mercoledì 20 agosto 2025

LIBERTA' E VERITA' NON PIU' EUROCENTRICHE

 

E' Davvero cosa d egna di nota  che un filosofo come Alekxander Dugin che si definisce  di area non occidentale, ma eurosiatica, si produca in  una profonda riflessione e anche in  un  panegirico di due sole parole “liberta’ e verita’ “che per disgrazia  da noi in occidente sono state negli ultimi egemonizzate dalla cosidetta cultura di sinistra, ed anche dall’ipocrita potere capitalista che facendo leva su di un pilotatissimo buonismo di maniera ne ha fatto una sorta di bandiera per coprire le sue malefatte. La farsa, anch’essa abilmente orchestrata, di una pandemia da un virus quanto mai improbabile, ha finalmente mostrato come capitalismo e comunismo procedano di concerto, siano cioe’ le due facce di una stessa medaglia, proprio come sosteneva Evola nel suo grandioso libro “Rivolta contro il mondo moderno”  - vedere la manina di  Mario Draghi  uno dei piu’ ossequiosi e solerti garzoni del “Deep State” sulla spalla di  quello che dovrebbe essere il rappresentante  piu’ estremo degli interessi popolari : Maurizio Landini,in effetti potrebbe sembrare paradossale , ma in verita’  paradossale non e’, ma piu’ che sequenziale a

 tutta la storia degli ultimi duecento cinquanta  anni, o meglio al racconto che  le classi di potere affermatesi con l’avvento dei Mercanti e quindi del fattore economico come valore guida delle vicende del mondo, ci hanno sempre propinato. Non mi piace la modalita’ di dizione sempre a stampella di termini stranieri, in particolare inglesi, la lingua dei padroni  - prima la Gran Bretagna, poi gli USA  – chiamiamo le cose con il loro nome ovvero “Stato Profondo” 
 quello  che a livello politico viene inteso come  l'insieme di lobby e reti di potere, che grazie ai loro poteri economici condizionano l'agenda degli obiettivi pubblici, di nascosto e a prescindere dalle strategie politiche dei vari stati nazionali, lontano dagli occhi della stragrande maggioranza delle popolazioni mondiali. Si tratta di un vero e proprio  "Stato dentro lo Stato",  la cui influenza e’ tale da agire in totale indipendenza  sempre contro le  pubbliche istituzioni e  condizionarle e piegarle ai propri interessi sempre valutabili in termini di denaro . Ovvio e naturale che parole come Liberta’ e Verita’ sono,  in un tale sistema, non solo parole vuote, ma peggio, parole in vendita  …. in vendita del migliore offerente, ovvero quello che paga meglio, pronte a piegarsi ai dettami di volta in volta stabiliti dalle leggi di mercato, dove non ci sono piu’ valori da scambiarsi , ma vige un solo valore : il valore di scambio. Capitalismo e Sinistrismo, le famose due facce della stessa medaglia, così come un filosofo vero come Julius Evola aveva perfettamente denunciato negli anni trenta del novecento,    sono riuscite , bhe magari diciamo, stanno riuscendo ad imprimere  il loro sugello su tutto lo scibile   delle specifiche attivita’ umane  che vanno dal racconto della storia,  alla operativita’ della scienza, alla pratica della politica e  hanno oramai  egemonizzato  la cultura, o meglio la sub cultura coi loro mezzacci e  mezzucci, tra cui rientra  l'uso sconsiderato dei significati /significanti  delle parole, come giustappunto si rimarca con i termini di Liberta’ e verita’. Ecco perche’ e’ piacevolmente sorprendente e molto promettente un pensatore come Dugin che spostando il centro di osservazione , un po’ come farebbe un fisico quantistico alle prese con particelle e onde al cospetto di una doppia fenditura, opera una disgressione anche topica  servendosi giustappunto del tema dell’eurosiatismo.  «Per principio, l'Eurasia e la nostra terra, la Russia vera e propria, restano il centro di una nuova rivoluzione anti-borghese e anti-americana.  Il nuovo Impero Eurasiatico sarà costruito sul principio fondamentale del nemico comune: il rigetto dell'atlantismo, strategia di dominio degli USA, e il divieto di permettere ai valori liberali di dominarci. Questo impulso civilizzatore sarà la base di un'unione politica e strategica” Disgressione topica  significa sopratutto valutare il diverso impatto di diffusione ideologica in determinate aree geografiche quale appunto si configura l'entita' euroasiatica, ma anche riferirsi ad una precisa tradizione culturale, magari ecco spurgata degli elementi aggiunti per motivi utilitaristici dalle elites bottegaie  liberali e comuniste, secondo il ben noto principio di una coniugazione al futuro anteriore  Per far questo Dugin, ammettiamolo si serve di elementi culturali  della tradizione occidentale, d'accordo non quelli derivati dal pensiero dominante dei bottegai e loro garzoni, tipo Hegel , Marx e lo stuolo di ronzini della filosofia tipo Fichte, Schelling, Feurbach o i cosidetti pensatori di scuola economica Smith, Ricardo, Say, Malthus, ma piuttosto Schopenauer, Nietzsche anche un certo Freud, magari quello della seconda topica, cioe’ di dopo Al di la’ del principio del piacere “ quindi con ancor piu’ serrato riferimento i pensatori ultra ostracizzati dal potere bottegaio : Stirner, Guenon, Eliade, soprattutto Evola.
Nella prefazione all’edizione italiana de La quarta teoria politica Aleksander Dugin ha ampiamente documentato la sua formazione ammettendo la rilevanza assunta da quella che puo’ essere definita òa  filosofia della tradizione, rappresentata appunto  dalle figure di René Guenon e di Julius Evola. .Il ponte tra La Quarta teoria e la tradizione è riconducibile  proprio ad uno dei testi cardine di Evola  Rivolta contro il mondo moderno, che per Evola, come per Dugin, sarebbe necessaria per restaurare quei principi di vera liberta’ e di unica verita’ contro cui il Rinascimento, l’Illuminismo, il liberalismo, si sono battuti per instaurare il loro meschino potere. Ad Evola Dugin accosta, con una certa disinvoltura, Martin Heidegger: pur evidenziando le ovvie differenze, ritrova nei due una comune avversione nei confronti della tecnica e della Rivoluzione scientifica.  Dugin intende rivolgersi non all’individuo astratto, o all’homo oeconomicus, ma al popolo, inteso come comunità organica.  Le ideologie del ‘900 avrebbero invece posto al centro il singolo in quanto tale (liberalismo), in quanto appartenente a una classe (socialismo), o in quanto elemento dello Stato (fascismo). Il progressivo affrancarsi dell’individuo moderno dalla sfera religiosa e dai vincoli comunitari, avrebbe poi condotto, dopo la caduta delle ideologie, a una disumanizzazione estrema, che la Quarta teoria  vuole combattere, auspicando una rinascita dei valori tradizionali premoderni. Dugin riprende così la critica heideggeriana al sapere strumentale, evocando una sorta di ritorno al sacro.
Se questo tema rinvia all’ultimo Heidegger, il concetto di Dasein é legato a Essere e Tempo, l’opera del 1927, in cui il filosofo tedesco descrive la condizione umana come essere- nel- mondo.  Ciascuno, infatti, è sempre collocato in una dimensione storica e non è concepibile al di fuori del mondo in cui dimora. Dugin legge il Dasein enfatizzandone la spazialità nel senso della territorializzazione e del Nomos della terra di Carl Schmitt. Il luogo e la tradizione in cui ciascuno vive rivendicano allora, per Dugin, la loro specificità contro l’individuo, considerato “astratto”, dell’Illuminismo e delle Dichiarazioni universali.  Le diverse forme di populismo, di destra e di sinistra, esprimono il disagio nei confronti del trionfo planetario del liberalismo, e Dugin si propone di smascherare quanti, dietro   lo schermo della Società aperta di Popperiana memoria come concezione ideologica  e di pragmatica applicazione  tramite il sordido allievo george Soros , sostengono le ragioni della finanza internazionale. Il liberalismo si rivela così, come egli stesso scrive, il “nemico principale della Quarta teoria politica“. - La società aperta di Karl Popper,  sostenendo la libertà individuale contro ogni concezione di carattere olistico, difenderebbe allora “non tanto i diritti dell’uomo, ma, piuttosto i diritti dell’ omuncolo”. Per Dugin, infatti, la libertà, deve coinvolgere l’uomo nel suo rapporto organico con la comunità in cui vive.
La Quarta Teoria incarnerebbe così, nelle intenzioni dell’autore, l’autenticità dell’essere-nel-mondo (Dasein), espressa nell’homo maximus, che si proietta al di là dei confini angusti dell’ “umanesimo minimalista”, difesi dall’individualismo liberale. Ecco quindi che L’eurasiatismo, a cui Dugin fa costante riferimento, si contrappone alla pretesa universalità del Logos occidentale,  rifiutando l’idea di  un processo storico unico in cui, come in una scala evolutiva, vengono collocate le diverse culture, dal momento che l’ “epistemologia eurasiatica” attribuisce alla civiltà russa (come alla cinese o all’islamica) una totale autonomia rispetto all’Occidente. Nel futuro anteriore di Dugin, che come abbiamo visto, malgrado la premessa di presa di sistanza dall’occidente , i significati , ma anche i significanti di Liberta’ e Verita’ si sottraggono alla esclusivita’ occidentale, ma entrano a far parte di un lessico altro che va alla ricerca di una sorta di concetto metastorico di tradizione . Nella critica alla modernità, accanto a  Evola e Guenon, troviamo anche, nel variegato atlante ideologico di Dugin, Spengler, Toynbee  Lévi-Strauss, Dumezil, Baudrillard e potrebbe essere molto molto interessante aggiungere  nella sua concezione determinate componenti che potrebbero offrire inusitati spunti di allargamento culturale e anche geografico :  i celeberrimi Seminari di Jacques Lacan, l'inconscio come insiemi infiniti del cileno Ignacio Matte' Blanco  ( che quindi esula anche dalla tradizione occidentale), un teoria davvero dirompente come quella dell'americano Julian Jaynes a proposito dell'origine della coscienza  ;infine una concezione scientifica come quella di 
Ryke Geerd  Hamer col  suo impianto anti scientista e anti medicina ufficiale (che 
non a caso si e' inventata la recente pandemia proprio per opprimere meglio l'umanita' ) , ha caratteri di  disvelamento del mercimonio insito nella prassi terapeutica ; E' la prima volta che lancio questa proposta di inclusione nella filosofia di quello che considero il piu' convincente ideologo di un nuovo modo di essere, di temi piu' che ostracizzati dalla bieca cultura e anche pragmatica  bottegaia liberal/comunista. Se davvero la linea Putin della tradizione  ed anche della topica  'eurosiatica la spuntera' su quella dell'illanguidito modernismo di societa' aperta alla Popper coi suoi piu' vistosi finanziatori Soros, Gates, Rotschild, Schwab, avremo bisogno proprio per essere tutti veramente liberi , di verita' non nuove , ma vere e non le reiterate menzogne che sono state contrabbandate negli ultimi secoli qui tra le foschi nubi delle nostre contrade occidentali.   D'altronde anche i russi e lo stesso Dugin non sono stati  esenti di errori : nel 1992 uno ambiguo intellettuale  Eduard Limonov, privilegiando gli aspetti nazionalisti sull’internazionalismo comunista, fondò il Fronte Nazionale Bolscevico. Ne derivò uno strano sincretismo, in cui coesistevano, e non solo sul piano iconografico, simboli nazisti e bolscevichi. Dugin, inizialmente fu un sostenitore di Limonov, ma per fortuna ne prese 
successivamente le distanze, proprio per dare vita alla citata  ideologia  eurasiatista, che intendeva gettare un ponte fra l’esperienza sovietica e la galassia della destra nazionalista, su ispirazione , come abbiamo visto del nostro Julius Evola. I
l progetto di Unione Eurasiatica, che venne adottato ed  elaborato da Putin già nell’ottobre del 2012, coniugava  i temi dell’eurasiatismo con la specificità geopolitica della Russia postsovietica, 
Un altro grande pensatore si e' unito a Dugin nel sostenere l'eurosiatismo di Putin, il francese   Alain De Benoist  che dopo aver scritto un poderoso saggio introduttivo all'opera di Evola "gli uomini e le rovine" ha collaborato con Dugin alla stesura di un saggio giustappunto  sulla grande politica eurosiatica di Putin -  difatti il progetto di Unione Eurosiatica  che venne adottato e elaborato da Putin nel 2012, coniugava i temi dell'eurosiatismo con la specificita' geopolitica della Russia. 
Noi siamo assertori convinti che tale concetti,una volta sconfitti i temi dei bottegai (alta finanza, lobby tecnologiche e sanitarie, transumanesimo) e le sporche
faccende  dei loro garzoni  (politici, giornalisti, opinionisti, pseudo esperti su diversi specifici ) forse saremo pronti per dare maggiore entita' al primo termine di tale topica "euro-siatica" senza per questo dimenticare tutte le altre conmponenti per un mondo davvero multipolare. Tutti i nuovi paladini di questo nuovo mondo che mi piace anche  denominare "mondo al Futuro Anteriore" sono mobilitati a tale realizzazione (Dugin, Putin, De Benoist, Trump, Orban, Luchacensko, Fico, Kennedy, Vance, etc.)   che ricaccera' nelle tenebre della ignominia i nefasti costruttori di malignita' e di squallido  mercimonio ovvero i vari Soros, Gates, Schwab e i loro cavalier serventi politici  de,lla schiera dei Macron, Van der layen, Draghi, Mertz, etc.) 

sabato 9 agosto 2025

FARMACO E DENARO

 

I farmaci simboleggiano il presunto progresso della medicina moderna o quello che viene ritenuto tale.  Un medico, che non prescrive farmaci, non è un vero medico. Più sono costosi i farmaci, migliori sembrano essere. Si tratta della piu' bieca delle menzogne ed ha una eziologia precisa :  il Protocollo Flexner del 1910  che sanci' inequivocabilmente la correlazione tra l'industria petrolifera rappresentata da Rockfeller e le cialtronerie di Pasteur su di una presunta teoriadei germi  che era l'ideale per giustificare l'impiego della chimica nella fabbricazione dei medicinali. Alla menzogna si aggiunse l'ignoranza e l'imbecillita' : si pensava difatti anche a livello dei cervelloni del protocollo Flexner e della Classe Medica  indottrinata   dal profitto, che i farmaci avessero un effetto locale, sull'organo colpito e non sul cervello. Ma praticamente nessun farmaco agisce direttamente sull’organo, se non si tengono in considerazione reazioni locali dell’intestino nel caso di assunzione orale di tossine, tutti i farmaci hanno effetto sul cervello, ed il loro “effetto” è praticamente dato dall’intossicazione operata proprio sul cervello che si riflette poi a livello organico. Lasciando da parte gli stupefacenti, i narcotici ed i tranquillanti, restano due grandi gruppi di farmaci:

1.    I simpaticotonici – che aumentano lo stress,

2.    i vagotonici - che sostengono la fase di ripresa o di riposo.

Al 1° gruppo appartengono adrenalina e noradrenalina, cortisone,  idrocortisone e farmaci apparentemente molto differenti come caffeina, teina, penicillina, digitale e molti altri ancora. Fondamentalmente possono essere usati tutti per attenuare l’effetto vagotonico, per esempio quando si vuole ridurre un’edema cerebrale, che fondamentalmente è una cosa buona, ma il cui eccesso può comportare una complicazione.
Al 2° gruppo appartengono tutti i calmanti e gli spasmolitici che rinforzano la vagotonia o attutiscono la simpaticotonia. La loro differenza consiste nell’effetto differente che causano nel cervello.
La penicillina per esempio è un citostatico simpaticotonico. Il suo effetto sui batteri è insignificante ed è quasi un effetto collaterale a confronto del suo effetto primario sull’edema della sostanza bianca. Perciò può essere usato nella fase pcl per diminuire l’edema della sostanza bianca. Mentre questo suo effetto è inferiore a quello del cortisone per quanto riguarda le altre zone cerebrali.
Con questo non si vuole sminuire l’importanza della scoperta della penicillina e degli altri cosiddetti antibiotici, solo che questa scoperta è stata fatta con premesse ed immaginazioni sbagliate. Si era partiti dall’idea che i prodotti di decomposizione dei batteri agissero come tossine e causassero la febbre. Allora si doveva soltanto uccidere questi piccoli batteri cattivi per evitare le tossine cattive. Ma questo era un errore! Naturalmente con tali effetti anche i batteri, i nostri amici diligenti, sono compromessi, sono momentaneamente licenziati, in quanto il loro lavoro è stato rimandato a più tardi, quando il percorso sarà meno drammatico. Bisogna però porsi la domanda di quanto possa essere sensato di voler curare un processo di guarigione sensato della natura.

Il medico formatosi con le 5 Leggi Biologiche di Hamer perciò non è nemico dei farmaci, ma parte dall’idea che la maggioranza dei processi sono ottimizzati da madre natura e non necessitano quasi mai di una terapia di sostengo a base di farmaci. In caso di durata breve del conflitto, e con ciò di un massa conflittuale minima, di regola non bisogna aspettarsi particolari complicazioni nella fase di guarigione. Restano i casi particolari che in natura avrebbero esito letale, dei quali ci dobbiamo occupare in modo speciale per motivi di etica medica. Nonostante questo anche in futuro perderemo dei pazienti. Ma adesso abbiamo il vantaggio di sapere in partenza cosa aspettarci. Ad esempio non ci è servito a niente di aver ridotto il numero delle polmoniti, in quanto adesso la polmonite viene chiamata carcinoma bronchiale e di questo adesso i pazienti muoiono. Abbiamo semplicemente cambiato “etichetta” alla malattia. Adesso sappiamo che in caso di polmonite (fase di guarigione dopo un carcinoma bronchiale), quando il conflitto (conflitto di paura di territorio) è durato solo tre mesi, la lisi polmonare (crisi epilettoide) non avrà esito letale, anche quando non si interviene con i farmaci. Se il conflitto invece è durato nove mesi o di più, allora il medico sa, che nella crisi epilettoide della polmonite si tratta di vita o di morte, quando non si interviene in nessun modo. In questo caso, per esempio, si dovrebbero somministrare simpaticotonici anche in fase precoce, ma in aggiunta si dovrebbero dare cortisone in dose massiccia, cosa che prima non veniva fatto. Questo immediatamente nella crisi epilettoide per superare il punto critico, che si presenta sempre dopo la crisi epilettoide stessa. Di conseguenza e per logica in caso di DHS nuova o di un recidiva, con il paziente di nuovo in simpaticotonia, il cortisone è immediatamente controindicato. Ma non si può togliere il cortisone di colpo, bisogna ridurlo nell’arco di alcuni giorni o di alcune settimane. Se il paziente continua a prendere il cortisone, aumenta l’intensità del conflitto. Ma sarebbe anche sbagliato di somministrare adesso dei calmanti, in quanto essi darebbero un quadro offuscato con il pericolo di trasformare un conflitto attivo, acuto in un conflitto pendente, subacuto e il paziente potrebbe slittare in una costellazione schizofrenica col presentarsi di un altro conflitto.
Quando per esempio un paziente ha sintomi di angina pectoris, si dice: “Bisogna dargli beta bloccanti, calmanti, in modo che non presenti più il sintomi dell’angina pectoris.” In realtà la natura ha instaurato questi sintomi per risolvere il conflitto di territorio; più si cerca di curare i sintomi meno motivo ha il paziente di risolvere il conflitto. A parte il fatto che non sviluppa più la sensazione istintiva di conflitto, sarebbe più indicato aiutare il paziente a trovare una soluzione per il suo conflitto. Appena risolto il conflitto, l’angina pectoris si risolve immediatamente, con o senza farmaci. Questo è il non senso quando si pensa di curare i sintomi e non le cause. Inoltre non sarebbe di nessun aiuto per il paziente, al contrario è molto pericoloso, se il paziente risolve il suo conflitto di territorio spontaneamente più tardi, ma il conflitto è rimasto attivo per più di 9 mesi. Allora il paziente muore in crisi epilettoide di infarto cardiaco. Bisogna per principio valutare molto bene se è consigliabile risolvere il conflitto o se è forse meglio, come fanno d’istinto gli animali (lupo secondario), di trasformare il conflitto di territorio diminuendolo d’intensità, ma non risolvendolo per tutta la vita.  È altrettanto evidente che in fasi che si differenziano fondamentalmente con parametri fisici opposti non può essere d’aiuto lo stesso identico farmaco. Bisogna chiedersi: “Questo farmaco aiuta in fase di conflitto attivo o nella fase di guarigione vagotonica?” Questo aspetto non è mai stato preso in considerazione in tutte le medicazioni. La faccenda si complica naturalmente quando sono in corso diversi conflitti biologici contemporaneamente e magari anche in fasi differenti. Per esempio nella gotta: carcinoma dei tubuli collettori renali attivo, cioè un conflitto esistenziale/del profugo e leucemia, cioè la fase di guarigione di un conflitto di crollo dell’autostima. O per esempio nella bulimia: una combinazione di due conflitti attivi, ipoglicemia e ulcera gastrica. Quale farmaco, globulo, goccetta o polverina dovrebbe funzionare come, dove e per che cosa? Forse si riesce a malapena far scomparire un sintomo o l’altro, ma sicuramente non si può parlare di effetto reale farmacologico e tanto meno di guarigione. Altrettanto vale per la pressione sanguigna alta, che si può sì abbassare artificialmente con dei farmaci, ma che ha il suo senso (biologico), in caso di conflitto dei liquidi per esempio, di compensare funzionalmente il “buco nei tessuti renali” durante la fase di conflitto attivo per garantire di espellere sufficientemente urina ed urea. Per tutta la durata del conflitto la pressione resta alta. Solo con la soluzione del conflitto e la formazione della ciste in fase di guarigione, la pressione si abbassa di nuovo da sola, perfino nei percorsi dei conflitti lunghi secondo i valori inerenti all’età, e questo senza farmaci.

Importante anche distinguere in tutte le fasi pcl se i sintomi scompaiono a causa di una guarigione completa o a causa di una nuova recidiva, che può sembrare un’apparente miglioramento.
La somministrazione di pseudo terapia con tossine cellulari (chemio) in queste fasi pcl sembrava mostrare “successi” sintomatici ingiustificati, bloccando i sintomi sensati della guarigione e accettando in cambio intossicazioni gravissime dell’intero organismo. Ma anche tutti i cosiddetti metodi alternativi hanno qualcosa in comune con la medicina sintomatica, indipendentemente se sono dosati in modo omeopatico o allopatico, cioè danno poca o tanta sostanza, muesli, vischio o ossigeno, macrobiotica o fiori di Bach o chi sa cos’altro, e tutti questi rimedi dovevano agire sintomaticamente, a quanto si dice. In realtà l’unica cosa che comanda è il cervello, ed esso non viene preso in considerazione. Una volta chiesero ad Hamer “Signor Hamer, Lei non riesce a misurare l’anima, e cosa può avere contro i fiori di Bach, che agiscono attraverso l’anima?”. La risposta fu esemplare “Posso dire solo: certo che posso misurare l’anima. Io vedo, che una persona con un determinato conflitto, che è un processo dell’anima, ha un focolaio corrispondente ad una determinata zona nel cervello ed un’alterazione corrispondente nell’organo. Con ciò ho dato determinati parametri all’anima. Non la posso misurare in modo quantitativo, ma la posso dimostrare in modo scientifico.
Naturalmente esiste anche il cosiddetto effetto placebo.
Se si “vende bene” un farmaco ad un paziente, fa già effetto all’80 %. Questo non significa che la sostanza funzioni in qualche modo, ma semplicemente che il paziente ci crede. Anche se si fa di buon cuore del bene ad un paziente, questo funziona, indipendentemente da come chiamiamo questo processo.
Il nostro errore era di pensare di dover fare qualcosa, per esempio con i farmaci, poco importa se in dose massiccia o con solo una molecola. Vediamo comunque che negli animali ammalati avviene una guarigione spontanea nell’80 - 90 % dei casi, senza nessun farmaco. Su questo permettete una volta la domanda: com’è possibile risolvere un conflitto con qualche rimedio, visto che adesso sappiamo che questo è il criterio più importante per guarire? Come potremmo provocare con qualsiasi cosa un programma speciale biologico sensato della natura? Se potessimo farlo, allora usiamo pure queste cose. Ma non lo possiamo fare, non esistono queste cose. Perciò certe sostanze possono eventualmente aver solo un effetto di sostegno (lenitivo) nella fase di guarigione, per esempio lo sciroppo per la tosse, ma mai un effetto di guarigione secondo la nostra comprensione, in quanto la fase di guarigione è già iniziata con la soluzione del conflitto".
Le Leggi Biologiche di Hamer non sono  una disciplina parziale che per esempio può essere limitata alla soluzione del conflitto per delegare le complicazioni ad altre discipline parziali, piuttosto è una medicina complessiva, che deve tener d’occhio tutti i passi del percorso della malattia a livello psichico, cerebrale ed organico. Il medico che contempla nella sua prassi il ricorso alle Leggia Biologiche  deve essere un medico a tutto tondo che prrnde in considerazione sia il corpo che la mente il suo compito non deve essere limitato a somministrare farmaci, ma nel condurre il paziente a comprendere le cause del suo conflitto biologico e della sua cosiddetta malattia, e indurlo a  trovare  insieme il modo migliore per uscire dal suo conflitto ed evitare di cascarci di nuovo. Naturalmente un tale medico può usare per il suo paziente tutti i mezzi utili, anche di tipo farmacologico o chirurgico, ma solo se necessari, per esempio per evitare eventuali complicazioni nel decorso naturale della guarigione, e se lo farebbe anche su se stesso.
Quella che e’ stata definita su anche indicazione di Hamer “La Nuova Medicina Germanica” (di cui il sottoscritto è molto critico sulla dicitura -  solo sulla dicitura) si basa unicamente sulle 5 leggi biologiche scoperte appunto da Hamer nella sua travagliata vicenda professionale e umana , senza una singola ipotesi, ed è stata verificata l’8/9 settembre 1998 all’università di Trnava (Slovakia) ed è stata confermata ufficialmente l’11 settembre 1998. Se vogliamo prendere in consegna una qualsiasi cosa, questa dovrebbe essere in sintonia con le 5 leggi della natura della Nuova Medicina Germanica. Fino a quando ci saranno ancora persone che credono di poter rinforzare il sistema immunitario con dei farmaci, significa che hanno compreso poco o nulla delle eccezionali scoperte di Hamer. (anche per il fatto che non esiste
alcun sistema immunitario). Riguardo poi al successo o meno di una terapia, di una cura, di un  trattamento, lo sbaglio di fondo  e’ partire  dall’idea che il risultato  sia direttamente proporzionale all’impiego dei farmaci,  e questo non vi ha insistito il solo hamer, ma numerosi altri medici, filosofi   e psicologi :  il merito non va ne’ al medico, ne’ ai farmaci, ma sempre e comunque del paziente stesso che ha capito il conflitto alla base del suo problema e ha operato quei cambiamenti che consentono al cervello di capire il messaggio insito nel sintomo corporeo del disagio che e’ stato chiamato malattia

giovedì 7 agosto 2025

MULTIGATTI PER MULTIUNIVERSI


E' di scena un gatto o meglio "il gatto" , Il gatto più famoso e non solamente della Fisica quantistica? Il gatto di Schrödinger. il suo paradosso comincia a prendere corpo nel contesto di un altro paradosso quello di Einstein-Podolsky-Rosen (EPR), pubblicato nel 1935, che criticava una caratteristica fondamentale dei sistemi quantistici secondo l'interpretazione di Copenaghen (sviluppata da Bohr e Heisenberg), successivamente nota come entanglement quantistico. Secondo la teoria ortodossa, due sistemi fisici interagenti devono essere trattati come un sistema unico, descritto da un unico stato quantico: uno stato "entangled", ovverosia "intrecciato". Schrödinger, che condivideva lo scetticismo verso la teoria ortodossa, fece notare un altro aspetto problematico. Il principio di sovrapposizione, uno dei cardini della meccanica quantistica, afferma che se un sistema può trovarsi in due stati distinti, può trovarsi anche in una qualsiasi loro combinazione lineare. Questa sovrapposizione ha come conseguenza osservabile un fenomeno di interferenza (si veda ad esempio l'esperimento della doppia fenditura). Se però si esegue un'osservazione del sistema, questo viene indotto ad assumere uno stato determinato. Secondo Schrödinger, questo postulato e il concetto di entanglement avevano conseguenze potenzialmente paradossali.

In particolare, il fisico austriaco descrisse un esperimento ideale in cui la sovrapposizione di due stati atomici distinti può essere "trasferita" ad un oggetto macroscopico, andando decisamente contro il senso comune. Spesso il risultato dell'esperimento viene presentato nei termini seguenti. Dopo un intervallo uguale al tempo di dimezzamento, l'atomo può essere decaduto o meno con la stessa probabilità, quindi si trova in una sovrapposizione dei due stati. Ma poiché il decadimento determina la sorte del gatto, questo dovrebbe essere considerato contemporaneamente vivo e morto: almeno fino a quando non si compie un'osservazione, aprendo la scatola.
L'apparente paradosso nasce dal fatto che in meccanica quantistica non è possibile descrivere classicamente gli oggetti, e si ricorre ad una rappresentazione probabilistica: per mostrare il fatto che una particella può collocarsi in diverse posizioni, ad esempio, la si descrive come se essa fosse contemporaneamente in tutte le posizioni che può assumere. Ad ogni posizione possibile corrisponde la probabilità che osservando la particella essa si trovi proprio in quella posizione. L'operazione di osservazione, tuttavia, modifica irrimediabilmente il sistema poiché una volta osservata in una posizione la particella assume definitivamente quella posizione (cioè ha probabilità 1 di trovarsi lì) e quindi non si trova più in una "sovrapposizione di stati".

Schrödinger non si associava a questo punto di vista, che contrastava con il determinismo della fisica classica. Pur avendo sviluppato il concetto di funzione d'onda, l'interpretazione che egli stesso ne dava era diversa da quella probabilistica, che poi fu introdotta da Born: Schrödinger condivideva piuttosto l'idea delle "onde di materia" di de Broglie. ovvero l'ipotesi che affermava che ai corpi materiali, e in particolare alle particelle, sono associate le proprietà fisiche tipiche delle onde. Formulata appunto  nel 1924 da Louis de Broglie, trovò presto conferma sperimentale e dette un impulso fondamentale allo sviluppo della equazione d'onda di Schrodinger ed in particolare portando al concetto di dualismo onda-particella,  ipotesi costitutiva della Meccanica Quantistica . 
Ritornando al caso del gatto, occorre tuttavia precisare che la descrizione sopra esposta non è corretta. La stessa conclusione di Schrödinger, che peraltro non usa mai il termine "paradosso", è espressa in termini ben diversi: Schrödinger fa riferimento alla "funzione d'onda dell'intero sistema", non a quella del gatto.
Non è quindi corretto dire che il gatto è in una sovrapposizione di due stati, perché la sovrapposizione riguarda l'intero sistema. La differenza fondamentale è che i due sottosistemi, cioè l'atomo e il gatto presi singolarmente, sono piuttosto descritti da una miscela statistica. L'incertezza sulla sorte del gatto è "classica": esso è vivo o morto con una probabilità del 50%, senza alcuna interferenza tra i due stati diversi.
La perplessità espressa da Schrödinger risiede nel fatto che la meccanica quantistica è apparentemente applicabile anche ad un essere vivente, che può ritrovarsi in uno stato di correlazione quantistica (entanglement) con una particella. È lecito chiedersi, quindi, se anche un oggetto macroscopico debba ubbidire alle leggi della meccanica quantistica, senza che ci sia la possibilità di verificarne gli effetti a livello sperimentale.
Schrödinger descrisse uno diabolico congegno per cui un felino diventerebbe entangled con un singolo atomo. Il sistema sarebbe descritto da una funzione d'onda che rappresenta, al tempo stesso, il gatto vivo con l'atomo eccitato e il gatto morto con l'atomo tornato nello stato fondamentale, dopo che il suo decadimento ha innescato il dispositivo letale. Gli esperti di fisica quantistica obietteranno che il gatto è un sistema complesso e aperto, che non può, neanche all'inizio del crudele esperimento, essere descritto da una funzione d'onda. Il ragionamento, tuttavia, solleva un'importante domanda: Perché, e come, la stranezza del mondo quantistico scompare nei sistemi macroscopici? »L'esperimento del gatto può essere
collegato al cosiddetto problema della misura. L'interpretazione di Copenaghen afferma che, se un sistema quantistico (come l'atomo dell'esperimento) si trova in una sovrapposizione della forma, una sua misura "costringe" il sistema a passare definitivamente in un altro stato. Da quel momento, la sovrapposizione è sparita e si parla di "collasso della funzione d'onda". L'esatta modalità del "collasso" è un problema che l'interpretazione di Copenaghen lascia aperto.
Tuttavia, si può argomentare che la "misura" di un sistema quantistico consiste nell'entanglement tra un apparato sperimentale - per definizione macroscopico - e il sistema quantistico in esame. Nel nostro caso, il gatto gioca il ruolo dell'apparato sperimentale, poiché "registra" lo stato dell'atomo. Allora, la presenza del gatto fa sì che la sovrapposizione in cui si trova l'atomo venga "trasferita" al sistema complessivo (atomo + gatto). L'atomo, dunque, non è più in una sovrapposizione - così come non lo è il gatto.
D'altra parte, rimane un problema da affrontare: non esiste alcun effetto osservabile che dimostri l'entanglement tra atomo e gatto, o la sovrapposizione dei due stati in cui può trovarsi il sistema complessivo. Questo problema permane, naturalmente, anche se il gatto è sostituito da un apparato sperimentale inanimato.
La teoria della decoerenza quantistica, nata per superare simili difficoltà, afferma che le previsioni della meccanica quantistica sono corrette. Il motivo per cui non è possibile osservare effetti quantistici in oggetti macroscopici, è che questi sono inevitabilmente accoppiati in qualche modo con l'ambiente esterno. Il gatto di Schrödinger, ad esempio, non sarà mai realmente isolato dal resto del mondo. Ciò significa che il sistema atomo + gatto diventa, nel giro di un tempo brevissimo, entangled con l'ambiente esterno, così che - a ben guardare - non è più descritto da una sovrapposizione quantistica: in altri termini, perde coerenza. Le verifiche sperimentali di questo fenomeno sono possibili studiando sistemi mesoscopici (a volte soprannominati "gattini di Schrödinger"), cioè con pochi gradi di libertà. Esistono ormai diverse osservazioni sperimentali che dimostrano come un accoppiamento tra un sistema quantistico e un sistema mesoscopico porti alla decoerenza in tempi brevi ma apprezzabili. L'interpretazione di Copenaghen, pur lasciando aperto il problema della misura, è in grado comunque di rispondere alla critica portata dall'esperimento immaginato da Schrödinger. Secondo le idee di Bohr, è sufficiente considerare che il gatto - o in generale l'apparato di misura - esegue una "osservazione" del sistema quantistico, il cui risultato è sempre ben definito. Finché l'atomo non decade, il gatto è senz'altro vivo, e ciò è determinato senza alcun bisogno di un osservatore esterno che apra la scatola.
La difficoltà di una risposta "alla Bohr", tuttavia, è il confine arbitrario che deve essere tracciato tra sistema microscopico, che si comporta secondo le regole della meccanica quantistica, e osservatore macroscopico, che sembra ubbidire alle leggi della fisica classica. 'interpretazione a molti mondi di Everett, Wheeler e DeWitt assume l'esistenza di una "funzione d'onda universale".
l'interpretazione Multi-mondo è quell'ipotesi della meccanica quantistica, che asserisce la realtà oggettiva della funzione d'onda universale e nega il fatto del suo collasso. Molti mondi implicano che tutte le possibili storie alternative e gli scenari per il futuro sono reali e ognuno di essi rappresenta un mondo (o universo) esistente
.
Ecco quindi che il 
gatto di Schrödinger, in questa ipotesi, non è paradossale perché le due possibili alternative sono entrambe realizzate. Non è possibile rendersene conto solo perché, attraverso l'entanglement e il meccanismo di decoerenza, la sovrapposizione riguarda l'intero Universo. Un osservatore, quindi, vede realizzarsi solo una delle due alternative perché fa egli stesso parte di uno dei due possibili "stati" dell'intero Universo.

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