze di mare di cui la prima piu’ compiuta espressione e’ l’Inghilterra, soprattutto a principiare dalla Regina Elisabetta detta la Grande, con le forti spinte espansioniste e la formazione di un tutt’altro tipo di impero, del tipo marittimo/coloniale, sino a passare in tempi piu’ recenti il testimone (diciamo dopo la seconda guerra mondiale) agli Stati Uniti che ne hanno preso il posto. Riassumendo possiamo dire che si e' andati da un peggiore ad un molto piu' peggiore (lo so! non si dice, ma mi sia concesso il massimo della riprovazione su tali passaggi epocali), comunque sia rispetto all'eta' dell'oro che e' l'equivalente all'organizzazione bicamerale, si e' prodotta una frattura che probabilmente non ha rimedio. Jaynes, tra gli altri possibili motivi di frattura - sprofondamento isola di Santorino, invasione dei Dori - probabile riscontro storico di Atlantide e della sua scomparsa - individuava nell'elemento mare la principale causa del crollo della mente bicamerale e l'origine della
coscienza e in un popolo specifico i Fenici gli autori pratici del cambiamento epocale e neuronale Il mare e un popolo di navigatori tipo i Fenici, che costretti in un elemento poco atto a comportamenti catechizzati, pian piano a fronte di sempre nuovi problemi abbiano trovato sempre meno voci allucinatorie rispondenti alla bisogna e quindi siano stati per cosi' dire, costretti fare ricorso all'elemento metaforico e non metonimico, applicando la condensazione al proprio stesso io e mettendolo in diretta relazione con il contesto e il comportamento da scegliersi, ecco la principale motivazione della crisi e quindi crollo della mente bicamerale e la necessita' di trovare un sostituto per mettersi in situazione con il contesto e quindi interagire autonomamente
venerdì 23 maggio 2025
LA BUFFONATA CHE SI FA SERIA
Fino al periodo precedente la grande farsa della pandemia di covid 19, e detto in termini anagrafici personali arriviamo alla venerada eta' di 72 anni, credevo poco ai vari complotti di Societa’ Segrete, associazioni piu’ o meno esoteriche, massoneria, o meglio non che ne negassi l’esistenza, piuttosto ne negavo la rilevanza, un po’ alla Alberto Sordi in “Un borghese piccolo piccolo” che si fa massone solo per trovare un loculo al cimitero del proprio figlio: diciamocela schietta : un buffonata! Buona al massimo per il film di James Bond : come la famigerata Spectre e il Dr.NO. Embe’ debbo convenirne : per settanta e passa anni non avevo fatto altro che toppare. Prendiamo ad esempio questa Fabian Society di cui oggi si parla tanto per essere di pertinenza di piu’ di un politico attuale, in ispecie di quelli piu’ coinvolti nel processo di ribaltamento dei valori tradizionali di tutta la nostra civilta’in nome di un astratto sociale di stampo socialdemocratico e la entusiastica adesione ad un mondo iper tecnologizzato con i piu’ avanzati mezzi informatici e digitali. Eppure questa Fabian Society non ha dalla sua, moltissima storia come chesso’ i Rosacroce, le varie Logge Massoniche, la Thule e altre Societa’ piu’ o meno segrete in quanto nasce meno di centocinquant’anni fa a Londra nel 1884 con uno statuto di semplice associazione, priva di personalità giuridica, cosa che conserva ancor oggi , laddove pero’ come fatto notare, molti suoi membri rivestono rilevanti ruoli di potere e sono molto influenti e dentro ai sistemi di comando di mezzo mondo…. bhe si citano il Presidente del consiglio italiano Draghi, quello inglese Johnson e quello francese Macron, molti ministri come ad esempio l’impossibile Ministro della Salute italiano Speranza la cui incompetenza e razzaffoneria sono balzati agli occhi, eppure ancora oggi detiene un posto al parlamento e nessuno lo ha rimosso; ed ancora ci sono non troppo velate corrispondenze persino con i principali artefici dell’attuale situazione distopica internazionale, ovvero gli Schwab, i Gates, i Rotschild, i Soros. Ad esempio, il termine Nuovo Ordine Mondiale (New World Order), che abbiamo sentito riecheggiare tante volte in questi ultimi vent'anni, è di loro conio. New World Order è il titolo del saggio di uno dei fabiani più illustri: Herbert George Wells. In questo libro del 1940, a pochi mesi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, lo scrittore, quattro volte candidato al premio Nobel, vagheggiava un governo mondiale socialista fondato sul primato della scienza. Ma procediamo con ordine, torniamo alla fondazione della Società Fabiana. Alcuni membri dell'elite vittoriana di fine '800, fra i quali lo scrittore e spiritista Frank Podmore e l'aristocratico Henry Hyde Campione, diedero vita alla Fabian, il cui nome si ispira a Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore,il console romano noto per aver combattuto Annibale con la sua speciale tattica militare fatta di attese, piccoli scontri,soprannominato quindi il Temporeggiatore proprio per quel fatto di logorare le forze nemiche, evitando scontri in campo aperto, ma cercando invece una guerra tattica, fatta di atti di guerriglia, di nascondimenti, di avanzamenti e arretramenti. Un prendere tempo per arrivare a colpire in maniera decisiva solo al momento opportuno. È esattamente questa la via attraverso la quale i fabiani intendono imporre una dittatura collettivistica, uno Stato socialista mondiale che stabilisca il nuovo ordine. Vogliono instaurare un socialismo guidato da una ristretta aristocrazia del potere, ma non attraverso un atto rivoluzionario immediato quanto piuttosto attraverso il gradualismo, un prendere il potere un po' alla volta, con riforme da attuare inserendosi man mano nei gangli delle istituzioni esistenti, trasformandole, in modo quasi impercettibile, dall'interno. Solo quando si saranno realizzate le condizioni ottimali, allora occorrerà dare la zampata finale, colpire duro e, se necessario, usare anche la violenza per completare l'opera. Un piano che richiede pazienza e tecniche molto più raffinate rispetto a quelle "rozze" e immediate dei bolscevichi sovietici, anche se il fine è molto simile. Per questo i contatti e i rapporti fra i fabiani e i comunisti russi ci furono e furono importanti. Il grande scrittore George Bernard Shaw, uno dei fabiani più famosi di sempre, teneva i ritratti di Stalin e di Lenin ai lati del camino della sua abitazione e i coniugi Sidney e Beatrice Webb, fabiani anch'essi, scrissero nel 1941 la seconda edizione del loro libro sull'URSS, Soviet Communism: A new civilisation?, togliendo il punto interrogativo, ossia la Russia sovietica era, per costoro, una nuova civiltà senza alcun dubbio. E lo fecero mentre in Unione Sovietica le purghe contro i dissidenti, i gulag, le deportazioni e gli stermini erano fatti già noti. Bernard Shaw fece un viaggio in Russia nel 1931, probabilmente incontrò Stalin, e scrisse: «ammiro il realismo di Stalin», affermando che «la Russia non aveva alcun problema alimentare... e che disponeva di un sistema carcerario modello». Aggiungendo: «in Inghilterra un delinquente entra in prigione come un uomo normale e ne esce criminale, mentre in Russia egli entra che è un criminale e ne viene fuori rigenerato... A tal punto che molti carcerati, per migliorare se stessi, si prolungano spontaneamente la pena». Shaw così concludeva: «Stalin ha mantenuto tutte le promesse; ha creato una società giusta e di conseguenza mi tolgo il cappello davanti a lui». Si possono trovare altre dichiarazioni d'amore di questo genere anche da Wells e perfino il grande economista John Maynard Keynes, nei primi anni '30, ebbe qualche simpatia per i Fabiani, per poi per fortuna rigettare tutta la loro concezione socialistoide unitamente all’ideologia e prassi del comunismo sovietico. In verita’ le visioni della Fabian erano ben più sofisticate e avanzate di quelle sovietiche, come si comprende anche da un esplicito discorso tenuto da George Bernard Shaw in quegli anni: «Il nostro tipo di propaganda è permeare. Abbiamo spinto i nostri aderenti a iscriversi alle associazioni liberali e radicali del loro distretto o, se preferivano, alle associazioni dei conservatori. Ci siamo infiltrati nelle organizzazioni di partito, e con la più grande abilità e con la massima energia, abbiamo tirato tutti i fili sui quali siamo riusciti a mettere le mani. Abbiamo avuto tanto successo che, nel 1888, abbiamo ottenuto il vantaggio di una solida maggioranza progressista piena di idee che a nessuno sarebbero venute in mente se non ce le avessero messe i fabiani». Fin dall’inizio della loro attivita’ la Fabian Society intraprese un'intensa attività propagandistica attraverso conferenze e opuscoli - i cosidetti Fabian Tracts – che precisano i connotati del socialismo che intende si promuovere, massimalista negli intenti ma gradualista nella strategia. La pressoché definitiva fissazione delle idee avviene con la pubblicazione, nel 1889, dei Saggi fabiani - Fabian Essays in Socialism -, una raccolta di conferenze dei fabiani più eminenti, il cui significato è più tardi così descritto da Edward Reynolds Pease (1857-1955), fondatore, a lungo segretario e storico della Fabian Society; "I Fabian Essays presentavano il socialismo come fondato non sulle speculazioni di un filosofo tedesco, ma sulla naturale evoluzione della scienza economica così com'era insegnata dai professori inglesi accreditati; costruivano l'edificio del socialismo sulle fondamenta delle istituzioni politiche e sociali esistenti da noi; dimostravano che il socialismo era semplicemente la prossima fase dello sviluppo della società, resa inevitabile dai mutamenti comportati dalla rivoluzione industriale del XVIII secolo." Nei Saggi i fabiani si accreditano come eredi del radicalismo britannico che, ricollegandosi all'esperienza dei levellers - i "livellatori" - al tempo della prima Rivoluzione inglese (1642-1646), doveva portare, attraverso l'utilitarismo di Jeremy Bentham (1748-1832) e di James Mill (1773-1836), a John Stuart Mill (1806-1873). Ravvisano il compimento dell'utilitarismo - che aveva criticato in nome dell'utile individuale e sociale i concetti di diritto naturale, di legame storico e di obbligazione politica - nella lotta contro la proprietà privata, giudicata un irrazionale residuo del passato, e nella rivalutazione del ruolo dello Stato come promotore della felicità pubblica, l fabiani non attendono dunque - secondo Sidney Webb - "improvvise palingenesi immaginate dagli utopisti e dai rivoluzionari", ma " propugnano soltanto la crescente adozione di un principio di organizzazione sociale che il mondo ha già scoperto essere lo sbocco inevitabile della democrazia e della rivoluzione industriale"; infatti - come afferma Sydney Olivier (1859-1943) - "il socialismo è figlio dell'individualismo. il socialismo non è che individualismo razionalizzato, organizzato, rivestito e con la testa a posto". Individuano perciò promettenti segnali di slittamento verso il collettivismo nelle nazionalizzazioni e nelle municipalizzazioni dell'industria, nello spostamento dell'onere fiscale a carico della rendita e dell'interesse, nella crescente regolamentazione governativa dell'impresa privata, negli elementi di razionalizzazione economica insiti nei cartelli e nei trust, nell'eliminazione, attraverso le società per azioni, dell'elemento personale nell'amministrazione degli affari, a favore di un'anonima burocrazia industriale. Particolare importanza attribuiscono alle municipalizzazioni, ritenute forme collettivistiche più flessibili rispetto alle nazionalizzazioni: fino alla conclusione della prima guerra mondiale i fabiani operano quasi esclusivamente nelle amministrazioni locali, guadagnandosi l'appellativo di socialisti water and gas, "dell'acqua e del gas", e realizzando significative riforme in senso socialista come l'Education Act del 1902-1903, che disegna la fisionomia della pubblica istruzione inglese». Nello stesso periodo manifestano la propensione al lavoro dietro le quinte, la cosiddetta "permeazione", che consiste nell'inoculare -scrive Beatrice Webb - «a ogni classe, a ogni persona la giusta dose di collettivismo che erano in grado di assimilare», e che si rivolge ad ambienti e a personaggi politici locali e nazionali - in primo luogo del Partito Liberale - e del mondo sindacale e cooperativo per spingerli, senza formali conversioni o addirittura inavvertitamente, a scelte pratiche in senso socialista. Il lavoro dietro le quinte ben si addice alla mentalità dei fabiani, che si sono sempre considerati una ristrettissima élite di "ingegneri sociali."Nel 1895, per iniziativa di S. Webb, la Fabian Society si dota di un istituto parauniversitario, la London School of Economics and Social Sciences, destinato a un notevole ruolo nella formazione dei quadri della pubblica amministrazione anglo-americana e dei paesi dell'impero, prima, e del Commonwealth, poi; nel 1912, inizia la pubblicazione di un settimanale, il New Statesman. «Ho introdotto lo studio del diritto amministrativo alla London School of Economics perché il diritto amministrativo è il germe del collettivismo», ebbe a dire S. Webb a conferma dell'importanza attribuita alla classe dei funzionari pubblici nell'edificio sociale concepito dai fabiani. Durante il primo conflitto mondiale, come poi durante il secondo, S. Webb apprezza le potenzialità socialiste dell'economia di guerra, con la sua razionalizzazione dell'apparato produttivo e con la forzata mobilitazione di uomini e di risorse. Occupandosi di temi di politica internazionale, i leader fabiani manifestano l'aspirazione a uno Stato mondiale a guida tecnocratica - del quale l'impero britannico doveva essere il germe -, incaricato di amministrare pianificatamente le risorse materiali e umane del pianeta. Dagli anni 1890 i fabiani, pur non rinunciando mai completamente alla "permeazione", si dedicano alla consulenza politica dei raggruppamenti socialisti, radicali e sindacali, fino alla nascita, nel 1906, del Labour Party, di cui costituiscono non solo la componente intellettuale, ma anche l'anima realmente socialista. "Per ispirazione fabiana" - scrive lo storico George Douglas Howard Cole (1889-1959), economista e presidente della Fabian Society dal 1939 al 1946 - il partito laburista si trasforma "da vaga federazione di socialisti e sindacalisti in un partito socialista appoggiato dai sindacati". Durante gli anni 1930 i leader fabiani rivolgono la loro attenzione al grande esperimento sovietico. Nel 1931 Shaw visita l'Unione Sovietica ricevendo accoglienze trionfali; L'ammirazione per il socialismo sovietico porta Shaw ad affermare, nel 1947, che i primi fabiani «sono vissuti tanto da vedere il gigantesco esperimento russo convertito completamente al fabianesimo sotto Lenin e Stalin». Gli anni 1930 portano a un parziale rinnovamento dei quadri intellettuali della Fabian Society, la cui attività di ricerca e di propaganda è alla base del programma laburista con il quale tale Partito vincera’ le elezioni del 1945:
politica di pieno impiego;
nazionalizzazione di importanti rami dell'industria - combustibili, energia elettrica e trasporti interni -;
pianificazione dei settori industriale e agricolo;
controllo del settore creditizio;
marcata imposizione fiscale sui patrimoni;
controllo degli affitti e dei prezzi;
ampi poteri di espropriazione per pubblica utilità;
allargamento dei servizi sociali e riforma della pubblica istruzione.
La vittoria laburista del 1945 assegna ai fabiani rilevanti responsabilità politiche: oltre al primo ministro Clement Richard Attlee (1883-1967) e a nove ministri, erano fabiani altri trentacinque membri dello staff governativo. Nei sei anni di governo laburista molto di quanto previsto nel programma elettorale viene realizzato o almeno impostato. Quando, nel 1951, cade il gabinetto Attlee, la fisionomia del Welfare State britannico è pressoché definitiva o in via di completamento, e destinata a permanere, sia con i governi laburisti che con quelli conservatori, fino all'era Thatcher, che ha segnato una decisa fuoriuscita della Gran Bretagna dal tunnel del socialismo Con il fabianesimo si enfatizza, a mio parere quel sempiterno compromesso della Societa’ Inglese tra potere e populismo : da Elisabetta la Grande che creava Pari del Regno banditi e corsari, ai tempi della sua grande lotta alla Rivoluzione francese, l’Inghilterra e’ stata sempre il Paese del compromesso, delle abilita’ diplomatica, di non essere mai da una parte precisa, ma sempre da quella piu’ conveniente. Nazione “bottegaia” la defini’ Napoleone ma il suo essere bottegaia e quindi maestra nei raggiri economici e sociali, l’ha sempre portata a prevalere sia contro un Napoleone che contro un Hitler e in tempi recentissimi anche con l’ultima incarnazione del male e della perfidia ovvero la cosidetta Europa Unita, la UE delle banche e della finanza, da cui tuttavia lei Inghilterra il Paese piu’ capitalista di tutti ha preso le distanze: forse perche’ anche il piu’ individualista, ma di un individualismo pronto a perderci la faccia, come fece chesso’ colla rivolta delle Colonie americane o anche con la perdita di tutto il suo Impero Coloniale dopo la seconda guerra mondiale. Si rinuncia a tutto, dignita', onore, prestigio pur di non perdere i propri tornaconti. Non stupiamoci dunque che l’Inghilterra sia la patria della Fabian Society cosi’ come lo e’ delle piu’ potenti logge massoniche .
nazionalizzazione di importanti rami dell'industria - combustibili, energia elettrica e trasporti interni -;
pianificazione dei settori industriale e agricolo;
controllo del settore creditizio;
marcata imposizione fiscale sui patrimoni;
controllo degli affitti e dei prezzi;
ampi poteri di espropriazione per pubblica utilità;
allargamento dei servizi sociali e riforma della pubblica istruzione.
La vittoria laburista del 1945 assegna ai fabiani rilevanti responsabilità politiche: oltre al primo ministro Clement Richard Attlee (1883-1967) e a nove ministri, erano fabiani altri trentacinque membri dello staff governativo. Nei sei anni di governo laburista molto di quanto previsto nel programma elettorale viene realizzato o almeno impostato. Quando, nel 1951, cade il gabinetto Attlee, la fisionomia del Welfare State britannico è pressoché definitiva o in via di completamento, e destinata a permanere, sia con i governi laburisti che con quelli conservatori, fino all'era Thatcher, che ha segnato una decisa fuoriuscita della Gran Bretagna dal tunnel del socialismo Con il fabianesimo si enfatizza, a mio parere quel sempiterno compromesso della Societa’ Inglese tra potere e populismo : da Elisabetta la Grande che creava Pari del Regno banditi e corsari, ai tempi della sua grande lotta alla Rivoluzione francese, l’Inghilterra e’ stata sempre il Paese del compromesso, delle abilita’ diplomatica, di non essere mai da una parte precisa, ma sempre da quella piu’ conveniente. Nazione “bottegaia” la defini’ Napoleone ma il suo essere bottegaia e quindi maestra nei raggiri economici e sociali, l’ha sempre portata a prevalere sia contro un Napoleone che contro un Hitler e in tempi recentissimi anche con l’ultima incarnazione del male e della perfidia ovvero la cosidetta Europa Unita, la UE delle banche e della finanza, da cui tuttavia lei Inghilterra il Paese piu’ capitalista di tutti ha preso le distanze: forse perche’ anche il piu’ individualista, ma di un individualismo pronto a perderci la faccia, come fece chesso’ colla rivolta delle Colonie americane o anche con la perdita di tutto il suo Impero Coloniale dopo la seconda guerra mondiale. Si rinuncia a tutto, dignita', onore, prestigio pur di non perdere i propri tornaconti. Non stupiamoci dunque che l’Inghilterra sia la patria della Fabian Society cosi’ come lo e’ delle piu’ potenti logge massoniche .
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