La Techne' fu una pratica di rappresentazione sempre piu’ raffinata - termine che nella accezione antica aveva pero’ un significato molto piu’ profondo e composito della mera tecnica affermatasi in eta’ dei mercanti, soprattutto con la rivoluzione industriale (meta’ XVIII secolo) Diciamo che questa Techne’ un concentrato di abilita’ e ispirazione, che magari noi in epoca piu’ recente siamo stati abituati a chiamare “arte”, e’ anch’essa frutto della coscienza e in molte delle sue manifestazioni abbisogna dello specifico della scrittura che e’ uno dei piu’ appariscenti strumenti di rappresentazione di specifici aspetti del mondo - l’epica, i generi teatrali, la poesia - che però utilizza anche quello spazio lasciato vuoto dal venir meno delle voci allucinatorie degli dei, la parte destra del cervello dove tali voci avevano sede, ma dove avevano luogo anche determinati meccanismi neuronali tra cui avevamo fatto cenno dello stress, dell’emergenza di una situazione particolare e possiamo aggiungere anche di una sempre piu’ sviluppata intuizione, che sara’ proprio quella che dara’ adito all’insorgere della disposizione artistica. Nella organizzazione della mente bicamerale non c’era bisogno di espressione artistica, perche’ l’intuizione era tutta al servizio del recepimento delle voci degli dei, ma quando questi dei non ci sono piu’ , ecco che rimane uno spazio vuoto da occupare con qualcosa. Un qualcosa che magari richiama quelle voci, cerca di farne il verso, si sforza di utilizzarne l’impianto di suggestione, di convincimento, di fascinazione e trascina con un vigore inusitato tutta l’essenza stessa della disposizione umana. C’e’ una parola che e’ stata impiegata per descrivere tale stato, una parola in greco antico che piu’ che ad uno stato somiglia ad un fluire di passione, un sentimento di cui alcuni piu’ che altri sembrano esserne come soggiogati ed e’ “entusiamo ἐνθουσιασμός, da ἐν, en («in») con theós (θεός, dio) e ousía (οὐσία, essenza), “ il cui significato letterale e’ “avere un dio dentro”. Tutti in determinate occasioni eccezionali partecipano di questo entusiasmo, di avere questo dio dentro di se’, ma alcuni individui ne sono piu’ investititi: sono coloro che sono stati additati come profeti, sibille, sciamani, stregoni, auguri e in ultima istanza come poeti, musicisti, in una parola che dovrebbe risassumere tutta questa disposizione : “artisti” persone che in qualche modo stabiliscono una sorta di ponte tra il mondo concreto, pratico e purtroppo anche doloroso della vita cosidetta normale, ordinaria per l’individuo umano e il mondo invece della suggestione, dell’intuizione, dell’estasi proprio del riferimento a quelle antiche voci attribuite agli dei e che noi abbiamo ipotizzato potessero essere delle misteriose entita’ che in un periodo imprecisato della vita del nostro pianeta, abbiano avuto a che fare con i nostri antenati umani e li abbiano incanalati verso una specializzazione che non ha alcun riscontro tra le altre specie degli animali viventi su questo pianeta. La mia ipotesi, diversa da quella dei vari Biglino, Sitkin e non contemplata neppure dallo stesso Jaynes che e’ lo studioso che ha scoperto l’escamotage della mente bicamerale , e’ che tali entita’ non fossero corporee, ma diciamo cosi’ solamente energetiche e avessero percio’ bisogno di trovare una corporeizzazione per mettere in atto determinate loro necessita’ (ovviamente a noi del tutto sconosciute) : da qui l’ottimo escamotage di un doppio cervello per avere assolti i compiti assegnati ai prescelti animali indigeni, uno metaforico operante per condensazione di significati, l’altro metonimico che invece funzionava per trascinamento di significanti, si da avere degli esecutori molto capaci, dotati anche di loro autonomia, ma sempre rigidamente sotto controllo. Ecco come funzionava l’eta’ dell’oro : delle entita’ sempre presenti ma che non si vedevano, pero’ si sentivano tramite voci allucinatorie innescate dal bisogno e dalle necessita’ sia dell’interagire con l’ambiente, sia di assolvere ai compiti assegnati; una padronanza crescente del mondo circostante sempre pero’ regolata da queste entita’ che non commettevano errori, ma indicavano sempre la cosa migliore da farsi; una temporalita’ dilatatissima, oltre l’esperienza e presenza di ogni singolo individuo umano, ma che non riguardava le entita’ che mai nessuno aveva visto, ma che tutti avevano udito e alla quali non era neppure concepibile non “ob-audire”; la risultanza di tutte queste componenti era un mondo estremamente regolare, ordinato, il cui unico elemento di novita’ era il presentarsi di una situazione non ancora contemplata dall’abitudine e dalla ripetizione, che in breve veniva assorbita e trasmessa dalle entita’ ai loro attraverso la metonimia secondo asse portante del linguaggio che in sostanza assolveva perfettamente alla funzione di un codice di trasmissione, duplice trasmissione come abbiamo avuto modo di osservare. Gli individui morivano, questo tutte le comunita’ umane se ne rendevano conto, con tutta probabilita’ avevano una vita molto simile a quella attuale, forse piu’ breve per via del fatto che le entita’ contavano su di una efficienza e su capacita’ costanti e affidabili e quindi non erano molto propense a consentire uno stracco eccessivo della persona per effetto della vecchiezza, quindi vite piu’ brevi, ma sempre contrassegnate da assoluta prestanza e nessun decadimento di qualsivoglia capacita’, ma le voci e le sensazioni innescate dalle voci, quelle non morivano, erano eterne, immortali come appunto gli dei la cui presenza era costantemente avvertita da qualsiasi soggetto umano, presenza che veniva avvertita non solo attraverso la propria formazione neuronale, ma anche ricordata attraverso quello che abbiamo esposto in merito all’arte : statue, idoli, spesso e volentieri con tratti distintivi che accentuavano il loro potere allucinatorio, quasi ipnotico : globi oculari enormemente dilatati che ancora oggi sembrano osservarci dal loro oramai misterioso silenzio, colori vivaci di antichi templi capaci di innescare improvvise sensazioni, maestosita’ di monumenti e forme particolari, tutte con scopi di rammemorazione o soggezione e non solo elementi esterni, ma anche musiche cadenzate, nenie, cantilene, e tutta una serie di elementi che servivano per aumentare quel potere di suggestione ed anche di soggezione che rimaneva l’elemento base del rapporto tra entita’ e umani, ma che noi oggi possiamo solo supporre, ma assolutamente non comprendere. In proposito sulla identita’ di tali entita’ io avanzo l’ipotesi che non di viaggiatori intergalattici dovette trattarsi, ma piuttosto di entita’ energetiche per molti versi assai simili alle stringhe della famosa teoria della fisica quantistica che negli ultimi sessant’anni, per la precisazione dalla loro prima formulazione da parte del fisico Italiano Gabriele Veneziano nel 1968, hanno infiammato il dibattito scientifico anche andando a confluire nella teoria dei multiuniversi formulata da 10 anni prima da Hugh Everett III e approfondita da eminenti studiosi negli anni successivi in particolare dal famosissimo Stephen Hakwing, che ne ha proposto una variante assai suggestiva, rifacendosi all’integrale suicammini di Feynmann e ipotizzandone una serie pressocche' infinita di percorsi si da produrre una inflazione cosmologica, laddove quello che e’ successo per il big bang non farebbe che riproporsi continuamente con espansioni continue e sempre in corso, anche in questo preciso momento. Questo perché gli effetti quantistici all’origine dell’inflazione, invece di arrestarsi, non farebbero altro che propagarsi all’infinito, innescando a cascata un’inarrestabile ramificazione di processi inflattivi in nuove regioni dell’universo e dando così origine a una struttura che per alcuni va equiparata ad un frattale senza fine, per altri a bolle nella quale ciascuna “bolla” finirebbe per rappresentare un universo a sé e quindi per altri come per Hawking e suoi illustri colleghi tipo Hertog, Greene, il ricorso alle stringhe, evolutesi in anni piu’ recenti in superstringhe che in quanto fonti energetiche potrebbero essere aggregate a membrane 3 D (o più) immerse in uno spazio molto più ampio (iperspazio) laddove ogni membrana è un universo distinto. Un vero e proprio multiuniverso, dunque, nel quale il nostro particolare universo non sarebbe altro che una bolla, una stringa, una super stringa, una membrana, nella quale, essendo l’inflazione già terminata, si sono potute formare stelle, galassie, pianeti, esseri come noi ed anche come quelle famose entita’ che per supersimmetria in un periodo imprecisato potrebbero anche essersi incontrate tra loro. La straordinarieta’ della teoria di Hawking, cui per dovere va menzionato l’apporto collaborativo del collega Hertog che ha firmato assieme a lui l’articolo dove tale teoria e’ stata proposta, sta in una sorta di limite che si cerca di porre all’infinita’ di questa misteriosa struttura, arrivando così a isolare un insieme circoscritto di universi possibili e alle possibilita’ di interconnessione tra di essi . Secondo la teoria delle stringhe e super stringhe le ipotesi di natura corpuscolare e ondulatoria della materia non sono alternative. A livello microscopico, la materia appare composta da particelle, in realtà aggregati di cariche energetiche. Ad una dimensione di analisi crescente, queste particelle si presentano composte da energia. Il costituente primo della materia sono stringhe di energia che vibrano ad una determinata frequenza o lunghezza d'onda caratteristica, e che si aggregano a formare particelle. Gli infiniti universi paralleli potrebbero coesistere nello stesso continuum di dimensioni, vibrando a frequenze differenti. Il numero di dimensioni necessarie è indipendente dal numero di universi, ed è quello richiesto per definire una stringa (al momento 11 dimensioni). Questi universi potrebbero estendersi da un minimo di 4 a tutte le dimensioni in cui è definibile una stringa. Se occupano 4 dimensioni, queste sono il continuo spazio-temporale: nel nostro spazio-tempo, coesisterebbero un numero infinito o meno di universi paralleli di stringhe, che vibrano entro un range di lunghezze d'onda/frequenze caratteristico per ogni universo. Coesistendo nelle stesse nostre 4 dimensioni, tali universi sarebbero soggetti a leggi con significato fisico analogo a quelle del nostro universo. La novità di questa teoria è che gli infiniti universi non vivono in dimensioni parallele e non necessitano di postulare l’esistenza di piu’ di 4 dimensioni di spazio-tempo, ciò che consente di definire una pluralità di universi indipendenti non è un gruppo di 4 o più dimensioni per ogni universo, ma l'intervallo di lunghezze d'onda caratteristico. L'intervallo teorico di frequenze/lunghezze d'onda per le vibrazioni di una stringa determina anche il numero finito/infinito di universi paralleli definibili. Questi sono calcoli complessi e diciamolo pure di addetti ai Super-Lavori: piu’ terra terra, sia pure con ambizioni spazio/cosmiche, noi torniamo alle nostre supposizioni di interazioni tra umani e entita’ in una accezione che strizza l’occhio a tali ipotesi, non dunque viaggiatori dello spazio con astronavi, tute e caschi, ma semplicemente stringhe di energia vibranti in un range di lunghezza d’onda caratteristico, che per una serie di ragioni del tutto incommensurabili alla nostra mente anche quella odierna, si e’ trovato in supersimmetria con la dimensione di un altro universo indipendente, proprio in virtu’ della sua simmetria, comunicante. Entita’ di diverse dimensioni si sono trovati in un rapporto e da questo rapporto ne e’ promanato un periodo di lunghezza indefinita, che le piu’ antiche civilita’ hanno denominato “eta’ dell’oro” o “eta’ degli dei”
Solidni Nejistota
il nome è ripreso da un vecchio locale di Praga Solidni Nejistota dei primi tempi dopo la liberazione dal comunismo
giovedì 30 gennaio 2025
sabato 25 gennaio 2025
UN RACCONTO D MENZOGNE E PAURA
E' impossibile non notare le "somiglianze" di come la "medicina ufficiale" abbia in passato "raccontato" l'AIDS esattamente come ha fatto col presunto INVENTATISSIMO COVID19, O MEGLIO, NON INVENTATO, MA SEMPLICEMENTE UTILIZZATO. (D'altronde, l'inciso e' mio tutte le cosidette pandemie della storia umana sono state abbondantemente gonfiate e utilizzate previa la paura innescata dai poteri costituiti, specie quelli cosidetti "dei mercanti" verso le masse, tramite un meccanismo che ha questo di straordinario: malgrado il crescere dell'istruzione nei secoli, la scolarizzazione pressocche' completa in particolare nei Paesi occidentali e piu' civilizzati, le informazioni a disposizioni addirittura digitalizzate e dei piu' raffinati sistemi informatici, malgrado tutto questo e anche altro, tali masse sono sempre rozze e ignoranti, oggi come allora, nel 1348 come nel 2020 e il processo di asservimento a tale paura segue sempre gli stessi identici passi passando per tutti gli eventi similari. COSI', UN QUALCOSA CHE C'ERA SEMPRE STATO: UNO STATO DI AFFEZIONE LEGGERO CON ANCHE RISCONTRI LETALI SPECIE IN PAZIENTI ANZIANI O CON PRECEDENTI PATOLOLOGIE, un qualcosa che abbiamo sempre chiamata banalmente INFLUENZA, viene trasformata in un Moloch terrificante della cui consistenza viene data colpa a innocenti animaletti sempre piu' microscopici (si era cominciato con ratti, poi scarafaggi, mosche, quindi con l'invenzione dei primi microscopi, si trovano animaletti non distinguibili ad occhio nudo che vengono subito colpevolizzati in merito all'insorgenza di qualsivoglia affezione e li si chiamano microbi, (batteri, funghi, micobatteri) poi quando neppure il microscopio e' sufficiente si inventano di sana pianta e gli si da' un nome che e' tutto un programma "virus"dal latino veleno. Poca importa che non si vedano e bisognera' aspettare gli anni trenta e successivi per dare corpo, tramite elaborazioni in vitro, di microscopi a scansione elettronica, mai nel loro terreno, a queste infinitesimali entita' che non sono neppure esseri viventi, ma un qualcosa di completamente avulso da qualsiasi contesto, che fa tornare alla mente un'altra associazione ben piu' probante di questo cumulo di sciocchezze e cioe' quella del Dottor Hamer tra tali microbi e i pompieri e vieppiu' si fa sempre piu aderente l'associazione tra microbi e pompieri. Come in pompieri in un incendio difatti i vari microbi incanalati per foglietti embrionali (in questo stralcio meravigliosamente spiegato da Hamer nel suo fondamentale libro "Testamento per una nuova medicina" ) si attivano per riportare lo stato di normalità in un corpo. Detta in breve
HANNO UTILIZZATO L'INTUIZIONE DI HAMER CHE ALLA BASE DI TUTTE LE PATOLOGIE C'E' SEMPRE LA PAURA, INDOTTA DA MEDIA, MEDICINA UFFICIALE MAINSTREAM ECC, PERCHÈ LORO, PROPRIO GRAZIE ALLE SCOPERTE DI HAMER, LO SANNO BENISSIMO CHE LA PAURA È UNA DELLE ATTIVAZIONI BIOLOGICHE PIÙ POTENTI IN NATURA, CIOÈ... È PROPRIO LA "PAURA DI UNA DETERMINATA COSA", CHE "INNESCA LA COSA STESSA"...
Ma lasciamo la parola ad Hamer : "Già nel 1987 quando l’invenzione del panico dell’"AIDS" andava a gonfie vele scrissi nel mio libro "Testamento di una Nuova Medicina", come l’"AIDS" fosse il più grande imbroglio del nostro secolo e questo per vari motivi!
L’argomento principale contro L’AIDS come "malattia" a se stante, sono le cognizioni sul sistema ontogenetico dei tumori e sul derivante sistema ontogenetico dei microbi (funghi, batteri, virus). "Come dimostrano le mie ricerche empiriche su più di 15.000 pazienti, è completamente impensabile, e addirittura molto semplice da confutare, che sia l’agire di un virus "cattivo", a voler distruggere per così dire le difese dell’organismo, indipendentemente dai processi psichici e cerebrali, come presupposto in provetta.
La regola ferrea del cancro dice che ogni cosiddetta malattia, cioè programma speciale biologico sensato della natura (non solo cancro), viene causata da una DHS (Dirk-Hamer-Syndrom), cioè da uno choc conflittuale biologico molto specifico, che nel momento stesso causa un focolaio di Hamer, verificabile con la TAC cerebrale, nel relè del cervello (HH) inerente all’organo e nell’organo causa cambiamenti corrispondenti come tumori, paralisi, disturbi funzionali, ecc.
Il sistema ontogenetico dei tumori, che trovai nel 1987, pone ogni malattia oncologica o malattia oncoequivalente secondo la sua appartenenza agli foglietti embrionali, cioè secondo i foglietti embrionali, che si evolvono già nelle prime settimane dello sviluppo embrionale umano: endoderma, mesoderma ed ectoderma.
Ad ognuno di questi foglietti embrionali appartiene dal punto di vista della storia evolutiva, una parte cerebrale specifica, un determinato tipo di contenuto conflittuale, come anche una specifica formazione cellulare istologica."
come si vede nel disegno al termine virus e' aggiunto un punto interrogativo. cio' e' dovuto al fatto che si tratta di un articolo antico del Dott. Hamer: negli ultimi anni si era difatti reso conto che i virus non esistevano affatto |
I VIRUS SONO TUTTI INVENTATI |
Il sistema ontogenetico dei microbi attribuisce i microbi ai tre foglietti embrionali, questo comporta:
1. che i microbi più antichi (funghi e batteri fungiformi: micobatteri) sono responsabili per l’endoderma, in parte anche per il mesoderma del cervelletto, ma in ogni caso solo per gli organi governati dal cervello antico,
2. che i microbi antichi, cioè i batteri, sono responsabili per il mesoderma e per tutti gli organi da esso formati,
3. che i giovani, cosiddetti microbi, cioè i virus, che nel senso stretto non sono veri microbi, cioè non sono esseri viventi, sono responsabili esclusivamente per l’ectoderma o per gli organi governati dalla corteccia cerebrale.
Essere "responsabile" in questo contesto significa che ogni gruppo di microbi "elabora" solo determinati gruppi organici, che hanno appartengono allo stesso foglietto embrionale, cioè che derivano dallo stesso foglietto embrionale.
Un’eccezione forma la zona limitrofa degli organi mesodermali, governati dal cervelletto, che vengono "elaborati" sia (prevalentemente) dalle micosi e dai micobatteri sia anche (meno frequentemente) dai batteri, che normalmente sono responsabili per gli organi governati dalla sostanza bianca cerebrale del foglietto embrionale medio (mesoderma).
Il momento, da cui i microbi possono iniziare ad "elaborare", non dipende, come fino ad ora tutti noi presumevamo erroneamente, da fattori esterni, ma viene comandato esclusivamente dal nostro computer: il cervello. Si tratta sempre dell’inizio della fase di soluzione del conflitto, cioè della fase di guarigione.
La bifasicità delle malattie durante la soluzione del conflitto:
Fino ad ora la cosiddetta medicina moderna conosceva circa 1.000 presunte malattie, di cui circa la metà considerate "malattie fredde" come per esempio il cancro, l’angina pectoris, la sclerosi multipla, l’insufficienza renale, il diabete, ecc. e l’altra metà "malattie calde" come per esempio il reumatismo articolare, l’infiammazione renale, la leucemia, l’infarto cardiaco, le malattie infettive ecc.
Nelle "malattie fredde" i microbi si trovavano sempre come apatogeni, cioè non causavano sintomi. Nelle "malattie calde" invece gli trovavamo sempre "altamente virulenti", cioè abbiamo sempre creduto che essi "attaccavano" un organo.
Allora credevamo che fosse importante mobilitare l’armata di difesa del nostro corpo, il cosiddetto "sistema immunitario", contro l’armata attaccante maligna dei microbi o anche contro le cellule cancerogene, che volevano annientarci. Questa idea era errata, niente di tutto ciò era vero. Dobbiamo iniziare la "Nuova Medicina" tutta da capo!
Cos’ha tutto ciò a che fare con "l’AIDS"?
Nel caso dell’AIDS il nostro interesse è rivolto ai virus. Abbiamo appreso dal sistema dei microbi causato ontogeneticamente, che anche i virus hanno un loro posto stabile in questo sistema: essi sono responsabili per tutti gli organi derivanti dall’ectoderma (foglietto embrionale esterno) e che vengono governati dalla corteccia cerebrale. Essi "elaborano" questi organi, come già detto, esclusivamente nella fase di guarigione. I loro sintomi collaterali sono: vagotonia, di solito febbre, gonfiori dell’epidermide o della mucosa, cioè tra le diverse qualità di mucose esclusivamente gonfiore della mucosa di epitelio pavimentoso! Che tali sintomi evidenti comportino senza eccezione tutta una serie di reazioni del sangue e del siero, si comprende da se.
Per quanto concerne il "sistema immunitario", questa parola spugnosa, poco definita, che viene usata dappertutto, indistintamente nella fase di conflitto attivo e nella fase di conflitto risolto, in caso di cancro, sarcomi e leucemia, indistintamente in tutte le "malattie infettive", la completa non conoscenza sulla natura delle malattie corrispondeva ad una completa incapacità di valutare e classificare correttamente la moltitudine di fatti e sintomi del settore ematologico e sierologico. Con il cosiddetto virus dell’HIV si intendeva principalmente, se esso esiste come virus ( è stato chiamato dai suoi "scopritori" "virus dell’immunodeficienza"), che le persone colpite "dall’epidemia mortale di AIDS" morivano nella fase finale di cachessia e di panmieloftisi, cioè non potevano più produrre sangue.
Lo stesso processo troviamo nel cancro osseo o per meglio dire nel cancro di diminuzione ossea, cioè l’osteolisi nel sistema scheletrico, che comporta sempre una panmieloftisi (anemia), e il conflitto appartenente è sempre secondo la localizzazione della parte di scheletro colpito un conflitto specifico di crollo dell’autostima. La guarigione di un tale conflitto di crollo dell’autostima sarebbe sempre la neoformazione del callo nelle osteolisi (ricalcificazione) con il sintomi della leucemia. Se un ammalato di "AIDS" dovesse farcela a ripristinare la sua autostima contro ogni aspettativa, cade "dalla padella alla brace", se è in mano ai medici della medicina ufficiale, viene pseudo curato a morte con la chemio.
Per la completezza dovrei nominare a fondo molti argomenti contro l’"AIDS", ma in questo trattato breve non è possibile. Ne nomino solo alcuni che mi sembrano importanti.
- Nessuno ha mai osservato una sintomatologia specifica dopo una cosiddetta infezione di HIV come viene osservato per esempio in caso di morbillo o rosolia.
- Virus di HIV non vengono mai trovati nei pazienti di AIDS.
- Nella "sindrome da immunodeficienza acquisita, AIDS" è presunto un coinvolgimento dei linfociti T, dei quali solo uno ogni 10.000 avrebbe fagocitato "un frammento del virus", del quale non esistono neanche esemplari interi nei pazienti di "AIDS".
- In quanto non esiste una vera sintomatologia dell’"AIDS", si è in balia della diagnostica medica: se una persona non ha il test dell’HIV positivo e si ammala per esempio di cancro, reumatismo articolare, sarcoma, polmonite, diarrea, demenza, micosi, tubercolosi, febbre, herpes o ogni possibile sintomatologia neurologica o manifestazioni di deficit, allora si tratta di normali malattie secondo le idee correnti. Se la stessa persona però ha il test dell’HIV positivo, tutti questi sintomi sono immediatamente sintomi maligni dell’"AIDS", quasi viene da dire "Metastasi da AIDS", i quali segnalano la morte imminente e penosa del paziente di "AIDS" da compatire.
- È altrettanto strano che l"AIDS" come presunta malattia virale debba comportarsi in modo completamente diverso da tutte le altre malattie virali, le quali sono ritenute superate quando il test degli anticorpi risulta positivo.
- La cosa più strana però è il fatto, nominato da tutti i ricercatori solo casualmente e che non ha spinto nessuno ad una qualsivoglia reazione: si ammala di "AIDS" solo chi sa di essere HIV positivo o chi crede di esserlo!
Strano che nessuno ha seguito questi sorprendenti fenomeni? Conosciamo interi popoli che sono al 100% HIV positivi e non gli succede niente. Gli scimpanzé, nonostante siano HIV positivi, non si ammalano di nessun sintomo che potrebbe assomigliare all"AIDS".
Tutta la faccenda deve aver a che fare con la psiche. O meglio: Se le persone si ammalano in modo evidente solo se viene loro detto di essere HIV positive, è ora di immaginare cosa succede nella psiche di un paziente al quale è stata comunicata una tale diagnosi annientante
con la prognosi del 50% di mortalità!
virus = campato in aria |
Sono i nostri medici talmente privi d’animo da non essersi potuti immaginare finora, cosa avviene nel paziente messo di fronte ad una tale diagnosi annientante?
Il paziente non sa che tutto ciò è campato in per aria. Il poveretto lo prende molto sul serio, anche perché tutta la messinscena avviene in un ambito apparentemente molto professionale.
venerdì 17 gennaio 2025
DISCORSO SUI MEZZI
Trascendenza, iper-trascendenza, individuazione, definizione, il confronto è sempre attraverso la "technè" ovvero chiamala tecnica, chiamala abilità, chiamala arte, dagli un "archè", uno svolgimento, e ovviamente i relativi mezzi di comunicazione e ti ritrovi sempre con uno strumento tra le mani di cui sei costretto a misurare le implicazioni: il graffite sulla roccia, la stele, la statua con gli occhi dilatati, il libello, il flauto e la lira, il Tempio, la Cattedrale, la prospettiva, l'alchimia; sono tutti mezzi di cui l'umanità si è servita per rapportarsi con il trascendere appunto, un qualcosa che si è sempre imposto come alternativa rispetto ad un organico, un biologico, eh si, anche un naturale, che con le loro "necessità" relegavano l'umano ad uno stato animale di cui tutti i Miti hanno valutato i tentativi di superamento. Così si comincia a cercare "un principio di tutte le cose", l'acqua, il fuoco, un non meglio precisato "Apeiron" arzigogolando su frecce che volano e sul "piè veloce Achille che non riesce a superare la sua tartaruga"... "l'uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono" diceva Protagora e certo la misura è importante, se si doveva decidere di mettere sul frontespizio all'Accademia la scritta "qui non si entra se non si è geometra!" Gheos = terra, Metros = misura, misuratore della terra; l'Accademia è quella di Platone l'inventore del "concetto" ovvero "quell'uno che sta per molti" e che pone una netta separazione tra "terra" e "cielo" inaugurando tutti i dualismi dell'occidente, che non hanno la quasi liquida sinuosità del simbolo dello Yin e dello Yang dell'Oriente, ma sono sempre opposti, contrastanti, antitetici, immettendo anche il principio del "valore" il mondo della terra dove l'albero non è l'albero, ma qualcos'altro, qualcosa che potrai ritrovare nella sua essenza solo in un iperuranio, "il mondo delle idee". Da una parte quindi qualcosa che non vale, dall'altra quello che vale e che costituisce l'essenza, direbbe Kant "la cosa in sè, ma anche il "noumeno" Ma il criticismo colla sua ragione pura e pratica, col suo giudizio e ovviamente le "categorie" non esaurisce il problema, dato che l'uomo non si è limitato ai giochetti della sua mente, ha anche sempre cercato di mettere, diciamo così, dei paletti al suo rapporto coi mezzi che la "technè" gli ha via via fornito: un costante omaggio a Prometeo il titano che col suo "pensare prima, in anticipo" = pro- methes, la technè, l'ha inaugurata, spezzando la necessità del tempo ciclico, quell'eterno ritorno dell'identico, che il pro-getto quell' altro tempo, quello del "kairos" che i greci antichi individuavano nel "tempo opportuno"riesce a sottrarre alla necessità. La prospettiva di Brunelleschi, di Alberti, di Rossellino e di tutti gli artisti a seguire, che sono si geometri, ma architetti e anche ingegneri, consente già qualcosa di nuovo, che racchiude quella parolina magica "pro": pro-gettare, pro-vvedere, pro-tendere.... e il mondo sembra prenderne atto fino ad andare anche alla ricerca dei "lumi" che possano rischiarare il cammino e non farci sentire "soli, sperduti nel buio" Una battaglia e' perduta, c'è il tempo di vincerne un'altra!" con questa frase, anche la prassi viene immessa nel contendere, si riveste di rutilanti uniformi, si impersona in un singolo, che viene gonfiato simulato, gli si fa recitare la parte del grande stratega e si convince la collettività manipolando, inventando, mentendo,(vedi mio articolo, anzi articoli sul "recitare una parte" nel blog principale Lenardullier.Blogspot.com ) si arriva a convincere persino lui che comincia a credere a quello che gli fanno recitare (Battaglia del Ponte di Lodi) entra nella parte e qualche anno dopo ha un ulteriore prestigiosissimo avallo dal filosofo per eccellenza, il filosofo della storia Hegel che vedendolo passare, sul suo cavallo bianco dopo la battaglia di Jena, esclama "ecco lo spirito del mondo!". La stampa , la comunicazione opportunamente manipolate servono a far passare idee e anche fatti come se fossero verità e la tendenza andrà moltiplicandosi : La nuova Musa, sul finire dell'ottocento, il cinema, fa scorrere, rende mobili le immagini e qualche decennio dopo vi immette anche la parola "signori, aspettate, aspettate un momento: non avete ancora sentito niente!" Poi arriva la televisione, che porta il mondo tra le pareti di casa e quindi l'informatica, il computer, il cellulare, con il moltiplicarsi delle possibilità, anche se c'è sempre il pericolo della ridondanza "tutti parlano, ma nessuno ascolta" il "ci" Heideggeriano diventa dominante e il mondo rischia di tornare "quel mondo spaesato del tacere!" da cui si era partiti. Il disagio però c'è, e viene rappresentato, si fa "technè" anche lui : per un Dante Alighieri è una "Commedia" anche se l'epiteto di "Divina" dovrebbe dare una qualche soluzione, Cervantes la riveste dello spettro della follia, i mulini a vento e l'illusione di Dulcinea, per Goethe è il "patto col diavolo" e ci sono le esaltanti melodie di un Mozart, di un Beethoven, di un Bach, ed ancora le melanconiche liriche di un Leopardi, il Mondo come volontà e rappresentazione di Schopenauer, ma sostanzialmente nessuna "Gaia scienza" per Nietzsche. Si arriva a Freud e al suo inconscio come discorso "sempre mancato", che ha però proprio in tale mancato, la sua riuscita. Inconscio che è sempre "discorso dell'Altro" ed è canonicamente "strutturato come il linguaggio" per Lacan, mentre Mattè Blanco ipotizza per esso "gli insiemi infiniti" e quindi anche il correlarsi alla fisica sub atomica, la teoria dei Quanti, i diavoletti di Maxwell, il gattino di Schrodinger, e tutta la relatività di Einstein e l'indeterminatezza di Heisenberg, ratificata da Niels Bohr e la sua Scuola di Copenaghen. Insisto nella mia tesi, che il cinema però ha una possibilità in più di esprimere compiutamente tutto l'assunto, anche il disagio, perchè è in grado di moltiplicare e condensare ogni aspetto della realtà: la scalinata di Odessa di Esestein in La corazzata Potemkin, la slitta di Orson Welles in Quarto Potere, la corsa della Magnani in Roma città aperta,la danza notturna con le pietre attorno alla Giara in Caos dei fratelli Taviani e tante altre sequenze che hanno la particolarità appunto di spostamento e condensazione della realtà (quelle che Freud aveva individuato appunto come precipua manifestazione del sogno, ovvero la "via Regia" dell'inconscio). Un esempio ulteriore potrebbe essere il movimento della macchina di proiezione con lo schermo che scorre tra le case del paesetto in "Nuovo Cinema Paradiso" di Tornatore e restando a tale autore il recente film "La corrispondenza" dove i moderni mezzi di comunicazione vengono impiegati per andare "oltre la vita" una sorta di partita a scacchi dove il risultato non è così scontato.
Il tema, questo eterno contrasto tra la vita e la morte, è affrontato in termini molto più esasperati, quasi da fantascienza in un film che si chiama giustappunto "la Trascendenza" con Jonny Deep e Rebecca Hall, Morgan Freeman dove è proprio l'on-line, internet, l'informatizzazione generalizzata, a condurre il gioco, e bisogna riconoscere, anche con plausibile possibilità. In effetti, sembra proprio che ne sia passato di tempo, anzi di pellicola, da quando Stanley Kubrick, in "Odissea nello spazio" passava dal monolite alla macchina, il cervello elettronico che prendeva il dominio sull'uomo.
FILI D'ORO SENZA RETE
il feroce tentativo di globalizzazione, messo in atto negli ultimi quattro anni con la scusa di un virus inesistente e di una ancora piu' inesistente pandemia ha rappresentato l'estremo tentativo dell'ideologia liberale di estrazione "bottegaia" (non mi stanchero' di utilizzare questa parola "bottegaia" che e' espressione della mentalita' mercantile di stampo anglosassone e la sua inverazione piu' assoluta nell'iperconsumismo americano). Gli Stati Uniti d'America difatti non si sono limitati a raccogliere il testimone della bottegaia Inghilterra che per piu’ di tre secoli aveva spadroneggiato per il mondo forte dei suoi commerci e del suo motore : il denaro, hanno con il loro avvento, dopo la seconda guerra mondiale, al vertice del potere mercantile, commerciale, e tecnologico, affinato metodi e modalita’, sviluppando la cosidetta “guerra della rete” ovvero una guerra condotta non solo in termini di mercato e di valore di scambio, ma di una informazione globale, basata su di uno spregiudicato uso giustappunto della nuova rete informatica globalizzata e della risonanza dei cosidetti “media”, e cioe’ giornalismo, televisione, pubblicita’, social e computer, tutti aggiogati al carro dell’iperconsumismo del neo-liberismo, o probabilmente piu’ attinente la definizione Duginiana di post-liberismo. Contro questo post-liberismo di oramai gretta individuazione statunitense che si e’ imposto come comun denominatore di tutto il mondo occidentale, qualificandosi come iper modernismo,si erge l'uomo differenziato nella tradizione. Ecco perche’ ogni possibile conservatorismo da parte di una sia pure esigua minoranza dovra’ sempre estrinsecarsi in un perentorio “NO !” al modernismo, e dovra’ sempre riferisi ad una tradizione, anche se non espressamente manifesta nel contesto della realta’ circostante.
Si riconosce subito quell’individualismo differenziato espresso dal grande e ovviamente ostracizzato dalla cultura modernista vigente, filosofo Julius Evola in special modo nel suo saggio “Cavalcare la tigre” ovvero una sorta di manifesto di un “tradizionalista senza tradizione “. E’ questo tradizionalismo l’unico atteggiamento perseguibile appunto dall'uomo che non si riconosce in nessun aspetto del post modernismo. ma cio’ nonostante si affida al piu’ totale e assoluto rifiuto di qualsivoglia parametro della Societa’ attuale, che dopo aver esaurito il moderno gia’ da mezzo secolo a questa parte e’ oramai in quella fase di post modernismo che non esprime null’altro che negativita’ e nefandezza. La parola d’ordine di tale atteggiamento, che ha i suoi araldi in pochi personaggi di cultura e spessore: Evola in prima istanza, ma anche Guenon, Eliade, Drieu de la Rochelle, Ezra Pound, Heidegger, Schmitt, Jungher. Spengler in una qualche maniera Freud, Jung, Pauli, Heisenberg, Schrodinger e piu’ recentemente, Matte’ Blanco, De Benoist, Freund, Dugin, persino i nostri Agamben e Cacciari: “IL MODERNO E’ IL MALE, IL POST-MODERNO E’ IL PEGGIO". Ribadiamo che l’uomo differenziato di Evola ovvero il tradizionalista senza tradizione, deve trovare all’interno di se (in-sistere) i motivi piu genuini per opporsi con tutte le sue forze al mondo di oggi post-moderno che propugna solo
motivi di interesse e profitti (ex-sistere); in sostanza deve fare una sorta di calcolo infinitesimale del tutto simile a quello che fece Leibniz rispetto a Newton, tradizionalmente indicati come i due ideatori di tale procedimento matematico: preferenziare quella “vis viva” interna indicata dal primo in opposizione al secondo che la ricercava invece all’esterno nelle leggi e cose del mondo, e farlo assumendo numeri del campo reale ma con connotazione negativa, identificandoli con mancanze, debiti, interruzioni, distruzioni e facendoli tornare positivi ma con connotati immaginari, tramite proiezioni per stabilire quindi un nuovo registro, giustappunto quello dell’immaginario dove possono rientrare le nuove interpretazioni di un mondo che non sia quello che ci si presenta oggi con caratteri di quasi esclusivita’ e che e’ stato recentemente in grado di imporre un vero e proprio fermo alla ragione, alla liberta’, ad una umanita’ che non si e’ ancora fatta irretire dalla paura e che appunto deve trovare la sua “proiezione immaginaria” per uscire dal tunnel della post modernita’ che non solo ha dimenticato la tradizione (compito eseguito questo gia’ dal moderno) ma la vuole del tutto annichilire in nome di una feticizzazione estrema del movente economico per una debacle di ogni traccia di umanita’ e l’affidamento assoluto ad un nichilismo fatto di merci, di mercato, di denaro e della loro proiezione sotto veste virtuale ed informatica (paradossalmente un netto processo inverso di quello che deve fare l’uomo che si differenzia nella tradizione). Sotto il profilo meno individuale, ma piu' collettivo, si potrebbe fare proprio la controversa ed anche abbastanza navigata teoria dell'unione eurosiatica rivisitata e elaborata recentemente da Aleksander Dugin in ispecie nei suoi due saggi "La quarta teoria politica" e "La teoria del Mondo multipolare", perche' dismettendo quella "ubris" che fino a pochissimo tempo fa , prima che questa distopia recente svegliasse dal nostro sonno dogmatico di persone che cercano di ragionare, (risibile no? una pandemia equiparata a Hume!) andiamo alla ricerca di una nuova direzione in cui incanalare il legittimo desiderio di liberta' , di giustizia, di vera umanita' e magari scoprire un nuovo Eldorado non fatto di oro come equiparazione di beni materiali, ma di quel vero purissimo oro di cui erano intessuti i tempi che nessuno e' mai riuscito a raccontare, se non come Mito, un Mito dell'eterno ritorno a cui tutto sommato un tradizionalista senza tradizione, scandita da precise metafore, deve sempre tendere: una Eta' dell'Oro per una tradizione che la coscienza umana non e' ancora riuscita a condensare, e che puo' solo intenderne un senso trascinando il suo significante che e' sempre altrove, sempre un tantino piu' in la' o un pochino piu' in qua, perche non e' una metafora : e' una metonimia e a parlare non sono piu' gli uomini, ma gli dei o perlomeno l'idea che di tali dei, se ne e' costruita la mente umana. Tre sono i principi di questa, diversa e nel contempo antica, visione politica, che potrebbe davvero rappresentare l'oro sociale e politico di un diverso Eldorado: il primo e' ovviamente costruire questo nuovo mondo dove ci sia l'accettazione di tutti i punti di vista delle diverse civilta' mondiali e non preferenziarne una a scapito delle altre, così come ha fatto la odiosa mentalita' bottegaia inglese, e hanno ulteriormente accentuato gli iper consumisti Stati Uniti con l'avallo di una iper tecnologia. Tra le varie civilta' mondiali una particolare rilevanza assume lo spazio post sovietico che costituisce il nerbo di una futura unione euroasiatica e questo rappresenta il secondo principio, cui ovviamaente Dugin assegna una rilevanza speciale, ma a cui le forze migliori di una certa Europa (di certo non quella della UE) ammaestrati dal totale fallimento della cosidetta civilta' europea ( perlomeno dal seicento in poi, nei primi forti contrasti con la potenza di mare dell'Inghilterra fino alla sconfitta definitiva con la seconda guerra mondiale e l'avvento della forza economica degli USA che sono subentrati agli inglesi) debbono anche dare un loro spassionato apporto. Il terzo principio e' quello appunto di una transizione dal modello liberal/democratico espressione dell'Inghilterra prima e degli USA poi, con l'ausilio di una iper tecnologia di tipo virtuale (informatico/digitale) ad un modello altro che sia anzitutto espressione di multipolarita' e quindi di varie aree di civilta' di cui trainante quella euroasiatica. Ovvio e naturale che l'atteggiamento degli USA e dei suoi alleati (la vecchia Inghilterra, ma anche l'intera coalizione della UE, che non ha piu' nel suo seno le fiere opposizioni degli antichi imperi teutonici e meitteleuropei, ma ha adottato in pieno le valenze e i valori degli oramai ipertecnologici bottegai) sono di ferocissima avversione verso le idee contenute nella concezione multipolare ed anche euroasiatica - la sua stessa proposizione difatti contrasta platealmente con tutta la strategia USA e company che punta invece ad un mondo unipolare. Concezione di multipolarita' e teoria Eurosiatica significa dunque perseguire una quarta teoria politica (dopo le tre del Liberismo, del Comunismo e del Fascismo) significa dunque rifiutare l'egemonia americana e tutta la sua carica eminentemente bottegaia, ereditata dall'Inghilterra e suffragata da uno sconsiderato avallo di tutta la teoria informatico/digitale. Una nuova teoria di multipolarita' politica e la concezione di un eurosiatismo che sia di piu' pronunciata alternativa al modello unico rappresentato dagli USA, rappresenta solo l'ultimo nemico della atavica mentalita' mercantile che ha preso possesso del mondo occidentale con l'occasione di una presunta grande pandemia (quella del 1348) e che ha recentemente tentato , nuovamente con un'altra grande presunta pandemia (2020), di portare alle conseguenze estreme il programma di asservimento della totalita' dell'umanita' , a beneficio di una ristrettissima elite fondata sul denaro e sulla servile complicita' di scienza, tecnica e persino cultura.
Si riconosce subito quell’individualismo differenziato espresso dal grande e ovviamente ostracizzato dalla cultura modernista vigente, filosofo Julius Evola in special modo nel suo saggio “Cavalcare la tigre” ovvero una sorta di manifesto di un “tradizionalista senza tradizione “. E’ questo tradizionalismo l’unico atteggiamento perseguibile appunto dall'uomo che non si riconosce in nessun aspetto del post modernismo. ma cio’ nonostante si affida al piu’ totale e assoluto rifiuto di qualsivoglia parametro della Societa’ attuale, che dopo aver esaurito il moderno gia’ da mezzo secolo a questa parte e’ oramai in quella fase di post modernismo che non esprime null’altro che negativita’ e nefandezza. La parola d’ordine di tale atteggiamento, che ha i suoi araldi in pochi personaggi di cultura e spessore: Evola in prima istanza, ma anche Guenon, Eliade, Drieu de la Rochelle, Ezra Pound, Heidegger, Schmitt, Jungher. Spengler in una qualche maniera Freud, Jung, Pauli, Heisenberg, Schrodinger e piu’ recentemente, Matte’ Blanco, De Benoist, Freund, Dugin, persino i nostri Agamben e Cacciari: “IL MODERNO E’ IL MALE, IL POST-MODERNO E’ IL PEGGIO". Ribadiamo che l’uomo differenziato di Evola ovvero il tradizionalista senza tradizione, deve trovare all’interno di se (in-sistere) i motivi piu genuini per opporsi con tutte le sue forze al mondo di oggi post-moderno che propugna solo
LEIBNIZ E LA VIS VIVA |
mercoledì 25 dicembre 2024
REGALO DI NATALE 2024
Il vero regalo di natale, che una volta tanto invece
di augurarcelo, ci e’ stato donato, e’ la persona di Elon Musk. A me per la
verita’ pur essendo un multimiliardario della
specie dei Bill Gates, George Soros e i vari antesignani storici, Roschild, Rockfeller, Carnegie, Morgan, etc. aveva cominciato a fare simpatia fin
dai tempi della farsa pandemica del covid, dove fin dall’inizio aveva paragonato gli aspetti della nuova supposta
malattia a quelli di un comune raffreddore
affermando senza mezze misure che
“il panico da coronavirus e’ stupido” e
rifacendo il verso alla famosa frase di Eleonore Roosveelt che “la paura della
paura” e’ la cosa peggiore che possa capitare ad una persona e soprattutto ad
una comunita’. Finalmente qualcuno che ragiona in maniera diversa dai veri
Soros, Gates, BIG Pharma, OMS e stuolo di servi ammaestrati tipo politici e
gente dei Media e della comunicazione” mi ero detto. Simpatica poi la sua
asserzione che i bambini fossero immuni
dalla malattia, e degno di nota il fatto che avesse promosso articoli che dati
alla mano dimostravano che i casi di Covid 19 erano enormemente gonfiati, per
non dire completamente inventati dalle
lobbies farmaceutiche e fraudolantemente diffusi dai governi complici e collusi
con il mercimonio sui vaccini. Insomma in tutto e per tutto un insperato alleato
nella mia convinzione che tutta quella
cagnara sulla nuova pestilenza fosse nient’altro che una ignobile farsa
imbastita da quella sorta di elite’ sempre presente nella storia del mondo che
non era affatto una fantasia distopica alla Orwell e alla Huxley o per
riferirci ad uno specifico popolare per tutti, un qualcosa simile al dr.No della fantomatica societa’ Spectre dei film con James Bond. Il distinguo
tra fantasia distopica e realta’ si andava paurosamente assottigliando nel
corso di quel primo anno di epidemia, vieppiu’ accentuato con l’introduzione
dei vaccini che avevano visto le misure, cosidette di sicurezza, accentuarsi e
farsi anzi sempre piu’ odiose e vessatrici in quanto obbligatoria e coercitiva
per le persone al di sopra dei cinquant’anni o che lavoravano presso istituzioni pubbliche tali
misure andavano assumendo un aspetto parossistico fortemente inibenti di
liberta’, dove specie in Italia, il
Paese che piu’ di ogni altro andava distinguendosi nella repressione di ogni
liberta’ civile, addirittura imponendo con il suo governo Draghi (2021) la vaccinazione obbligatoria per le persone
oltre i 50 anni ed una
sorta di passpartout sanitario definito “green pass”, per accedere a servizi e
anche a spazi collettivi in una atmosfera
da vera caccia alle streghe, in merito a chi non voleva sottoporsi all’iniqua
vaccinazione che tra l’altro aveva
subito manifestato rilevanti effetti iatrogeni. Caccia alle streghe e atmosfera
alla Grande fratello andavano mescolandosi in quella seconda parte del 2021
tant’è che avevo maturato e messo in atto la risoluzione di abbandonare un
Paese tanto repressivo per chi non avesse perso del tutto il lume della
ragione e rifiutasse di vedersi
riprecipitare ai tempi delle agghiaccianti epidemie dei secoli precedenti tra
monatti, untori, e colonne infami.La vedevo davvero brutta e tra pagine dei
Promessi Sposi che mi facevano tuttavia sempre ritornare alla mente la boutade
di Manzoni “manifesta impostura, cabala ordita per far bottega del pubblico spavento” pensavo davvero,
sospirando di sollievo per essere
sfuggito sull’aereo che mi portava a Tenerife dove le misure repressive erano di
molto meno coercitive e non ti sentivi piu’ come il protagonista di I am legend di Matheson,
magari nella trasposizione cinematografica con Vincent Price l’ultimo uomo “pensante” della terra, che
oramai qiuelle terribili elites che io chiamavo “bottegai” ce l’avevano fatta a
mettere il mondo in riga, docile sotto il loro dominio : globalismo, ipocrita
buonismo, ipocrita tolleranza, nessuna piu’ differenza ne’ di status, ne’ di genere,
insomma quel mondo fluido alla Societa’ Aperta di Popper, non a caso maestro di
Soros, senza più limiti, senza piu’ confini, senza tradizione e quindi anche
senza piu’ storia quasi a interazione delle baggianate di un Hegel fino ad un
Fukayama. Per ora ce lo aveva fatta a sfuggire ma chi poteva dirmi se la
Spagna, le isole Canarie o
chissa’ quale altro anfratto del mondo sarebbe stato
immune da quella frenesia globalista, scientista e di dittatura sanitaria? Debbo
dare atto ad un mio caro amico Paolo Letizia che aveva cercato di rassicurarmi “No!
Non ci riusciranno! E sai perche’ ? perche non si metteranno d’accordo!” “su
cosa non si metteranno d’accordo?” avevo provato ad obiettare “su come
spartirsi il mondo! Il mondo difatti, malgrado tutto non e’ fatto solo di una
bottega, e neppure solo di un mercato, per grande che sia, ci sono tantissime botteghe e molti
mercati, non e’ detto che quello che vada bene all’uno vada bene all'altro ecco quindi a distanza di non troppo tempo venire fuori, incarnarsi, il senso di quelle affermazioni: Elon Musk, uno che non era d’accordo coi vari Soros, Schwab, Gates e nella fattispecie statunitense non era d’accordo con quelli che avevano portato un vegliardo rimbambito alla Presidenza del Paese e difatti ha fatto una plateale scelta di campo quella di schierarsi dalla parte di Donald Trump,l’antitesi netta, sia pure nella sua accezione un po’ Trimalcionesca, alla CapitanAmerica, di tutte le istanze globaliste e contro l'umanita'.Trump il presidente che era stato spodestato con i brogli, gli inganni, le votazioni truccate per corrispondenza, proprio nel primo anno di pandemia in quanto irriducibile al sistema globalista e quindi antiteticoa quel “Great Reset” che le elites globaliste per bocca di Klaus Schwab presidente del circolo di Davos il sedicente Word Economic Forum, avevano in mente di riservare alla popolazione del mondo intero .Diciamo che con tutta probalilita' Musk e Trump hanno rotto le uova nel paniere dei bottegai di oggigiorno che qualcuno continua a chiamare "elite'"
con il piu' vecchio amico Nino Martin e con il piu grande Paolo Letizia |
sabato 21 dicembre 2024
IL MARE COME COSCIENZA
OGGI PIU' CHE MAI penso che sia il caso di riprendere con discernimento quella antica dicotomia individuata settant’anni fa da Carl Schmit un filosofo e giurista tedesco, tenuto alquanto in penombra dalla cultura occidentale del dopoguerra per essere stato un fiancheggiatore del Regime nazista. Lo stimolo e' suggerito anche da un saggio di uno dei pensatori che stimo di piu’ : Alain De Benoist che ha scritto in collaborazione con Julien Freund, un altro pensatore non allineato alla grande menzogna liberalista, un libro su tale tematica che viene riletta giustappunto approfondendo quella dicotomia di Schmitt, partendo dal saggio titolato “Terra-Mare” in cui tutta la storia del mondo, nella particolare accezione della conflittualita’ storica era interpretata nella prospettiva di una opposizione fondamentale tra nazioni di terra e nazioni di mare - sottotitolato “una considerazione sulla storia del mondo raccontata a mia figlia Anna” il saggio riassume in atermini estremamente accattivanti e semplici l’evoluzione geo-storico-giuridica a partire dalla scoperta dell’America, quindi la fine del XV secolo con gia’ in corso tutta la serie di sconvolgimenti epocali - viaggi, nuovi continenti, invenzioni, commerci, diversi stili artistici, modalita’ differenti di guerre e assedi, financo pandemie ricorrenti, dopo quella famosissima del 1348, che induce alla domanda “cui prodest” (ieri come oggi)- che rimandano ad una ulteriore analisi, quella delle eta’ del mondo di Esiodo da cui siamo indotti alla considerazione che ci troviamo in piena eta’ dei mercanti o del bronzo, subentrata a quella dell’eta’ dei guerrieri, ovvero l’eta’ dell’argento. L'originalità dell'opera risiede nell'individuazione, da parte dell'autore, della dicotomia Terra-Mare come motore della storia umana ed e’ ovviamente questa la tematica che interessa ai due piu’ recenti pensatori che hanno tanto ispirato anche me: difatti nel loro breve ed intenso saggio, scritto a quattro mani, affiora l’importanza di tale dicotomia non tenuti in sufficiente considerazione dai metodi degli storici, anche quelli piu’ raffinati tipo Oswald Spengler o Arnold Toynbee, ma forse in qualche modo contemplati dai soliti pensatori piu’ fuori del sistema e ostracizzati tipi Guenon, Evola, Mircea Eliade. In questo mio nuovo articolo pero’ riprendo il saggio di Schmitt, ma mi piace commisurarlo non solo al molto piu’ antico sistema ripartito delle “eta’ del mondo” di Esiodo, comune anche a tutte le altre antiche civilta’, ma anche alla mia Bibbia personale di possibile e alternativa interpretazione della storia del mondo, che e’ il saggio di Julian Jaynes “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza” (lo so, lo so… i pochi che per avventura si siano avvicinati ai miei scritti, indubbiamente lo diranno a gran voce “ah Ma’…. e mo’ hai rotto co’ sto’ Jaynes e la sua mente bicamerale” Eppure vedete se applichiamo la bipartizione del cervello, con quella sua parte sinistra preposta al linguaggio articolato tramite condensazione metaforica del significato di una cosa (il famoso confronto per similarita’ “ cosa e’ questo ? - bhe e’ come …quello”), ed un’altra parte strutturata per trasferimento metonimico di un significante (“come devo fare per interagire con…? ) così come ti viene impartito da una voce allucinatoria che rappresenta il condensato di tutte (o quasi) le situazioni in cui un individuo viene a contatto, ci veniamo a trovare in una situazione ottimale di organizzazione cerebro/comportamentale, che con tutta probabilita’ ha funzionato per migliaia d’anni e che nella sua indistinzione e fumosita’, la tradizione popolare, una volta pervenuta alla coscienza e quindi ad un Io analogale sulla base del linguaggio, ha denominato “eta’ dell’oro “ una eta’ nella quale potevano proiettarsi e anche condensarsi (non dimentichiamo la funzione eminentemente metaforica e quindi di condensazione di significati della coscienza) tutti i miti, tutte le leggende, tutte le storie, e anche tutte le esagerazioni, che la nuova funzione poteva ritrovare nel suo percorso. Comincia quindi il racconto, un qualcosa del tutto escluso nella organizzazione della mente bicamerale, che aveva un impianto estremamente pragmatico di adattarsi all’ambiente, un racconto a volte stupendo che si colora dei tratti dell’epica, della lirica, della poesia e di tutte le condensazioni metaforiche della coscienza. Ovviamente non si puo’ piu’ ricorrere alla metafora aurea per designare il nuovo periodo e neppure far riferimento agli dei, che restano un qualcosa di molto indistinto, tutt’al piu’ raffigurabile in una altra forma di rappresentazione, quella della parola scritta in primis, ma anche quella pittorica/visiva, ovvero statue, idoli, totem, templi, quella musical/emozionale tipo poesia, anche teatrale. E’ indubbio pero’ che c'e' un calo di livelloanche nella presunzione della nuova organizzazione cerebrale e si designa il metallo subito meno nobile. l’argento, per caratterizzare la nuova era e si indica nella classe “dei guerrieri “ la nuova categoria di protagonisti nella scena del mondo. Sembrerebbe così leggendo racconti, ascoltando musiche e quant’altro che si sia trattato tutto sommato di un passaggio indolore da una era all’altra, per alcuni versi addirittura propizio…ma … ecco c’e’ un ma grosso come una montagna: il passaggio dalla mente bicamerale alla coscienza non ha solo un carattere di minore valore quale si addice alla differenza tra oro e argento, ha anche un risvolto di estremo sviluppo della crudelta’ umana, che difatti esordisce sul teatro del mondo con guerre, eccidi, massacri, stupri, violenze di ogni genere e si serve di strumenti atti a tale pratica sempre piu’ sofisticati che segnano appunto lo sviluppo delle armi e quindi la dizione di “eta’ dei guerrieri” per questo periodo di esordio della coscienza e quindi della storia che su di essa e solo su di essa puo’ essere raccontata Il subentrare dopo due millenni e mezzo di un’altra classe che sara’ caratterizzata da un metallo ancora meno prezioso, il bronzo e da attivita’ sempre improntate a sopraffazione , violenza , crudelta’, perseguite solo con maggiore ipocrisia, e’ detta Eta’ dei mercanti ed e’ innescata da una, per buona parte, inventata o comunque gonfiata in maniera abnorme , pandemia, che in breve porto’ alla obsolescenza di tutti i valori fino allora perseguiti dal mondo medioevale e nelle sue alterne vicissitudini dalla cosidetta eta’ dell’argento o dei guerrieri. Quello che bene o male fino a quell’evento era considerato rispondente ai valori della civilta’ , la tradizione, il senso di un Impero. che salvaguardasse o si rifacesse a tali valori, come ad esempio il Sacro Romano Impero di Carlo Magno e l’estremo tentativo di un suo recupero e riproposizione da parte di Federico II di Svevia, ed ancora la Cavalleria , una opera come la Divina Commedia di Dante Alighieri, lo stile Gotico delle Cattedrali con il loro bagaglio di conoscenze e esperienze da trasmettersi per coralita’, sono soppiantate dai commerci, del valore di scambio , del denaro, quindi dall’avvento di quella che in una parola io definisco, non lo nego con un tantino di disprezzo “l’eta’ dei bottegai e dei garzoni” e che rispecchiano in toto (ecco che prende corpo l’ipotesi di Schmitt) l’ascesa delle potenze di mare di cui la prima piu’ compiuta espressione e’ l’Inghilterra, soprattutto a principiare dalla Regina Elisabetta detta la Grande, con le forti spinte espansioniste e la formazione di un tutt’altro tipo di impero, del tipo marittimo/coloniale, sino a passare in tempi piu’ recenti il testimone (diciamo dopo la seconda guerra mondiale) agli Stati Uniti che ne hanno preso il posto. Riassumendo possiamo dire che si e' andati da un peggiore ad un molto piu' peggiore (lo so! non si dice, ma mi sia concesso il massimo della riprovazione su tali passaggi epocali), comunque sia rispetto all'eta' dell'oro che e' l'equivalente all'organizzazione bicamerale, si e' prodotta una frattura che probabilmente non ha rimedio. Jaynes, tra gli altri possibili motivi di frattura - sprofondamento isola di Santorino, invasione dei Dori - probabile riscontro storico di Atlantide e della sua scomparsa- individuava nell'elemento mare la principale causa del crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza. Il mare e un popolo di navigatori tipo i Fenici, che costretti in un elemento poco atto a comportamenti catechizzati, pian piano a fronte di sempre nuovi problemi abbiano trovato sempre meno voci allucinatorie rispondenti alla bisogna e quindi siano stati per cosi' dire, costretti fare ricorso all'elemento metaforico e non metonimico, applicando la condensazione al proprio stesso io e mettendolo in diretta relazione con il contesto e il comportamento da scegliersi, ecco la principale motivazione della crisi e quindi crollo della mente bicamerale e la necessita' di trovare un sostituto per mettersi in situazione con il contesto e quindi interagire autonomamente : Ebbene si questo sostituto e' LA COSCIENZA
mercoledì 4 dicembre 2024
SPENGLER E FAUST (IL SIMBOLICO DELLA DECADENZA)
Decadenza secondo Spengler significa perdita del significato simbolico della techne’ greca, che non si traduce meramente tecnica, ma significava anche abilita’, perizia, un qualcosa che si avvicina molto piu’ al concetto di arte e solo in seconda istanza alla tecnica, un qualcosa che soltanto la maestria dell’artista riesce a nascondere la decadenza del suo simbolismo. Il sapere tecnico-scientifico, che ha reciso la sua appartenenza alla sfera artistica, si è allontanato dalla dimora originaria dell’arte (arche'-techne’) che è il sentimento faustiano dell’immortalità dell’anima nella sua unione con le potenze del cosmo: la fisica euro-occidentale ha raggiunto il limite delle sue possibilità interne e ha cambiato il sentimento faustiano della natura in conoscenza concettuale e le figure di una fede originaria nelle forme meccaniche di una scienza esatta. La borghesia della civilta’, di stampo anglosassone e bottegaio, ha finito per dipendere dal destino della macchina e mai come oggi il microcosmo si è sentito superiore al macrocosmo. Per questa tracotanza, l’uomo faustiano è divenuto schiavo della sua creazione e tutta la terra gli viene offerta in olocausto sotto forma di energia; il primo segno, il più evidente, della degenerazione della sua antica realtà è la separazione tra natura e arte, la convinzione che la forza che sprigiona energia spirituale sia una pallida cosa di fronte alla forza della tecnica. Così, se la tecnica è divenuta pura forma del dominio, l’arte è futile decorativismo, Ma non si può eludere la vita e la sua potenza meta-morfica: si può tradirla, come è stata tradita l’anima di Faust, separata con forza dalla sua vera organicità originaria. Ecco che a questo punto siamo costretti a ri-assumere Spengler e la sua fede nella civiltà occidentale considerando l’assunto che lo lo spirito faustiano non abbia esaurito la sua energia vitale, ma avere ancora la forza di spezzare la dittatura del denaro e della sua arma politica, la democrazia e quindi sapersi liberare dal dominio della tecnica e dalle sue opposte ma concordi ideologie: il progresso infinito e il nichilismo come destino della nostra cultura. Allora, al crepuscolo dell’epoca scientista e dell’economia di conquista, il pensiero occidentale potrà ritornare nella sua patria spirituale che è l’anima di Faust, un ’anima tellurica non talassica , secondo le argomentazioni di Carl Schmitt, nata nella terra del gotico e delle nebbie in cui dimorano gli ultimi dèi che si sono opposti al Dio cristiano. Si e’ presa una grossa cantonata quando si e’ ritenuto che gente come Mussolini, come Hitler potessero rappresentare una inversione di tale processo e della sua estrema volgarizzazione il bolscevismo di Lenin e di Stalin. Destra contro Sinistra, ma in verita’ si e’ trattato di una accettazione della regola del gioco consistente in unico nuovo dio : il denaro e nella sua diffusione col commercio in un enorme infame mercato concepito a bella posta da quello spirito bottegaio diffusosi a partire dalla Grande Pandemia di peste del 1348 che ha portato alla destrutturazione della tradizione rappresentato dall ‘ordine gotico rappresentato simbolicamente dalle Cattedrali e custodito nella summa delle esperienze dell’intera collettivita’. Alcuni pensatori moderni non banali e non iscritti ai dettami della sinistra , Gottfried Benn, Ernst Jùnger, Heidegger, Schmitt, Spengler o - fuori dalla Germania - Pound, Céline, Drieu De La Rochelle, Evola, Eliade, Cioran e addirittura contemporanei De Benoist e Dugin hanno creduto, talvolta anche solo per poco, che fascismo, nazismo e una Destra ben strutturata potessero difendere la civiltà occidentale, rinnovando la visione simbolica del mondo appiattita dal sentimento diffuso della decadenza e del tramonto; ma come detto si trattava di una grossa cantonata perche’ fascismo e nazismo si appiattivano a loro volta con il marxismo e il comunismo, accettandone la comune origine bottegaia che ,con la solita ipocrisia, il potere emergente dei mercanti denominava Liberalismo. Nessuna politica democratica, nata dalle macerie delle guerre, è riuscita non a risolvere, ma soltanto a pensare questo problema. Ciò che invece è accaduto ha costruito la certezza che chiunque avesse cercato di riannodare i fili spezzati tra le mani di Jùnger, di Benn, di Spengler, avrebbe portato con sé i segni della colpa di appartenere ad un ’idea di cultura e di politica che aveva condotto ad un qualcosa di ancora peggiore di una guerra : l’olocausto di una intera genia di persone, così come e’ stato sapientemente, ma forse non troppo correttamente, raccontato dalle potenze cosidette democratiche vincitrici su quelle cosidette reazionarie. E stata così perseguita un’altra enorme cantonata e cioè che l’unica cultura degna di rispetto fosse quella impegnata nella denuncia e nella critica ad oltranza della cultura della tradizione, cercando di negare il significato mitico di ogni cosa del mondo e di annullare il valore simbolico dell’esistenza, così come Spengler rifacendosi a Goethe e al suo Faust ha cercato di spiegare.
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