martedì 8 aprile 2025

IL CONTESTO DEL SOGNO

 

Il sogno ha un suo contesto, ecco questa e’ una cosa che nessuno neppure Freud aveva scoperto, intendendosi per contesto un qualcosa di sottostante al suo manifestarsi, tipo il muoversi in relazione a fatti, circostanze, ambienti, un qualcosa che fa da riferimento a quanto va verificandosi nella particolare narrazione del sogno che non e’ affatto uniforme ne’ tantomeno inseribile in uno spazio/tempo, perlomeno lo spazio/tempo organizzato secondo la nostra logica aristotelica, quella dei ferrei principi di identita’, non contraddizione e terzo escluso. Be’ scontato che sia così! fin qui nulla da obiettare, e’ ovvio che in un mondo governato dalla coscienza  vigano le leggi di tale coscienza quelle fissate dai meccanismi di condensazione e spostamento sanciti dalla retorica del linguaggio ovvero la metafora e la metonimia e quindi i principi della logica, essendo il sogno un prodotto non della coscienza, ma di quello che abbiamo convenuto chiamare  inconscio, e’ ovvio che ci siano delle altre regole di funzionamento. Altre regole, ma altrettanto presupponesti anche se nel meccanismo non logico dell’inconscio , questo appai spesso contraddittorio, strambo, del tutto, e’ il caso di dirlo : illogico. Ho detto anche in altri scritti, che ci sono una  ridda di sogni, e in ognuno v’e ‘ sempre una contestualizzazione del sognatore rispetto ad un ambiente che però non riconosce, ma che sempre e’ dato per scontato e tale contestualizzazione puo’ a volte prendere gli elementi della sua rappresentazione dalla realta’ cosciente, oppure fare completamente a proprio arbitrio, stravolgendo panorami, indicazioni e quant’altro, quasi a volerci costringere ad un lavoro di affinamento che spesso e volentieri e’ del tutto arbitrario , come d’altronde la stragrande maggioranza delle cose che attengono al mondo dell’inconscio e quindi dei sogni. Una delle teorie che affianco piu’ volentieri al testo canonico di Freud L’interpretazione dei sogni e’
quella dell’inconscio come insiemi infiniti e della sua “bi-logica” dello psicoanalista cileno Ignacio Matte’ Blanco che funzionerebbe non per associazione e identita’, ma piuttosto per trasposizione di classi di appartenenza di significati e per simmetria, contraddicendo quindi vistosamente l’impalcatura tradizionale della coscienza.
La assoluta simmetria del funzionamento dell’inconscio che e’ in grado di attraversare tutte le classi categoriali di appartenenza, per questo autore difatti fa da correttivo alla supposta linearità della coscienza, una linerialita’ solo per analogia  che infatti e’ del tutto assente nell’inconscio proprio come la negazione come aveva giustamente rilevato Freud : i famosi sillogismi aristotelici“Socrate e’ un uomo , socrate e’ mortale, tutti gli uomini sono mortali” le asserzioni più accreditate del pensiero “Lucio e’ padre di Mario, Mario e’ il figlio di Lucio” diventano in presenza della bilogica e della simmetria proprie dell’inconscio che come Lucio e’ padre di Mario così Mario lo sara’ di Lucio  e questo vale anche per il contesto, noi con la coscienza non conosciamo o perlomeno non distinguiamo il contesto del sogno dalla narrazione , magari sono a Roma, lo dico espressamente e sto invece passeggiando per Ponte Carlo a Praga , l’ufficio in cui mi trovo a lavorare somiglia a quello di quando ero impiegato in Banca, ma e’ invece la sede di una impresa di costruzioni . La perfetta simmetria del funzionamento dell’inconscio gioca di questi scherzetti, che quindi al risveglio ti fanno solo scrollare le spalle, ma non ti dicono un’acca del loro presunto significato e o significante (ho proprio l’impressione che l’inconscio se ne fotta della bella, sia di Saussure, sia di Lacan) Questa teoria di un 
inconscio come insiemi infiniti di Matte’ Blanco con la sua bi-logica e la perfetta simmetria delle rappresentazioni giocano una parte di tutto rilievo nella simbolizzazione  dei sogno che non e’ vero che e’ assurda e de-contestualizzata, e’ invece perfettamente coerente, e palesa continuamente l'appartenenza con un contesto di fondo, ma lo fa con e in  un altro sistema che non e’ quello cui siamo avvezzi a interpretare con la  nostra coscienza che e’ poi a ben vedere un chiaro derivato del linguaggio come sostiene Julian Jaynes nel suo “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza”. Un altro punto di vista, che si aggiunge a queste osservazioni sul funzionamento dell'inconscio  e’ quello che vanno ripetendo da decenni i fisici quantistici a cominciare da Einstein ovvero valutare più punti di vista un po' alla maniera del "principio di indeterminatezza" di Heisenberg,  e di certo considerare la posizione dell'osservatore e  neppure una sola, ma molte altre, molteplici, forse infinite come gli insiemi di Matte’ Blanco o i multi universi di Everett/De Witt , dove il termine “multiverso”  ha riferimento con il principio che una misurazione di una proprietà di uno stato quantistico abbia come conseguenza la divisione della storia dell'universo in molti mondi distinti, ciascuno dei quali caratterizzato da diversi risultati della misura. Alla stessa considerazione era gia’ arrivato anni prima, nel 1948 il geniale Richard Feynman,  che in tale anno appunto ideo’ il suo “integrale sui cammini” che puo’ essere anche esso invocato per dare credito ad una scelta di possibilita’ in merito a percorsi temporali che soggiacciono ad un impiego di numeri immaginari (proiezioni di negativi) e al solito simbolismo dell’inconscio che potrebbe dare quella modalita’ di coniugazione al  futuro anteriore (ovvero quel “sara’ stato” che da forza ad un “ad-venire” in virtù delle considerazioni di una tradizione da ripercorrere ed impiegare come distinguo in quel composito processo che hanno chiamato storia) . Integrale sui cammini significa dunque possibilita’ piu’ che altro inconsce secondo la formulazione originale
di Feynman di avere piu’ mondi ognuno per un cammino, 
e questo ha molta moltissima corrispondenza con la contestualizzazione dei sogni che quindi  esulerebbe dal calcolo dell’integrale secondo il meccanismo logico della coscienza, ma non da quello simbolico e quindi oltre il conscio, del simmetrico per ognuno dei possibili percorsi  dove nella proiezione convengono tutte le possibilita’, quella di un percorso di arrivare alla galassia di Andromeda e ritorno, ma anche quella di girare attorno al comodino della mia camera da letto e ripresentarsi. Il fatto che la nostra coscienza abbia scelto un solo percorso quello della logica linguistica tra metafora e metonimia, ovvero condensazione e spostamento dei concetti, non significa affatto che questo sia l’unico percorso, anzi...

 

 

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