Una Praga di inizio millennio: Tender is the night ....Che c’entra con Praga, Francis Scott Fitzgerald? Non siamo a Parigi e nei suoi locali frequentati dagli artisti, dai letterati della Lost Generation nel primo dopoguerra, siamo in una città mitteleuropea e, per di più, solo da pochissimo affrancatasi da una cattività di oltre mezzo secolo che l’ha vista mortificare dalle peggiori ideologie-regimi di tutta la storia dell’umanità. La moderna società dei consumi, che oggi sta prendendo piede anche a Praga, sarà forse meno eclatante in quanto a negatività di nazismo e comunismo, ma di certo non è meno subdola ed è per questo che ci si riferisce a Scott Fitzgerald, una delle prime vittime di tale società. Oltre "Tenera è la notte", sarebbe il caso di rileggersi "Il Grande Gatsby", "Belli e dannati", "Di qua del paradiso" e soprattutto "Gli ultimi fuochi", per valutare appieno quello che un consumismo rampante può fare ai danni dell'individuo, ma anche di una cultura e di una società. "Tenera è la notte" suona anche come metafora della Praga di oggi, possibile toccare le vette di un dolce vivere, ma attenzione a non aprire troppo la porta di una sua mercificazione: la moglie dello scrittore Zelda, potrebbe divenire la personificazione della stessa metafora, dove dalla porta lasciata socchiusa si intravede il fantasma della follia.La notte a Praga può essere davvero tenera e dolcissima, proprio come una fanciulla che balla e fa un castigato streep tease, sul palco di U Zlatého Stromu, un albergo, ristorante, caffè ed anche night club in fondo alla Karlova, oppure può assumere l’aspetto di una delle 100 ragazze che la sera del sabato popolano il Darling, un locale molto più spinto, che sta in una traversa della Piazza San Venceslao. Alle ragazze ceche, si sa, non difetta la bellezza, altezza sul metro e ottanta, un paio di gambe lunghe così, occhi azzurri da perderci il senno e le puoi trovare un po’ dappertutto, nei locali di spogliarello, nelle discoteche, in un affollato caffè, in un qualsiasi posto dove ci raduna, per sentire musica, bere un cocktail fatto a regola d’arte; ti può imbastire, in veste di camerierina, un complicato rituale di preparazione dell’assenzio, può accompagnarti sulle antiche scale che portano alla sala musica della Malostranskà Beseda. Fumo di sigaretta che sembra quasi di poter tagliare nella magica atmosfera dell’ M1 Secret lounge, dell'Enfert Rouge, dell’Ocean drive, solo qualcuno dei numerosi locali in centro città, ma che che non difettano neppure in periferia, ed ancora, libri a disposizione degli avventori e mostre più o meno improvvisate di artisti emergenti, al Globe, alla Týnskà Literàrni Kavàrna, all'Ebel coffe house o magari spettacoli teatrali oltre la solita musica nelle quattro diverse ambientazioni dell’Akropolis, nel popolare quartiere di Žižkov. Il pavimento trasparente della Karlový Lazne e la musica indiavolata del Roxy, i cocktail straordinari del Tretter’s, le volte in mattoni del Kozička, del U Zlate časý,le tette al vento delle fanciulle nella Fabrique e nei numerosi locali un titinin più spinti, ma sopratutto il rosso dell’intonaco di Solidnì Nejistota, che è un pò il ri-assunto (o meglio era, perchè hanno cambiato quell'insicurezza dopo l'aggettivo di solida, in sicurezza), ove quella solida insicurezza dell'origine faceva si che non dimenticassimo mai quella porta rimasta socchiusa , anche se la notte poteva davvero essere tenerissima.ecco proprio il locale di Praga dove si andava la notte per farla tenera, tra musiche, canzoni, la splendida voce di Iva .ovvero Francis Scott Fitzgerald non a Parigi, ma a Praga Praga è proprio come quella città di Calvino, del muretto coi vecchi in cui il viaggiatore arriva con la famosa nottola di Minerva, quindi vecchi si, le cui speranze si sono fatte rimpianti, ma nessuna panchina coi vari imbecilli, tipo Prodi, Buttiglione, Brunetta, Tremonti, Renzi, che si sono presi la bega di indicarti il futuro, variante quanto mai fallace (imbecille come le loro facce) del già idiotissimo "con Dio dalla nostra parte"
Praga magica e anche "la città d'oro, die goldene stadt" cui si arriva, novelli Marco Polo, già oltre l'onta degli -anta, nell'ultimo decennio del secolo e addirittura di millennio, ma con un bagaglio di "mancato" di "avrebbe potuto essere"... il vento della storia che non ti ha scompigliato i capelli nell'agosto del '68, Charta 77 e il "kdo je Vaclav Havel", l'adunata di Vaklavske namesti e di Letna con Havel e Dubcek, simbolicamente abbracciati, la nebbia che sale dalla Vtlava di Smetana e come bambagia ti si appiccica al pastrano, meglio la scura mantella, di cui con fatica cerchi di liberarti in una delle tante fumose kavarne, posando cappello e l'abito, e cercando di contrarre nuove "abitudini" Solidni Nejistota, la sulla Pstrossova' parallela della Kremenkova la strada di U Fleku, la più antica e caratteristica Pivnice di Praga con quel suo fantastico orologio e gli interni da favola, la birra scura, straordinaria con quella spuma densa, compatta e il retrogusto ineffabile. Gia' il nome Solidni Nejistota, "una solida insicurezza" è tutto un programma e riassume tutto di te, si intesse del tuo vissuto, e scandisce le aspettative di un futuro anteriore, all'insegna di una teoria di mancati. il rosso delle pareti a volte, inframezzato da ricorsi in pietra, il legno del pavimento e la ridda di stratosferiche fanciulle che la popolano, tra cui oltre quelle che fanno dei castigati strep tease, c'è anche quella che canta come una dea e si va quindi verso la famosa quadrupla sinestetica di Bandler e Grinder della PNL (V+A+C+I), ovvero vista, udito, cenestesi e il dialogo che ti fai al cospetto di tutto questo, dove la città di Calvino, ora non ricordo se Zora, Zaira o Diadora, si anima di un diverso scenario, niente muretti e ovviamente niente panchine,solo quel provarci a ripercorrere in un presente a ritroso, all'insegna del "nulla è mai successo davvero!" e quindi a contrarre una nuova abitudine e raccontarti la favola, che è sempre uno stare a metà tra sogno e realtà.